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venerdì 18 dicembre 2009

Dal 1994 e' iniziata la guerra del "vecchio" contro il "nuovo" che Silvio Berlusconi impersona, ecco perche' gli "eversori" vogliono eliminarlo.

Uno spettacolo indegno per un Paese civile come l’Italia. I “democratici” della rete internet non sono ancora soddisfatti: vogliono un Piazzale Loreto per Berlusconi. Ma non sono i soli a volerlo. E’ incredibile, ed anche preoccupante, quanti pazzi come Massimo Tartaglia girano liberi per l’Italia e molti anche tra gli italiani nel mondo. Questi “combattenti” per la libertà considerano il gesto vile ed inconsulto di Tartaglia un “avviso di garanzia” a Berlusconi. Quanti simili avvisi ci saranno in futuro? Non ci pensano affatto ad abbassare i toni come “supplicato” dal Presidente della Repubblica e da tanti altri. Gli “untori”, i predicatori dell’odio, hanno ancor piu’ alzato i toni dello scontro. Berlusconi e’ andato in piazza a fare un comizio ai suoi elettori, come fanno tutti, compreso Di Pietro, Ferrero, Diliberto e compresi quelli dei centri sociali. Ha detto delle verità sacrosante come i risultati ottenuti dal suo governo alla lotta alla mafia ed altro. Questo per dire che faceva una dimostrazione pacifica e parlava “alla sua gente” ed a chi voleva ascoltarlo. E’ venuto fuori il solito delinquente che gli ha scagliato in faccia una riproduzione del duomo di Milano. Pare che il mascalzone sia in cura perché psicolabile”, tanto che e’ stata chiamata la sua psichiatra al commissariato. Tutta una “manfrina” studiata a tavolino, per evitargli seri guai giudiziari. Ad un pazzo gli si “giustifica” tutto. Pazzo sì, ma cosciente a chi doveva tirare l'oggetto, in che modo e quando. Tutto calcolato insomma. Come ai tempi del “soccorso rosso” che subito accorreva in aiuto dei Brigatisti Rossi quando venivano arrestati. Ora come soccorso rosso, abbiamo gli psichiatri. Siamo ritornati al 1948. Un clima da guerra civile con tanto di odio fomentato dalle opposizioni rosse con a capo quella faccia di bronzo di Di Pietro. Berlusconi ed i suoi fanno i “democratici” e gli altri, per adesso, tirano oggetti contundenti e poi? Una vergogna per un Paese che si dice “democratico”. Dove c'è la vera dittatura invece, in Iran, Khamenei ha detto che sterminerà l'opposizione. In Italia, invece, coloro che dicono di trovarsi in una “dittatura” si presentano tranquillamente alle elezioni. Insultano e calunniano quotidianamente e con grande risonanza mediatica. Vanno in giro indisturbati per le strade. Ora, dopo aver accusato il premier da mafioso, buffone, corrotto, erotomane e di essere tiranno e dittatore fascista, e perfino coinvolto nelle stragi di mafia, sia ben chiaro a tutti che ogni atto violento sarà imputato ai mandanti politici. In modo particolare alla sinistra radicale, alla stampa e alla TV “demenziale”, ai delinquenti di “face book” che inneggiano al criminale Tartaglia, ai dipietristi che parlano di dittatura fascista, ai Travaglio e Santoro, alle Rosy Bindi e a tutti coloro che usano simili espressioni per demonizzare e abbattere Berlusconi. Solo degli irresponsabili possono parlare di dittatura. Leggete cosa ha scritto Marco Travaglio, quello di “Annozero” trasmissione TV condotta dal suo degno compare Santoro, e coeditore dell’inqualificabile giornale “Il Fatto”. Questo rivoltante “viscido” individuo, diventato miliardario per aver sempre calunniato Silvio Berlusconi, ha affermato: “Chi l’ha detto che non posso odiare un politico? Non esiste il reato di odio. Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? E che il Creatore se lo porti via al più presto?”