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martedì 23 dicembre 2008

Conferenza dei giovani italo-multinazionali a Roma. Feltri, direttore di "Libero", li ha tacciati da "Papponi", e' un "ignorante" o ha ragione?

Vittorio Feltri, il direttore del giornale “Libero”, e’ un “ignorante” o ha ragione? Impossibile che "ignori" il fenomeno dell’emigrazione italiana, perché allora ha bollato come “Papponi” gli oltre 400 delegati dei giovani italo-multinazionali che dall’8 al 12 dicembre a Roma hanno preso parte alla loro prima Conferenza mondiale? Qual’era la ragione per offenderli? L’importante Conferenza e’ stata “snobbata” dai media italiani, mentre “Libero” se ne e’ occupato soltanto per sbeffeggiare i discendenti dei “Giganti”: gli emigranti italiani con le tristemente famose valige di cartone, costretti ad abbandonare l’Italia, soprattutto negli anni ‘50/’60. Partirono senza soldi, senza conoscere la lingua del Paese dove approdavano, per cercare un migliore avvenire per se stessi, per i loro figli e discendenti. Molti italiani residenti in Italia “ignorano” totalmente il fenomeno dell’emigrazione italiana, ma impossibile che sia “ignorato” dal Direttore di “Libero”. Fuori dai confini geografici dell’Italia esiste un’“altra Italia” di 60 milioni di oriundi. Questa “altra Italia” e’ sempre stata una grande risorsa per l’Italia che non ha mai saputo o mai capito di dover valorizzare. Negli anni ‘50/’60 le cospicue rimesse in valuta pregiata degli emigranti riempirono i forzieri delle banche italiane, che poterono finanziare l’industria e l’artigianato nascente. Il famoso “boom” economico italiano degli anni ’60 e’ stato possibile per l’intraprendenza e la genialità degli italiani in Italia (“di allora”), e per le rimesse dei “Giganti”. Purtroppo gli italiani in Italia “di oggi” sono assai diversi di quelli di quel tempo, di poche chiacchiere e molti fatti che raggiunsero importantissimi successi in tutti i settori: economici, scientifici, sportivi, culturali ecc. Nel 1968 gli italiani furono “infettati” dal deleterio movimento dei “sessantottini” che ha allevato una generazione e mezza di “spocchiosinullafacenti e irresponsabili, e questa e’ la vera causa dell’attuale drammatica crisi sociale/economica dell’Italia, alla quale ora si aggiunge la crisi finanziaria mondiale. Feltri, ed i nostri connazionali, non dovrebbero “ignorare” che “l’altra Italia” ha 387 parlamentari di livello statale o federale nelle Americhe, in Europa ed in Oceania originari da tutte le regioni italiane. Ad essi vanno aggiunti gli esponenti governativi, i membri di parlamenti regionali o statali, i sindaci e altri amministratori locali, nonché i vari tipi di funzionari elettivi, che assommano a diverse migliaia. Per quanto riguarda i media, le radio e le televisioni di significativa importanza, sono all’incirca 200 e piu’ di 400 i quotidiani e le testate di consolidata pubblicazione giornaliera o periodica che pubblicano in lingua italiana. A questo vanno aggiunte le oltre 50.000 industrie e ditte commerciali, fondate e mantenute tra enormi sacrifici. Hanno dato un contributo inesauribile all’occupazione e allo sviluppo economico in tutti i Paesi del mondo compresa l’Italia, importando notevoli quantitativi dei suoi prodotti. E’ inaccettabile che un giornalista intelligente ed accorto come Feltri “ignori” tutto questo. Probabilmente ha tacciato da “Papponi” gli eredi dei “Giganti” per essere rimasto schifato dal metodo di “selezione” dei delegati. La Conferenza e’ stata “orchestrata” dal CGIE e dai COMITES che Feltri considera (come molti altri) enti “Papponi”: in 20 anni hanno “pappato” oltre 100milioni di euro con risultati ZERO a beneficio delle comunità degli italiani nel mondo. Due piu’ due fa quattro e Feltri ha concluso che, se la stragrande maggioranza dei giovani sono stati “raccomandati” dai vari presidenti o membri dei due enti “Papponi”, conseguentemente anche loro sono “Papponi”. “Libero” riporta alcune interviste ad alcuni giovani che, “ingenuamente”, ammettono di essere a Roma perché “raccomandati”. In effetti, per lo piu’ la selezione non e’ avvenuta per “meriti” o per il “valore professionale” dei candidati, ma per applicazione del deprecabile metodo italiano: favorire gli amici degli amici. Da tutto il mondo arrivano rivelazioni del vergognoso metodo di selezione. Mesi a dietro, il COMITES di Sydney pubblicò alcuni annunci per invitare i giovani, dai 18 ai 35, di candidarsi per selezionare quattro delegati da inviare a Roma alla prima Conferenza mondiale. Ma gli annunci avevano soltanto lo scopo di dimostrare che tutto si stava facendo con “trasparenza” per la scelta dei quattro giovani piu’ preparati. In realtà era soltanto bluff, la “selezione” era avvenuta da tempo. Infatti a Roma sono andati: 1) Una ragazza facente funzione di segretaria del COMITES (da soli due anni in Australia); 2) Una ragazza impiegata al CO.AS.IT. (l’ufficio e’ di fronte al COMITES); 3) La figlia di un membro del COMITES; 4) Un ragazzo appoggiato da alcuni membri del COMITES. Probabilmente questi erano i giovani migliori, ma il COMITES, per “trasparenza”, doverosamente avrebbe dovuto pubblicare l’elenco di tutti coloro che avevano risposto agli annunci elencando il loro nomi, cognomi e qualifiche. Il COMITES di Sydney e’ lo specchio fedele del cattivo costume vigente in Italia: “inciuci” e “favoritismi”. Quello che e’ molto piu’ grave, che lascia amaramente perplessi, e che i “giovani” coinvolti si sono prestati al poco onesto gioco per non rinunciare ad una gita di una settimana a Roma, spesati di tutto e con un bonus di 350euro. Dovevano ribellarsi a questo deprecabile “rito” italiano, perché non l’hanno fatto? Forse sono dei “furbacchioni” tali e quali ai padri? Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi! Fortunatamente dalla Conferenza di Roma sono arrivati segnali molto positivi che lasciano ben sperare per il futuro. Molti giovani hanno dimostrato professionalità e pragmatismo, qualità acquisite nei loro Paesi di residenza. Diamo tempo al tempo e sicuramente da loro arriveranno “fatti” e non “chiacchierare” e smentiranno Feltri dimostrando che non sono dei “Papponi”. Opportunamente il rinnovo dei COMITES e’ “slittato” al 2010. C’e’ ora il tempo per riflettere. E’ auspicabile che il CGIE venga definitivamente cancellato. Se i COMITES dovessero essere confermati, deve essere impedita la candidatura di coloro che vi hanno già partecipato. La gestione dovrà essere affidata esclusivamente a giovani che abbiamo dato “prova” della loro competenza professionale, che godano della stima della comunità italiana e di quella del Paese di residenza. Basta con la vecchia “nomenclatura” che ha ampiamente dimostrato la loro incapacità, che ha usato il CGIE ed i COMITES per una visibilità’ personale per farsi eleggere al Parlamento italiano, o per ottenere titoli di “cavaliere”, “commendatore” e decorazioni di “stelle al merito”, al merito di che? I fatti parlano chiaro: non hanno mai fatto un bel niente a favore della comunità italiana nel mondo. E’ giunto il tempo della serietà, di proiettarsi con i giovani decisamente verso il futuro per non disperdere l’italianita’ e tutto quello che i “Giganti hanno conquistato e costruito con grandi rinunce ed enormi sacrifici.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

La sinistra italiana e la magistratura vanno ricostruite. Chi sono gli "imbroglioni" che hanno provocato la crisi finanziaria mondiale?

E' sconfortante commentare la politica italiana. Abbiamo assistito ad una furibonda guerra tra le Procure legali poi all’improvviso “riappacificatisi”. Allo stesso tempo assistiamo alla fine della tanto sbandierata “superiorità morale” della sinistra. Un doppio e clamoroso fallimento di due progetti che per oltre vent’anni hanno illuso una parte consistente degli italiani. I custodi della “legge” (i magistrati) da una parte ed i custodi della “morale” (la sinistra) dall’altra, avrebbero dovuto portare un grande cambiamento all’Italia. Il mito che la sinistra fosse “moralmente migliore” è durato a lungo. Ora, però, lo scoppio contemporaneo di un’infinità di scandali ha mandato in frantumi quella illusione. E, proprio perché per troppo tempo hanno sbandierato la loro presunta “superiorità morale”, li rendono meno credibili e più odiosi di qualsiasi altro personaggio sulla scena politica italiana. Magistratura e sinistra sono del tutto delegittimate e debbo essere ricostruite dalle fondamenta. Da Veltroni soltanto idiozie, l’ultima la difesa della Sky. Walter di Murdoch, degli abbonati Sky e dei tifosi non gliene frega un tubo, l'obbiettivo e' quello di sempre: attaccare Berlusconi. Un altro boomerang come quello di Obama “abbronzato”. Sapete perche il PD si e' rivoltato contro la decisione di far pagare a Sky e a Mediaset la stessa IVA che pagano tutte le altre TV? Chi trasmette in tutta Italia "You-dem", la televisione di Veltroni? SKY. E chi trasmette "Red", la televisione di D'Alema? SKY. Inventare uno scandalo per 4 euro in piu' al mese e' pura follia per difendere un genere "voluttuario" non indispensabile. Poi l’Unione Europea (ed anche Prodi) ha chiarito che era un provvedimento da fare. Da Veltroni non un progetto, non un’idea degna di un vero leader. Ecco perché il PD nei sondaggi (vedi La Repubblica) perde sempre di piu’ consensi. Lasciamo stare, occupiamoci d’altro di piu’ importante. Sapete che i capi delle tre fabbriche d’auto USA si sono ridotti lo stipendio ad un dollaro all’anno ed hanno costretto i loro piu’ diretti collaboratori a fare altrettanto? Ecco questo sarebbe un esempio che i nostri parlamentari, e gli alti dirigenti industriali, dovrebbero seguire se vorranno aiutare “veramente” il popolo italiano ad affrontare la crisi economica che diventerà sempre piu’ grave per molti anni in avvenire. Dopo decenni di crescente sofisticazione truffaldina della finanza, i nodi sono arrivati al pettine. Ma la colpa di chi sarebbe? Sono molti i responsabili di questo disastro. La banca centrale