. Si dice che Tartaglia sia uno psicolabile, Travaglio e' piu' periclo. Da psicolabile qual'e' ha pensato che la dichiarazione era troppo scarsa e cosi’ ha aggiunto: “Berlusconi? Sta distruggendo la democrazia, ha avuto rapporti con la mafia, è un corruttore, ne ha combinate di tutti i colori. È lui che insulta tutti quelli che non sono suoi: magistratura, stampa libera, poteri di controllo”. Ma il matto, doppiamente matto Travaglio, vuole Berlusconi vivo e in ottima salute soltanto perché: “Quando se ne andrà da Palazzo Chigi, e se ne andrà maledetto, ci serve in ottima salute perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente”. Sapevamo che Rosy Bindi e’ una persona intellettualmente povera e ideologicamente confusa, ma adesso sappiamo che e’ anche umanamente “squallida”. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla “Messa”, quando ha rilasciato un’intervista a “La Stampa”. Certi gesti, ha dichiarato, anche se non condivisibili, “qualche volta sono spiegabili”, il che la dice lunga sulla sua vera statura umana: “aberrante”. Per pura formalità ha condannato il gesto criminoso di Tartaglia, subito dopo ha aggiunto: “Berlusconi non faccia la vittima”. Nella trasmissione TV di “Porta a Porta”, l’abbiamo vista palesemente in difficoltà. “Tartagliando”, ha cercato di minimizzare la sua dichiarazione ma non ci e’ riuscita. Il 5 dicembre c’è stato il “No B-Day”. Si dice che la manifestazione sia stata organizzata dal popolo di internet. Ma tutti sanno che e’ una “creatura” di Antonio Di Pietro. Allora se lui e’ il capo, le sue parole pronunciate quel giorno, e durante la manifestazione della Cgil, sono dichiarazioni “eversive”. E ha continuato a farlo in un Parlamento vuoto abbandonato da tutti i parlamentari del Pdl. E i magistrati lasciano correre? E se Franceschini e la Bindi erano con Di Pietro, a sfilare nel “No B-Day”, non sono collusi con lui? Di Pietro ha dichiarata forte e chiaro che: “Se Berlusconi insiste, si arriverà ad una rivolta di piazza”. Non diventano queste anche le loro parole? E Bersani non dice nulla alla sua presidente Bindi e al suo capogruppo in parlamento Franceschini? Il Pd non si accorge che viene coinvolto in un progetto illegale ed “eversivo”? Non e’ conveniente per Bersani di prendere le distanze quanto prima? Anzi, subito. Franceschini e Bindi sono l’espressione piu’ pura dell’odio. Rappresentano quanto di più lontano ci possa essere dalla democrazia. Ma Bersani ci ha messo anche del suo. Appena eletto segretario del Pd aveva detto: “Non abbiamo niente da guadagnare da un modello di democrazia populista dove c’è un miliardario che suona il piffero e tutti i poveracci che gli vanno dietro”. E per esser piu’ esplicito ha aggiunto: “Non penso che abbiamo davanti il rischio di un fascismo in camicia nera, ma ci sono nuovi modi per tradire i valori di libertà, uguaglianza e dignità che furono affermati allora”. Non ha nominato Berlusconi, ma anche il piu’ “scemo” ha capito chi fosse il“pifferaio miliardario” che minaccia i “valori di libertà, uguaglianza e dignità”. Il consigliere del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) Gianfranco Anedda, esprimendo la sua “esecrazione” per l'aggressione al presidente del Consiglio, ha parlato del “clima d'odio” presente in Italia, clima a cui “non sono estranei i magistrati”. Mauro Volpi, un altro consigliere del Csm, ha replicato che bisogna “distinguere con molta attenzione la critica aspra rivolta alla politica giudiziaria del governo e il ricorso alla violenza, che è sempre inaccettabile e non e’ figlia della critica, la quale è il sale della democrazia”. Cosimo Ferri, sempre del Csm, si e’ detto “molto turbato” dalla dichiarazione di Anedda, e dice di voler credere che alcuni procuratori “non abbiano incoraggiato la violenza”. Ipocritamente la direttrice de L’Unita’ e’ “dispiaciuta”. Ma un suo giornalista, Oreste Pivetta, in un articolo, senza se e senza ma, e’ certo che, in fondo Berlusconi “gioisca” e gli faccia “piacere” se gli e’ stato rotto il setto nasale, il labbro, due denti ed altre lesioni. “Berlusconi - scrive Oreste Pivetta – e’ incappato in un miracolo: ridando fiato alla propria propaganda, mentre sta navigando in un mare tempestoso tra venti non proprio amici, allontanando sullo sfondo escort, corruzioni, processi, mafie, etc. etc.”. Altro che attentato, macché clima d’odio! Il giornale del Pd spiega che la botta in faccia e’ “solo un piacere al presidente del Consiglio”. Ad ascoltare le dichiarazioni di Maroni e del medico personale di Silvio, pensavamo che il premier avesse rischiato la vita. Non tutti gli italiani ancora hanno compreso che dal 1994 e’ iniziata la lotta tra il “vecchio” e il “nuovo”. Berlusconi e’ odiato per il nuovo che rappresenta e che da’ fastidio alle “caste” installatesi al potere da molti anni. Se vince Berlusconi la cuccagna assicurata dalla prima Repubblica e’ finita. Le “caste” saranno sciolte: addio soldi e privilegi. Dovrebbe essere chiaro a tutti, che il Pd come Rutelli, come Casini, come Di Pietro, come Fini, sono uniti nella difesa ostinata del “vecchio” e i loro “privilegi” alle spalle dei cittadini. La loro speranza e’ che il popolo non riesca a capirlo. Loro vogliono far intendere agli ingenui che si tratta di una lotta “democratica”. E per dargliela a bere al popolo, che considerano “bue” invece che “sovrano”, dicono che loro sono d’accordo a sedersi intorno ad un tavolo e discutere. La loro volontà c’è e che sono gli “altri” a rifiutare. La “casta” della magistratura, che ha fiutato il pericolo mortale, vuol vedere Berlusconi in galera, anche se innocente, pur di toglierlo di mezzo, sgombrando la strada alla “restaurazione” del vecchio. Guardate che cosa sta accadendo a Palermo. Le dichiarazioni di Spatuzza hanno fatto “flop”. Ora le procure di mezza Italia sono tutte indaffarate a cercare prove contro Berlusconi. Inviano montagne di fascicoli a Palermo perché vi possa rintracciare anche un insignificante indizio. Berlusconi si sta opponendo agli “eversori” dello Stato, coloro che vogliono fermare il tempo e continuare a tenere per sempre “schiavo” il popolo per continuarlo a “mungerlo”. Se l’Italia perde l’occasione rappresentata da Berlusconi, non avrà piu’ scampo e rimarrà per sempre fuori dalle nazioni piu’ evolute. Il tempo sarà scaduto, ogni opportunita’ sarà perduta per sempre. Ma per fortuna che Silvio c’e’!
Uno spettacolo indegno per un Paese civile come l’Italia. I “democratici” della rete internet non sono ancora soddisfatti: vogliono un Piazzale Loreto per Berlusconi. Ma non sono i soli a volerlo. E’ incredibile, ed anche preoccupante, quanti pazzi come Massimo Tartaglia girano liberi per l’Italia e molti anche tra gli italiani nel mondo. Questi “combattenti” per la libertà considerano il gesto vile ed inconsulto di Tartaglia un “avviso di garanzia” a Berlusconi. Quanti simili avvisi ci saranno in futuro? Non ci pensano affatto ad abbassare i toni come “supplicato” dal Presidente della Repubblica e da tanti altri. Gli “untori”, i predicatori dell’odio, hanno ancor piu’ alzato i toni dello scontro. Berlusconi e’ andato in piazza a fare un comizio ai suoi elettori, come fanno tutti, compreso Di Pietro, Ferrero, Diliberto e compresi quelli dei centri sociali. Ha detto delle verità sacrosante come i risultati ottenuti dal suo governo alla lotta alla mafia ed altro. Questo per dire che faceva una dimostrazione pacifica e parlava “alla sua gente” ed a chi voleva ascoltarlo. E’ venuto fuori il solito delinquente che gli ha scagliato in faccia una riproduzione del duomo di Milano. Pare che il mascalzone sia in cura perché “psicolabile”, tanto che e’ stata chiamata la sua psichiatra al commissariato. Tutta una “manfrina” studiata a tavolino, per evitargli seri guai giudiziari. Ad un pazzo gli si “giustifica” tutto. Pazzo sì, ma cosciente a chi doveva tirare l'oggetto, in che modo e quando. Tutto calcolato insomma. Come ai tempi del “soccorso rosso” che subito accorreva in aiuto dei Brigatisti Rossi quando venivano arrestati. Ora come soccorso rosso, abbiamo gli psichiatri. Siamo ritornati al 1948. Un clima da guerra civile con tanto di odio fomentato dalle opposizioni rosse con a capo quella faccia di bronzo di Di Pietro. Berlusconi ed