americana per molti anni ha mantenuto bassi i tassi d’interesse. Le finanziarie hanno venduto prestiti a chi non poteva ripagarli. I consulenti finanziari, per incassare laute percentuali, hanno dato cattivi consigli ai privati per convincerli ad acquistare azioni (shares) fasulle. Chi doveva vigilare su questo ha chiuso tutti e due gli occhi perché “foraggiati”. Molte banche si sono prestate al gioco per ricavarne facili, immediati e consistenti utili senza guardare al lungo tempo, quando le quotazioni delle shares sarebbero state quotate al valore “reale”. Tutti sapevano quello che sarebbe accaduto, ma tutti speravano che (chi sa per quale miracolo) la bomba non sarebbe mai esplosa. La verità e’ che tutti hanno agito in malafede, o per incompetenza, oppure stupidamente. La tecnologia e le circostanze cambiano, ma l’uomo nel suo DNA ha sempre la tendenza di essere “pirata”. La “bolla” finanziaria immobiliare e’ nata dalle grandi quantità di capitali che sono entrati nel mercato americano per via dei tassi bancari rimasti bassi per lungo tempo. Sono entrati ingenti capitali dall’Asia che, per non far rafforzare la loro moneta e mantenere competitivi i loro prodotti, compravano titoli azionari: hanno comprato per una strabiliante cifra di 2,4 trilioni di dollari. Cosi’ e’ nato il “mutuo (loan) per tutti” con un piano di ammortamento a rate variabili. Prima a basso costo, in modo da renderle pagabili, poi in un crescendo sempre piu’ pesante, in modo da non permettere al cliente di pagarle costringendolo a “rinegoziare” un nuovo mutuo: per un ulteriore guadagno per le finanziarie. Queste ultime erano sicure dell’operazione per il continuo aumento del valore delle case. Così chiunque, anche chi non poteva permettersi un mutuo per la mancanza di un lavoro, firmava un contratto dopo una semplice autocertificazione. Il contratto veniva approvato da agenti indipendenti che intascavano laute commissioni. Gli agenti non avendo nulla da rimetterci, intanto i soldi erano prestati dalle finanziarie. Queste ultime, oramai piene di contratti stipulati anche da chi non li avrebbe mai potuti pagare, cedevano a Wall Street un numero ingente di mutui. Wall Street comprava pur sapendo che i prestiti, presi uno ad uno, erano rischiosi, ma la “grande finanza” aveva già studiato come fare. Si mescolavano tutti i mutui, si tagliavano a fette come una torta e si creavano dei titoli: i CDO (Collateralized Debt Obligations). L’idea era quella di consentire alle banche di portare i rischi fuori dal bilancio, mettendo in comune i debiti e rivendendoli come titoli, coperti da un'assicurazione CDS (Credit Default Swaps) se non venivano pagati. I CDO furono divisi in tre grandi comparti: basso, medio ed alto rischio. Quelli a basso rischio, grazie agli ottimi voti delle agenzie di rating (“ammorbidite”), venivano venduti ad un rendimento normale. La fetta a medio rischio offriva un ottimo rendimento e veniva acquistata da enti governativi, banche, fondi pensione e assicurazioni di tutto il mondo, compreso l’Italia e l’Australia. Il CDO ad altissimo rischio che, in caso di successo, avrebbe dato un rendimento stratosferico era collegato ad un SIV (Structured Investent Vehicle), un fondo d'investimento gestito in un “paradiso fiscale” e, di conseguenza, fuori da qualsiasi controllo, tanto che non si conosceva il valore degli immobili che lo garantiva. Ad un certo punto, anche se l’economia USA cresceva del 4%, la popolazione non aveva piu’ soldi per pagare le rate del mutuo iniziato con 1200 dollari mensili poi schizzato a 4200. Fine dei pagamenti dei titoli CDO, anche di quelli “buoni” in quanto le assicurazioni, che li garantivano, fallivano una dietro l’altra. Fine del sogno americano: di una casa per tutti. La più grande “bolla speculativa” mai creata ha trascinato con se tutta l'economia del mondo intero. Alla fine di tutto questo cosa si può imparare? Che si può e si deve risparmiare di più, spendere di meno, diversificare gli investimenti e, soprattutto, evitare di comprare cose che non ci possiamo permettere o che non ci servono. Ora i nostri soldi sono andati a salvare le banche, altrimenti non avrebbero potuto dare prestiti alle imprese che avrebbero chiuso in massa. Molte, già travolte dalla crisi, stanno licenziando milioni di persone in tutto il mondo. La crisi non si sa per quanto tempo durerà. Come scrivevo nel mio articolo della settimana scorsa, c'è bisogno da parte di tutti noi di un cambiamento drastico del nostro stile di vita, altrimenti lasceremo un mondo “invivibile” ai nostri figli e nipoti e a quelli che verranno. Dovremo spiegare a quelli che ci seguiranno che le severe leggi che troveranno, furono create per non permettere piu’ a tutti coloro che, grazie a truffe e inganni, si approfittarono della buona fede della gente per speculare e creare ricchezza per i propri interessi, per “megalomania” di essere ricchi, belli e famosi.

Bisogna cambiare stile di vita altrimenti la Terra subira' la sorte dell'isola di Pasqua.