i suoi fanno i “democratici” e gli altri, per adesso, tirano oggetti contundenti e poi? Una vergogna per un Paese che si dice “democratico”. Dove c'è la vera dittatura invece, in Iran, Khamenei ha detto che sterminerà l'opposizione. In Italia, invece, coloro che dicono di trovarsi in una “dittatura” si presentano tranquillamente alle elezioni. Insultano e calunniano quotidianamente e con grande risonanza mediatica. Vanno in giro indisturbati per le strade. Ora, dopo aver accusato il premier da mafioso, buffone, corrotto, erotomane e di essere tiranno e dittatore fascista, e perfino coinvolto nelle stragi di mafia, sia ben chiaro a tutti che ogni atto violento sarà imputato ai mandanti politici. In modo particolare alla sinistra radicale, alla stampa e alla TV “demenziale”, ai delinquenti di “face book” che inneggiano al criminale Tartaglia, ai dipietristi che parlano di dittatura fascista, ai Travaglio e Santoro, alle Rosy Bindi e a tutti coloro che usano simili espressioni per demonizzare e abbattere Berlusconi. Solo degli irresponsabili possono parlare di dittatura. Leggete cosa ha scritto Marco Travaglio, quello di “Annozero” trasmissione TV condotta dal suo degno compare Santoro, e coeditore dell’inqualificabile giornale “Il Fatto”. Questo rivoltante “viscido” individuo, diventato miliardario per aver sempre calunniato Silvio Berlusconi, ha affermato: “Chi l’ha detto che non posso odiare un politico? Non esiste il reato di odio. Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? E che il Creatore se lo porti via al più presto?”. Si dice che Tartaglia sia uno psicolabile, e Travaglio? Da psicolabile ha pensato che la dichiarazione era troppo scarsa e cosi’ ha aggiunto: “Berlusconi? Sta distruggendo la democrazia, ha avuto rapporti con la mafia, è un corruttore, ne ha combinate di tutti i colori. È lui che insulta tutti quelli che non sono suoi: magistratura, stampa libera, poteri di controllo”. Ma il matto, doppiamente matto Travaglio, vuole Berlusconi vivo e in ottima salute soltanto perché: “Quando se ne andrà da Palazzo Chigi, e se ne andrà maledetto, ci serve in ottima salute perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente”. Sapevamo che Rosy Bindi e’ una persona intellettualmente povera e ideologicamente confusa, ma adesso sappiamo che e’ anche umanamente “squallida”. Da perfetta ipocrita perbenista, era appena uscita dalla “Messa”, quando ha rilasciato un’intervista a “La Stampa”. Certi gesti, ha dichiarato, anche se non condivisibili, “qualche volta sono spiegabili”, il che la dice lunga sulla sua vera statura umana: “aberrante”. Per pura formalità ha condannato il gesto criminoso di Tartaglia, subito dopo ha aggiunto: “Berlusconi non faccia la vittima”. Nella trasmissione TV di “Porta a Porta”, l’abbiamo vista palesemente in difficoltà. “Tartagliando”, ha cercato di minimizzare la sua dichiarazione ma non ci e’ riuscita. Il 5 dicembre c’è stato il “No B-Day”. Si dice che la manifestazione sia stata organizzata dal popolo di internet. Ma tutti sanno che e’ una “creatura” di Antonio Di Pietro. Allora se lui e’ il capo, le sue parole pronunciate quel giorno, e durante la manifestazione della Cgil, sono dichiarazioni “eversive”. E ha continuato a farlo in un Parlamento vuoto abbandonato da tutti i parlamentari del Pdl. E i magistrati lasciano correre? E se Franceschini e la Bindi erano con Di Pietro, a sfilare nel “No B-Day”, non sono collusi con lui? Di Pietro ha dichiarata forte e chiaro che: “Se Berlusconi insiste, si arriverà ad una rivolta di piazza”. Non diventano queste anche le loro parole? E Bersani non dice nulla alla sua presidente Bindi e al suo capogruppo in parlamento Franceschini? Il Pd non si accorge che viene coinvolto in un progetto illegale ed “eversivo”? Non e’ conveniente per Bersani di prendere le distanze quanto prima? Anzi, subito. Franceschini e Bindi sono l’espressione piu’ pura dell’odio. Rappresentano quanto di più lontano ci possa essere