Sydney, 5 dicembre 2008
Da alcuni mesi siamo giornalmente bombardati da “catastrofiche” notizie sul futuro dell’economia mondiale e, di conseguenza, della nostra vita quotidiana. Questa crisi globale del settore finanziario, spingerà tutto il mondo finalmente alla riscoperta dell’economia “reale”, dove il lavoro, la produzione, le aziende riacquisteranno quel valore che in questi ultimi decenni avevano perso nei confronti di una finanza spregiudicata e truffaldina. Se volevamo andare avanti dovevamo ritornare in dietro. Sarebbe anche ora che producessimo meno e soltanto cose utili e di qualità, vista la quantità enorme di oggetti inutili e superflui che riempiono le nostre case. Produrre meglio, e cose veramente utili, contribuirà sicuramente al miglioramento della qualità della vita perché, disfacendoci del superfluo, ci concentreremo maggiormente su ciò che è veramente “essenziale” per la nostra vita. Dovremmo anche investite di piu’ sulla salute, il lavoro, la casa, la famiglia, l’amicizia, questi sono tutti beni durevoli che non temono crisi finanziarie e che da sempre sono la fonte della vera felicità e del benessere economico. Non tutti i mali vengono per nuocere. La crisi sarà pesante ma occorre non farsi prendere dal panico e dare il giusto peso alle notizie diffuse dai media. Siamo di fronte ad una grande svolta di cambiamento del nostro stile di vita. Se non crediamo piu’ al futuro, e ci limitiamo alla semplice sopravvivenza quotidiana, andremo in contro a conseguenze disastrose. Ad esempio la salute: impariamo a non comprare il cibo “spazzatura”, compriamo solo quello “sano” nelle quantità esclusivamente “necessarie”, non “abbondanti” come siamo stati abituati a fare da tempo. Andiamo dal dottore quanto veramente e’ “necessario”, non per un semplice raffreddore. Non ingozziamoci di medicinali come se dovessero fare chi sa quali miracoli: le medicine “quando fanno bene fanno male” se consideriamo tutti gli effetti “collaterali”. Se adotteremo questi comportamenti risparmieremmo, staremmo meglio in salute (con meno spese per lo Stato) e nel contempo continueremo a consumare per far lavorare le fabbriche: quelle che produrranno cose veramente utili e necessarie. Dobbiamo iniziare a vivere in modo piu’ intelligente e “consapevole” perché, da alcuni mesi, l’umanità’ sta consumando le “riserve” del capitale biologico (a cominciare dal legno e l’acqua) accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della Terra. Nemmeno un super intervento, come quello del governo degli Stati Uniti e di tutti gli altri Paesi per tappare i buchi delle banche, basterebbe a riequilibrare il nostro rapporto con la madre Terra. Secondo gli scienziati il 23 settembre del 2050 potrebbe essere “l'Earth Overshoot Day”: l'ora della bancarotta ecologica se non cambieremo “urgentemente” le abitudini del nostro stile di vita. La data della possibile crisi delle risorse rinnovabili è stata calcolata dal Global “Footprint Network”, l'associazione che misura l'impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più: i rifiuti. Attualmente continuiamo a sopravvivere “rubando” ricchezza ai figli, ai nipoti e a quelli che verranno dopo. Se continueremo di questo passo la Terra sta andando incontro allo stesso destino avuto l’isola di Pasqua, dove l’insensato consumo delle risorse naturali portò all’estinzione la popolazione che l’abitava. La storia di questa isola e’ drammaticamente emblematica e deve farci riflettere profondamente. Allo sbarco dei primi colonizzatori polinesiani, attorno all’800-900 d.C., l'isola si presentava come un’immensa foresta di palme: un vero “paradiso terrestre”. Fino al 1200 la popolazione rimase sostanzialmente in equilibrio con le risorse naturali presenti. In seguito, però, nacque da parte degli abitanti la necessità di costruire i “moai”. Si tratta di statue monolitiche, cioè ricavate e scavate da un unico blocco di tufo vulcanico. Alcune possiedono sulla testa un tozzo cilindro (pukau) ricavato da un altro tipo di tufo di colore rossastro, come l'acconciatura diffusa tra i maschi. Il sistema di trasporto di queste gigantesche statue richiedeva notevoli quantità di legname. Cominciò pertanto un “dissennato” disboscamento dell’isola che fu ulteriormente intensificato dopo il sensibile aumento della popolazione dovuto a nuovi sbarchi. Verso il 1400 l’attività di abbattimento degli alberi raggiunge il massimo di intensità. La riduzione della risorsa forestale provocò un inasprimento dei rapporti sociali interni che sfociarono in violente guerre civili. Tra il 1600 e il 1700, in alternativa al legno divenuto sempre più scarso, gli abitanti iniziano a utilizzare anche erbe e cespugli come combustibile. Le condizioni di vita sull'isola divennero pertanto proibitive per la popolazione rimasta, in gran parte decimata dalle guerre civili e per l’emigrazione di coloro che abbandonarono l’isola all’inizio un “paradiso terrestre”. Per millenni l'impatto dell'umanità, a livello globale, è stato trascurabile. Con la crescita della popolazione (il Novecento è cominciato con 1,6 miliardi di esseri umani e si è concluso con 6 miliardi) e con la crescita dei consumi (quelli energetici sono aumentati di 16 volte durante il secolo scorso) il quadro è cambiato così rapidamente che, dal punto di vista della storia geologica, rappresenta una “frazione di secondo”. Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Il primo anno in cui l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità della Terra è stato il 1986, ma quella volta il danno era ancora moderato. Nel 1995 il prelievo cominciava a “intaccare” il capitale a disposizione: la quantità di legname, fibre, animali, verdure divorati andava oltre la capacità degli ecosistemi capaci di rigenerarsi. E, visto che è difficile ipotizzare che per il 2050 parte della popolazione terrestre potrà “emigrare” in altri pianeti, bisognerà arginare il sovra consumo usando nuove tecnologie e cambiando stile di vita. Se il modello di stile di vita degli Stati Uniti venisse esteso a tutti gli abitanti del pianeta ci vorrebbero 5,4 Terre. Con lo stile Regno Unito 3,1 Terre, Germania 2,5 Terre, Italia 2,2 Terre. Cosa fare? Dobbiamo continuare ad avere fiducia del presente ma guardare con molta consapevolezza al futuro. I governi di tutte le nazioni saranno costretti ad adottare provvedimenti drastici per indirizzare le persone ad avere stili di vita consoni per essere sostenibili dall’ecosistema. Se non cambieremo urgentemente il nostro stile di vita immancabilmente la Terra subirà la sorte dell’isola di Pasqua.

I giovani sono genuini o dei "furbacchioni"? Saranno capaci di sostituire i "Giganti"?

I giovani che si avvicinano alla politica lo fanno per “vocazione” o soltanto per “furbizia”? Il deputato Marco Zacchera (in Parlamento da troppe legislature, ben 5) ha scritto un libro dal titolo “Staffette”. Leggendolo diventa chiaro cosa significhi “predicare bene e razzolare male”, ma alcune riflessioni sono condivisibili. A pagina 96 scrive: “La politica non e’ piu’ vista come scelta ideologica, di sacrificio per il bene del pubblico, d’impegno sociale. Una politica che e’ diventata solo mediatica ha accantonato i valori autentici, li mette in mostra solo in occasioni retoriche ma non li vive, non ci crede….”. A pagina 98 aggiunge: “In generale, pero’, la carriera politica e’ scelta da persone non di alto profilo ed i risultati lo dimostrano”. Il “problema” italiano non e’ unicamente quello dei politici moltissimi incapaci e molti disonesti, ma e’ l’intera società che ammira piu’ i “furbi” di chi vuole fare le cose seriamente ed onestamente. Purtroppo di questa malattia ne soffre anche le comunità degli italiani nel mondo. Cosa significa onestà se non seguire le regole e non aggirarle (talvolta anche in modo fraudolento) a proprio vantaggio o di quello delle persone o del gruppo a cui si appartiene? I giovani italiani nel mondo, nati e cresciuti in questo ambiente, sono anche loro ammalati di “furbizia” o hanno la “vocazione” a sentimenti genuini? Lo sapremo presto, dopo la conferenza internazionale dei giovani di origine italiana che si terrà a Roma dal 10 al 12 dicembre 2008. Finalmente conosceremo anche cosa vorranno fare, non solo per mantenere e continuare l’italianita’ nel mondo, ma come poterla consolidare sempre di piu’ per non farla sparire. Trovo piuttosto pessimista e poco realistica la testimonianza raccolta dal giornalista italo/brasiliano Max Bono. Un emigrato italiano, ultrasettantenne che vive a Salvator de Bahia, gli ha dichiarato che: “La differenza tra i vecchi e i giovani, in Patria come all’estero, e’ proprio questa. I vecchi hanno un attaccamento ad alcuni valori, che possono essere la Patria, la bandiera, i propri costumi, le proprie tradizioni, i propri dialetti, mentre i giovani no, non sono attaccati a niente”. Secondo me non e’ così, almeno lo spero. I giovani hanno degli ideali che possono essere incomprensibili alla generazione dei “Giganti”. Questo e’ dovuto al fatto che i giovani vivono in una realtà socio/economica totalmente diversa da quella di 40/50 anni fa. Per giunta, in questo momento, il mondo intero sta vivendo una gravissima crisi economica. La colpa di questo disastro e’ di quei pochi che hanno tentato di accumulare enormi capitali a spese di miliardi di persone dei “dannati della terra”: le centinaia di migliaia che ogni giorno muoiono per fame, i bambini e gli adulti sfruttati dal “capitale” nei “Paesi del terzo mondo”. Infine la piccola borghesia e’ stata “truffata” da operazioni spregiudicate delle banche americane. Nonostante questo particolare grave momento di recessione economica, che si accentuerà sempre di piu’ (il peggio dovrà arrivare), i giovani hanno davanti a loro una grande “opportunita’” per “realizzare” i loro ideali. Come e’ sempre avvenuto nella lunga storia dell’umanità’, i momenti difficili sono sempre serviti da stimolo per portare drastici cambiamenti alla società, per farle fare un balzo in avanti, insomma per migliorala. Purtroppo il governo italiano e’ stato costretto a fare tagli economici pesanti in tutti i settori. Ha tagliato fortemente anche i fondi destinati a noi italiani nel mondo. Come osserva il deputato Giuseppe Angeli, eletto in Argentina, ci troviamo in questa situazione perché quel denaro, che veniva distribuito a “pioggia”, e’ stato sperperato dai piu’ “furbi” a danno di chi ne aveva veramente bisogno. Se si esamina la lista dei “beneficiari”, si scoprono piccoli e grandi “approfittatori” che il governo Berlusconi ora vuole far rimanere a “secco”. Un esempio? Per l’insegnamento della lingua italiana, in tutto il mondo ci sono scuole italiane che funzionano egregiamente, ce ne sono alcune che sono dei veri e propri bluff. Non lavorano come dovrebbero ed hanno livelli di qualità molto scarsi e “vivacchiano” soltanto grazie ai contributi che ricevono dallo Stato italiano. Il governo Berlusconi ha l’intenzione di dare in mano ai privati la gestione delle scuole italiane nel mondo. Chi investe i propri soldi cercherà il guadagno, e quindi starà attento a spendere bene i contributi che riceverà dallo Stato sotto forma d’incentivo, altrimenti rischierebbe il capitale proprio. Deve finire il deplorevole costume di amministrare i fondi pubblici in maniera poco efficiente, senza raggiungere mai risultati buoni e concreti. Il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, l'ha detto chiaro e forte: “E’ arrivata l'ora del cambiamento”. E sottolinea: “Siamo al prendere o lasciare”. Aspetta ora ai giovani di fare “sistema”, creare le condizioni per un interscambio culturale, sociale e anche economico fra l'Italia e il loro Paese di residenza. Prendano quello che e’ rimasto per l’ingordigia e la mala gestione di chi li ha preceduti. Si preoccupino, prima di tutto, di sostenere i più deboli, poi indirizzino le risorse rimanenti verso quei settori e quelle organizzazioni che dimostrano di lavorare bene per le comunità italiane nel mondo e l’Italia, e non per meschini interessi personali o di parte. Non ambiscano ai titoli di “Cavaliere” e “Commendatore” o altre stupidaggini. I giovani (e non solo) di origine italiana hanno una grande fortuna che dovranno sfruttare al meglio. Con i sistemi telematici e la rete internet, ormai il mondo e’ un piccolo villaggio globale dove i contatti interpersonali e le comunicazioni sono facilissime. Le varie comunità italiane, sparse in tutti i Paesi del mondo, ora possono diventare un tutt’uno. Ognuno potrà mettere a disposizione il proprio talento per costruire un futuro comune ed integrato in qualsiasi parte del mondo si trovi. I giovani non commettano l’errore di schierarsi con i partiti politici italiani. In Italia è tutta una finzione. L’Italia non ha più nessuna speranza di cambiare, noi italiani che viviamo nel mondo siamo più fortunati. Pensiamoci un attimo, che cosa abbiamo avuto dai 62 governi italiani che si sono succeduti in questi 60 anni? Il diritto al voto? Chi ne ha beneficiato? Soltanto 18 persone: i 12 deputati e 6 i senatori eletti che, sino ad ora, non hanno combinato nulla. Per tutti noialtri benefici ZERO, ZERO assoluto. Lo scrivo da tempo: E’ bene che noi italiani nel mondo cominciamo a farci i fatti nostri. Espelliamo per sempre dalla nostra vita la politica italiana. I giovani non si facciano imbrogliare. Stabiliscano un rapporto “paritetico” con lo Stato italiano, con i governi in carica, sulla base di “do ut des - ti do per avere”.