dalla democrazia. Ma Bersani ci ha messo anche del suo. Appena eletto segretario del Pd aveva detto: “Non abbiamo niente da guadagnare da un modello di democrazia populista dove c’è un miliardario che suona il piffero e tutti i poveracci che gli vanno dietro”. E per esser piu’ esplicito ha aggiunto: “Non penso che abbiamo davanti il rischio di un fascismo in camicia nera, ma ci sono nuovi modi per tradire i valori di libertà, uguaglianza e dignità che furono affermati allora”. Non ha nominato Berlusconi, ma anche il piu’ “scemo” ha capito chi fosse il“pifferaio miliardario” che minaccia i “valori di libertà, uguaglianza e dignità”. Il consigliere del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) Gianfranco Anedda, esprimendo la sua “esecrazione” per l'aggressione al presidente del Consiglio, ha parlato del “clima d'odio” presente in Italia, clima a cui “non sono estranei i magistrati”. Mauro Volpi, un altro consigliere del Csm, ha replicato che bisogna “distinguere con molta attenzione la critica aspra rivolta alla politica giudiziaria del governo e il ricorso alla violenza, che è sempre inaccettabile e non e’ figlia della critica, la quale è il sale della democrazia”. Cosimo Ferri, sempre del Csm, si e’ detto “molto turbato” dalla dichiarazione di Anedda, e dice di voler credere che alcuni procuratori “non abbiano incoraggiato la violenza”. Ipocritamente la direttrice de L’Unita’ e’ “dispiaciuta”. Ma un suo giornalista, Oreste Pivetta, in un articolo, senza se e senza ma, e’ certo che, in fondo Berlusconi “gioisca” e gli faccia “piacere” se gli e’ stato rotto il setto nasale, il labbro, due denti ed altre lesioni. “Berlusconi - scrive Oreste Pivetta – e’ incappato in un miracolo: ridando fiato alla propria propaganda, mentre sta navigando in un mare tempestoso tra venti non proprio amici, allontanando sullo sfondo escort, corruzioni, processi, mafie, etc. etc.”. Altro che attentato, macché clima d’odio! Il giornale del Pd spiega che la botta in faccia e’ “solo un piacere al presidente del Consiglio”. Ad ascoltare le dichiarazioni di Maroni e del medico personale di Silvio, pensavamo che il premier avesse rischiato la vita. Non tutti gli italiani ancora hanno compreso che dal 1994 e’ iniziata la lotta tra il “vecchio” e il “nuovo”. Berlusconi e’ odiato per il nuovo che rappresenta e che da’ fastidio alle “caste” installatesi al potere da molti anni. Se vince Berlusconi la cuccagna assicurata dalla prima Repubblica e’ finita. Le “caste” saranno sciolte: addio soldi e privilegi. Dovrebbe essere chiaro a tutti, che il Pd come Rutelli, come Casini, come Di Pietro, come Fini, sono uniti nella difesa ostinata del “vecchio” e i loro “privilegi” alle spalle dei cittadini. La loro speranza e’ che il popolo non riesca a capirlo. Loro vogliono far intendere agli ingenui che si tratta di una lotta “democratica”. E per dargliela a bere al popolo, che considerano “bue” invece che “sovrano”, dicono che loro sono d’accordo a sedersi intorno ad un tavolo e discutere. La loro volontà c’è e che sono gli “altri” a rifiutare. La “casta” della magistratura, che ha fiutato il pericolo mortale, vuol vedere Berlusconi in galera, anche se innocente, pur di toglierlo di mezzo, sgombrando la strada alla “restaurazione” del vecchio. Guardate che cosa sta accadendo a Palermo. Le dichiarazioni di Spatuzza hanno fatto “flop”. Ora le procure di mezza Italia sono tutte indaffarate a cercare prove contro Berlusconi. Inviano montagne di fascicoli a Palermo perché vi possa rintracciare anche un insignificante indizio. Berlusconi si sta opponendo agli “eversori” dello Stato, coloro che vogliono fermare il tempo e continuare a tenere per sempre “schiavo” il popolo per continuarlo a “mungerlo”. Se l’Italia perde l’occasione rappresentata da Berlusconi, non avrà piu’ scampo e rimarrà per sempre fuori dalle nazioni piu’ evolute. Il tempo sarà scaduto, ogni opportunita’ sarà perduta per sempre. Ma per fortuna che Silvio c’e’!