Le pagliacciate della RAI non salveranno Veltroni e la sinistra dal disastro.

La maggioranza silenziosa degli italiani che risiede nel mondo e’ costretta ad assistere giornalmente alle pagliacciate messe in onda da “RaiItalia” che attinge dai programmi di canale 3 della RAI “feudo” della sinistra. I programmi sono “un’apoteosi” di dileggio e di scherno per il governo Berlusconi. Il “palinsesto” e’ pieno di meschine ed insulse pseudo satire. Dalla Littizzetto, con il falso imbarazzo di Fazio, a “Che tempo che fa”; alle ormai solite stravecchie “notizie” di Travaglio che servono a Santoro per processi sommari ad “AnnoZero” con “l’aiutino” della comica (?!) Sabina Guzzanti; a Crozza che suscita il sorrisetto ebete di Floris a “Ballaro’”; alla Dandini a “Parla con me”. Il Ministro della pubblica istruzione Gelmini non è un “essere umano” (lo scrittore Camilleri). Brunetta sarebbe un “energumeno tascabile” (D’Alema). Il trattamento migliore, come sempre, e’ riservato a Berlusconi che viene “classificato”: psiconano, ciarlatano, mafioso, bugiardo, magliaro, corrotto, infame, venditore di tappeti, saltimbanco ecc. Di Pietro, a riguardo all’affare “Villari”, lo accusa nientemeno di esserne "l'assassino della democrazia" e un "corruttore". In diretta a “Ballaro’” Berlusconi e’ stato chiaro: “Lo invito, dopo queste accuse, a fare il suo dovere, deve andare dai magistrati e denunciarmi. Se non lo farà lui, lo farò io querelandolo per calunnia”. Comunque, grazie a questi squallidi spettacoli, il governo continua a mantenere sempre alto il suo gradimento. Bene, bravi! In questo periodo di profonda crisi economica e sociale, ci si aspetterebbe piu’ responsabilità da parte dell’opposizione e del sindacato Cgil. Purtroppo nel DNA della sinistra c’e’ ancora il metodo comunista. Negli anni sessanta e settanta lo scopo del sindacato “rosso” era di creare le condizioni per l’avvento del comunismo. E dunque, anziché contribuire responsabilmente alla crescita del Paese con un dialogo civile, faceva di tutto per destabilizzare il sistema produttivo, economico e sociale e le “brigate rosse” gli davano una mano. Più le cose andavano male, più aumentavano le prospettive di una vittoria comunista. Il processo era pianificato meticolosamente dall’Unione sovietica. Oggi l’Urss non c’è più: il comunismo e’ morto. La maggioranza del vecchio Pci e’ ora nel Pd di Veltroni, che ha fallito miseramente su tutta la linea. Per “Vartere” e’ veramente finita, anche se bisognerà aspettare le elezioni in Abruzzo per tirare le somme. Veltroni aveva “esultato” per i risultati delle elezioni provinciali di Trento: “Il vento e’ cambiato!”. Si trattava di un rinnovo dove il centrosinistra era già al potere. Si, il vento e’ cambiato, basta consultare i dati: 2008: centrosinistra+Udc 56,99%; centrodestra Pdl+Lega 36,51%. 2003: centrosinistra 60,82%; centrodestra Pdl+Lega+Udc 30,67%. Risulta chiaro che il centrosinistra, ancora una volta, perde voti….ma “Vartere” festeggia! L’ultima figuraccia e’ il caso Villari, eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai senza la sua approvazione. Veltroni gli ha chiesto di dimettersi, pena l’espulsione del partito, per tutta risposta ha ricevuto una “pernacchia”. Forse ora, con l’accordo Pdl e Pd su Sergio Zavoli, si dimetterà? Come reagirà Di Pietro che ha dovuto ingoiare il rospo? “Vartere ’o bamba de noantri” e’ disperato e manda allo sbaraglio Epifani della Cgil che in diretta, sempre a “Ballaro”, ha avuto una bella lavata di capo da Berlusconi. Il sindacato “rosso” non è cambiato. Resta aggrappato a un potere sindacale esercitato in maniera anacronistica. E quando nel Paese le cose vanno male si “sfrega le mani”, si esalta e da tutto se stesso per procurare il maggior sfascio possibile e organizza scioperi uno dietro l’altro. Gli sfugge che, a forza di promuovere scioperi inutili o illegali, finirà con distruggere se stesso. Un buon sindacato e’ e resta un elemento importante nella vita democratica di un Paese, a patto, però, che rappresenti e difenda i veri interessi dei lavoratori. I dirigenti del Pd hanno capito che anche questa stagione politica si e' esaurita. E’ da mesi che Arturo Parisi invita Veltroni a dimettersi ed imparare da Berlusconi: lui si che e’ un leader! A capo di un partito politico ci vuole soprattutto un “leader carismatico” che venga apprezzato dai suoi ma anche stimato dagli avversari. Veltroni vuole coprire i suoi errori dando le colpe agli altri, e poi va a “piagnucolare” da Napolitano. Come un “bambinetto” va a lamentarsi dal maestro perché, non solo i “bulli” dell’opposizione gli dicono le parolacce, lo dileggiano e lo delegittimano, ma gliene dicono di tutti i colori anche i suoi “amici”. Se fa la voce grossa nessuno dei suoi se lo fila. Di Pietro è arrabbiato con lui, e lui lo appoggia in Abruzzo per l’elezione regionale. Non aveva detto pubblicamente che Di Pietro non era più un alleato del Pd? Incolpa Berlusconi di essere un “dittatore”, che in Italia non c’è più legalità. Come ha detto Beppe Giulietti (dell’Idv!): “Di sicuro Berlusconi si starà rotolando dalle risate sui tappeti di Arcore per la” genialità” della strategia di Veltroni”. Cosa si attende ora il povero “Vartere” dal Presidente della Repubblica, che sculacci Berlusconi? Che disastro! Cari connazionali, che come me vivete nel mondo, non attendiamoci nulla di positivo dai rappresentati politici di un’opposizione inesistente che non gode di nessuna credibilità presso il governo in carica. Ma non facciamoci illusioni, otterremo niente o pochissimo anche dai rappresentati politici che “pascolano” nella maggioranza. Personalmente sono “berlusconiano”, ma lontanissimo dal Pdl dove si e’ “imboscata” molta gente che vuol fare esclusivamente i “casi loro”. Personaggi loschi, incapaci ed arroganti che “odiano” le persone oneste e sincere. Per fortuna Berlusconi non e' un fesso e l’ha cantato forte e chiaro: per lui contano soltanto una trentina di persone, tutte le altre zitte e a cuccia, siano soltanto pronte a votare secondo le istruzioni che gli verranno “impartite”. Cosi’ molti parlamentari della maggioranza (e dell’opposizione) sono in “vacanza permanente”, e con lo stipendio che percepiscono se la spassano un mondo. C’e’ chi e’ impegnato a gareggiare con i “colleghi” a chi visita il maggior numero possibile di Paesi stranieri. Il governo Berlusconi ha una grande maggioranza alla Camera e al Senato ma, talvolta, e’ stato battuto nonostante i “pianisti”. Chi sono? E già, se non ci si aiuta tra colleghi! Quando qualche parlamentare (“bipartisan”) e’ in “vacanza”, per non fargli perdere la “diaria” di 206,58 euro, i “colleghi” presenti votano per lui. Questo e’ stato uno dei principali motivi per cui Franca Rame, “schifata”, diede le dimissioni da Senatrice: non voleva piu’ essere collega di “truffatori”. Poi ci sono i “furbacchioni” che, pur non “foraggiandosi” direttamente nella “greppia” (leggi: Parlamento), “campicchiano” mica male. Un certo Francesco Pasquali, coordinatore dei giovani di Forza Italia, 30 anni, studente fuori corso, difende giustamente la riforma della scuola, e per questo e’ stato intervistato dal “Corriere della Sera”, ed invitato sia ad “AnnoZero” che a “Porta a Porta”. Per Pasquali la politica è un soltanto un “hobby” (meno male che non abbia detto una “missione”) e, ha dichiarato, che non “becca” un euro: “Adesso per guadagnare sto scrivendo su giornali online e collaboro politicamente col ministro Sacconi”. Pasquali non “collabora” col ministro Sacconi: è il suo segretario particolare. Il che significa che per almeno 5 anni (la durata del governo) avrà uno stipendio mensile di 4,500 euro. Un “hobby” mica male! I giovani che si accostano alla politica saranno tutti dei “furbacchioni”? Chi vivrà vedrà.

Barack Obama intelligente ed "ambronzato", Veltroni soltanto uno sciocco.

Dio strabenedica Barack Obama. Bisogna sperare con tutte le forze che il nuovo Presidente si riveli all’altezza del suo compito. La sua inesperienza non è un fattore negativo perché e’ ben compensata dalla freschezza della giovinezza, dall’energia e dalla voglia di agire. Ma questo ragazzo giovane, intelligente, carismatico ed “abbronzato”, si e’ caricato sulle spalle un fardello pesantissimo. Ha acceso i sogni e le illusioni di tutti gli americani e di alcuni miliardi di persone in tutto il mondo, se realizzerà i sogni di alcuni, distruggerà quelli di altri che inizieranno ad odiarlo. Sarà un grandissimo successo per lui se riuscisse a mantenere anche soltanto il 30% di quello che ha promesso. Gli Stati Uniti d’America ha circa 60 milioni di diseredati. Se Obama decidesse di dare ad ognuno di loro un dollaro al giorno non risolverebbe il loro problema, ma costerebbe agli USA 60 milioni di dollari. Per farli uscire dalla povertà, il sussidio dovrebbe almeno essere di 100 dollari giornalieri. Pur essendo gli USA il Paese piu’ ricco al mondo, non sarebbe in grado di accollarsi quell’enorme carico. Questo poi e’ uno dei molteplici e gravissimi problemi che Obama ha di fronte a se. Le fabbriche stanno chiudendo in massa e, conseguentemente, aumenteranno le persone costrette a vivere con il misero l’assegno di disoccupazione. Di sicuro ancora non sono terminati i danni dell’uragano distruttivo della finanza speculativa. Sta incombendo su tutti noi una catastrofe inimmaginabile. Il Titanic sta affondando e, per non allarmarci, i governanti fanno suonare la banda per confonderci. La storia di Obama ha molte similitudini con quella di duemila anni fa. Gesù’ era acclamato ed osannato da folle immense. I Suoi seguaci si convinsero che Lui avrebbe risolto, prima di tutto, i loro guai terreni. Gesù’ trasformò l’acqua in vino, moltiplicò i pani ed i pesci, guarì i ciechi, resuscitò i morti ma fece l’errore di scacciare i mercati dal tempio. La “casta” dominante di quel tempo, visti in pericolo i suoi affari (oggi sono il petrolio, la vendita delle armi e gli affari delle multinazionali), gli mise contro il popolo. Un discepolo Lo vendette