venerdì 11 dicembre 2009

Disinteresse del governo e dei parlamentari italiani e di molti italiani residenti in Italia per l'offensiva mappa che vilipende l'Italia.

Negli ultimi giorni sono accaduti fatti che rimarranno nella storia degli italiani d’Australia, del mondo e di chi risiede in Italia. Dalla compatta protesta degli italiani “genuini” contro l’ignobile mappa dell’Italia pubblicata dall’ Australian Financial Rieview, alla riunione “pomposamente” definita “Forum” della GIA (Giovani Australiani Australia). Dalla Conferenza generale del CGIE (Comitato Generale Italiani all’Estero) a Roma, alle “fasulle” rivelazioni del mafioso 40 volte assassino Gaspare Spatuzza. Non e’ neppure mancata una “ridicola e patetica” buffonata di un gruppetto di ragazzotti che si definiscono “italiani” (molti in vacanza in Australia), capeggiati, nientemeno, da una ragazza “svedese” (fosse stata la “piemontesina” Silvia Greco sotto mentite spoglie?). A Sydney la FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie), vale a dire gli sparuti rimasugli dei Comunisti che anacronisticamente continuano a sventolare la bandiera rossa con falce e martello, che riceve dal governo italiano un sostanzioso finanziamento, ha speso parte di questo per mettere in scena la “pagliacciata” del NO B-Day. La B per loro sta per Berlusconi, per noi sta per “Buonsenso”, quello che NON c'e' stato con la loro “dimostrazione” di quattro gatti. Diventati 100 “intellettuali”, camerieri e lavapiatti, per i “compagni” della SBS Radio italiana per non far sfigurare i "colleghi" della FILEF. Gli italiani, quelli ”veri”, in Australia stanno dimostrando il loro genuino amore all’Italia continuando la protesta contro l’ Australian Financial Review. Silvia Greco, ha tutto il diritto di criticare il governo italiano ed il primo ministro, ma professionalità correttezza e decenza le impone di farlo con parole civili e non volgari e calunniose. Sicuramente la “poveretta” e’ stata contagiata dalla “malattia” de “La Repubblica” che ha sempre diffuso calunnie e spesso riferito fatti totalmente falsi. La protesta di noi italiani in Australia e’ soprattutto contro la vergognosa mappa dell’Italia che ha indignato anche moltissimi “autentici” italiani nel mondo. Al contrario, alcune e-mail arrivate dall’Italia, hanno espresso soddisfazione congratulandosi con gli autori dell’indecente impresa. Avevamo dei sospetti, ma ora abbiamo la prova che i piu’ anti italiani sono molti di quelli che risiedono in Italia e non perdono mai occasione di partecipare con chi la insulta e la denigra. Cosa poi dire e pensare dei parlamentari e dei rappresentanti del governo? Esclusi Randazzo e Fedi, “costretti” ad intervenire in quanto eletti in Australia (altrimenti non avrebbero potuto piu’ metterci piede), tutti gli altri se ne sono altamente “fregati”. Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, non ancora ha risposto all’interrogazione presentata il 25 novembre da Nino Randazzo. Sembra che la cosa non riguardi minimamente neppure ai vari parlamentari “responsabili” degli italiani all’estero di ogni partito. A loro poco importa se le regioni o le città italiane sono state “rinominate” con “epiteti” offensivi come: Lombastardi, Grotteschi, Villani, Cretini, Stronzi, Puttane, Banditi, Assassini ed altri “gentili” apprezzamenti. Il primo dovere di ogni parlamentare e’ quello di difendere l’Italia quando viene volgarmente vilipesa. Evidentemente concordano con chi dall’Italia ha inviato e-mail come questa: “Ben vi sta, ve lo meritavate!”. E’ una vigliaccata incolpare gli emigranti italian i di essere la causa se all’estero credono di aver diritto di offendere impunemente l’Italia. Gli italiani nel mondo hanno sempre orgogliosamente tenuto alto il nome dell’Italia. Sono ingrati, ed in questo caso anche “stupidi”, chi dimostra (o finge) di non sapere quale ruolo importante e fondamentale ha svolto l’emigrazione di milioni d’italiani che, con la morte nel cuore, hanno dovuto abbandonare il loro Paese. Quelli che sono rimasti in Italia, che ogni giorno la calunniano e la offendono, non sarebbero potuti rimanere li se non fossero arrivate le copiose rimesse in valuta pregiata dei “poveri” emigranti. Senza questi soldi l’industria ed il commercio italiano non sarebbero mai potuti ripartire e progredire. Sono stati poi gli emigranti i piu’ grandi “importatori” e promotori dei prodotti italiani che, di fatto, hanno introdotto nei Paesi di loro residenza. Venivano apostrofati “wog” o “dego” quando mangiavano salame o prosciutto, oppure gli spaghetti o se usavano l’olio d’oliva: “jack” disgustosi! Oggigiorno questi prodotti e molti altri (il cappuccino e’ piu’ bevuto della birra), sono molto graditi ed apprezzati e consumati giornalmente da tutti. Sono stati unicamente loro, i “Giganti”, a dare un contributo decisivo allo sviluppo e al successo del “Made in Italy”. Cosa incredibile ma vera, pur poco istruiti scolasticamente, il merito della diffusione della lingua italiana e’ sempre da attribuire ai “Giganti”. Lo Stato italiano ha impegnato notevoli risorse finanziarie per l’ICE (Istituto Commercio Estero), le Camere di Commercio, gli Istituti di Cultura o altri enti ed uffici governativi, ma tutti insieme hanno svolto un’azione “marginale” e, in taluni casi, persino insignificante sia per la diffusione dei prodotti “Made in Italy” e sia per l’insegnamento della lingua italiana. Infine, con il loro comportamento di grandi lavoratori, onesti, disciplinati e collaborativi, con il loro stile di vita (i casi negativi sono stati sporadici), gli emigranti italiani hanno tenuto alto il nome dell’Italia facendogli sempre grande onore. La cattiva reputazione che l’Italia si e’ conquistata all’estero e’ dovuta esclusivamente ai media “terroristi” italiani. I panni sporchi dovevano essere lavati a casa propria. Ed ora tutti i loro peccati ricadono su gli italiani nel mondo. E’ incredibile che in molti non capiscano che la vile e stupida mappa dell’Italia pubblicata dall’AFR non e’ offensiva soltanto per “alcuni” italiani, ma per tutti: residenti in Italia e nel mondo. E’ scoraggiante constatare che i Giovani Italiani Australia (GIA), nella loro recente riunione a Sydney, non abbiano sentito l’esigenza di prendere le difese dell’Italia e condannare l’AFR. Evidentemente anche loro sono tra quelli che ritengono la “vignetta” sull’Italia uno “scherzo”, come tenta di sostenere l’AFR per minimizzare la sua colpa. La verità e’ che se uno non si sente intimamente “italiano”, per lui poco importa se l’Italia venga oltraggiata e vilipesa. Sarebbe finalmente ora che questi Giovani Italiani Australia (GIA) dimostrassero con i fatti che amano veramente l’Italia, intanto parlando bene la sua lingua, quindi di essere pronti a difenderla quando viene offesa. Neppure durante l’ennesima inutile, oltre che costosissima, Assemblea Generale a Roma del CGIE del 5 dicembre 2009, e’ stata votata una mozione di condanna all’AFR. Eppure questi “magnifici” vacanzieri, con i soldi dello Stato italiano, “sbraitano” nell’affermare che sono loro i rappresentanti degli italiani nel mondo. Guai a sostenere il contrario, si verrebbe severamente redarguiti e minacciati