per trenta denari. Un altro, che doveva fondare la Sua Chiesa, Lo rinnegò per ben tre volte. Fu trascinato di fronte al governatore romano per essere giudicato. Ponzio Pilato, convinto della Sua innocenza, tentò di salvarlo facendo scegliere alla folla chi doveva essere crocifisso, l’assassino Barabba o Gesù’. Sappiamo come e’ andata. Sicuramente Obama non farà quella fine, ma rischia grosso. La realtà politica e sociale americana e’ troppo differente di quella europea ed italiana. La sinistra italiana e’ convinta di trovare in Obama un alleato alle loro politiche. Quando si insedierà alla Casa Bianca, il nuovo presidente privilegerà i leader di governo, di destra o di sinistra, che più si avvicineranno agli interessi e alle aspirazioni degli Usa. Obama e’ sempre un Jankee americano e c’entra pochissimo con l’essere “democratico” come l’intende Veltroni. Vartere, presuntuosamente, ritiene di avere delle caratteristiche in comune con Obama e si sente rappresentato dalla sua vittoria elettorale, ma è solo una sua pia illusione. Molti simpatizzanti e militanti della sinistra italiana non sanno che Obama e’ favorevole alla pena di morte e che e’ favorevole alla vendita delle armi da fuoco. Se lo sapessero sarebbero molto meno entusiasti. Obama, una volta alla Casa Bianca, sarà diverso rispetto a quello che è apparso sinora in campagna elettorale, sia in campo economico che nella politica estera. Sull’Iraq aveva iniziato la campagna elettorale promettendo un ritiro immediato, da quella che considerava una “guerra sbagliata”. Ora mantiene la promessa del ritiro, ma solo ”non appena possibile”. In politica estera Obama avvierà una fase di dialogo, ma se fallirà sia con l'Iran, che con la Siria e con Hamas, allora sarà costretto a fare le guerre come Bush e come i suoi predecessori “democratici” Kennedy, Carter e Clinton. Quando poi dovesse esserci una situazione di crisi che richiederebbe un intervento militare, Obama userebbe la forza. Allora come la metterà il “povero” Veltroni che ha organizzato (di nuovo!?) un “party” a piazza del Pantheon per festeggiare: “Il mondo che cambia. Festa per Barack Obama”? Qualcuno dica a Veltroni che Obama e’ stato eletto in America e non in Italia. Ma ormai chi non ha capito Veltroni? Lui ne può fare e dire di tutti i colori, ma non fa passare una “battuta”. Ogni occasione e’ buona per scatenare un putiferio per attaccare Berlusconi e “sputtanare” l’Italia in tutto il mondo. E’ così retrogrado e tetro che non sa coglie la spontanea e naturale simpatia delle uscite di Silvio. L'umorismo é un'arte raffinata, sottile....troppo complessa per chi é grigio, invidioso e senza spirito. I giornali di tutto il mondo hanno sempre scritto il “primo presidente nero”, il “primo presidente di colore”, sono allora tutti razzisti? Il vero significato in italiano di “abbronzato” e’ sinonimo di “esteticamente bello e piacevole” o no? Dopo un primo momento anche i giornali stranieri hanno scoperto il vero significato. La sinistra italiana si e’ ancora una volta dimostrata palesemente incapace di poter essere una forza alternativa di governo. Ma si ricorda chi bruciava le bandiere americane e i fantocci di Bush in piazza? Gli italiani dovrebbero sentirsi orgogliosi di avere un Presidente affabile, sorridente ed intelligente dotato di ironia e sarcasmo. Obama ha capito la “carineria” poiché anche lui è ironico, come lo sono tutte le persone intelligenti. Abbiamo sentito Obama in televisione dire che ha scelto per le figlie un cane “meticcio” come e’ lui. L'humour di Obama e’ strepitoso come quello di Berlusconi. Chi poi ha stabilito che il linguaggio “istituzionale” debba essere per forza stupidamente conformista, serioso e privo di qualunque spunto di spirito intelligente? Berlusconi ha trasformato il “politichese” incomprensibile in un linguaggio chiaro, più allegro, più comunicativo. La sua spontaneità e simpatia gli sono riconosciute universalmente, eccetto da quelli di casa nostra, privi di qualsiasi intelligenza e genialità. Obama e’ rimasto divertito per lo spirito di Berlusconi, sa che l'humour e’ il sale del mondo. Lo conferma la sua cordiale telefonata con il nostro Presidente del Consiglio. Le dichiarazioni di reciproca amicizia tra i due Leader e i rispettivi Paesi commentano la vicenda. Sarebbero obbligatorie pubbliche scuse da parte di Veltroni, Di Pietro, Franceschini e degli altri compagnucci al Presidente Berlusconi, al suo Governo ma, soprattutto, al popolo italiano. Per l’ennesima volta, con un loro fallimentare tentativo a fine politico, hanno cercato di screditare Berlusconi e l’intero Paese. Si vergognino! Ma il paradosso sta che nessun giornale ha riportato che Berlusconi non era andato in Russia per fare una battuta, era andato per portare a casa del lavoro per le industrie italiane, ma questo sembra del tutto insignificante per Veltroni, per l’opposizione di sinistra e per i giornali loro amici. E, senza pudore, sostengono che stanno facendo un’opposizione seria e costruttiva!