di bastonature. Dai comunicati stampa, si intuisce che la “sceneggiata” del CGIE, che dura da ormai 20 anni, finalmente sembra giunta al termine. E’ inammissibile che, in tempi di ristrettezze per gli italiani all'estero, si riuniscano ancora questi “inutili” personaggi per discutere del “nulla” e per concludere l'ennesimo “nulla” di fatto alle spalle degli italiani nel mondo. Deve finire la “pacchia” per i “magnifici”. Niente piu’ viaggetti in lungo ed in largo per il mondo. Non piu’ frequentazioni di alberghi di primissimo ordine. Sapevate che se i "magnifici" abitano a piu’ di sei ore di volo dal luogo della “scampagnata” sono autorizzati a volare in business class, per arrivare “freschi” all’allegra “bisbocciata” con gli amici? Basta a questi sprechi per mantenere un “circo” di clowns, nani e ballerine e che non muove un dito quanto c’e’ da difendere l’onore dell’Italia. L’ultimo avvenimento importante di questi ultimi giorni e’ un’altra “sceneggiata”, quella del mafioso pluriassassino Gaspare Spatuzza nel l’aula del tribunale di Torino. Per evitare il 41 bis, quindi il carcere duro a vita, tenta di farsi passare per “pentito”. Se ci riuscisse avrebbe una nuova identità, verrebbe mantenuto vita natural durante dallo Stato e, libero, potrà continuare a “mafiare”. Secondo il duo Travaglio-Padellaro, del neonato giornale “Il Fatto” (ma in Italia la “libertà” di stampa non era in pericolo?), Spatuzza e’ un ”eroe” per aver messo con le spalle al muro Berlusconi. Sono quisquilie e pinzillacchere le 40 persone da lui assassinate e l’aver sciolto nell’acido un bambino di undici anni. Ora “’u tignusu” ha giurato di essersi convertito in Gesu’ Cristo, quindi, come non può essere considerato persona“credibile”? Molti avversari politici, persino Fini che sperava che Spatuzza fosse la “bomba atonica” che avrebbe spazzato via Berlusconi, sono rimasti delusi e molto perplessi dalle dichiarazioni del mafioso: solo fantasiose “balle”. Il furbastro ha capito che, per sfuggire al carcere duro e godere del programma di protezione dei “pentiti”, ha bisogno dell’appoggio della magistratura. Di quella piccolissima parte che non vede l’ora di sbattere in galera Berlusconi e buttare via la chiave. Da sempre Spatuzza affermava di non saper nulla sui mandanti degli attentati. All’improvviso fa credere di rammentare molti particolari, ma che ha saputo da altri. Dopo le evidentissime “menzogne” raccontate al Tribunale, in un Paese “normale”, la magistratura o dovrebbe incriminare per calunnia Spatuzza, oppure mettere sotto processo Berlusconi per mafia. La magistratura ha il dovere d’indagare a fondo per accertare la verità e deve farlo con urgenza! Evitiamo che, nel frattempo, qualcun altro disegni una nuova mappa dell’Italia sostituendo “Berlusconia” con “Mafialand”!

venerdì 4 dicembre 2009

Gli italiani nel modo sono orgogliosi di essere italiani. Quante Silvie Greco si nascondono tra gli italo-trasnazionali?

Non tutti i mali vengono per nuocere. La volgare, offensiva ed ignobile mappa dell’Italia, pubblicata dall’Australian Financial Review, ha smosso l’orgoglio degli italiani ed e’ stata massiccia l’adesione alla meritoria iniziativa dell’Italianmedia. Migliaia e migliaia di copie dell’offensiva mappa sono state “rispedite” all’AFR per protesta. E non finirà qui! Continueremo sino quando non otterremo completa soddisfazione. Se costretti inizieremo un’azione legale collettiva. Dobbiamo cogliere questa opportunita’ per far sentire forte e chiara la nostra voce e farci conoscere ed apprezzare per quelli che realmente siamo. Chiediamo per l’Italia, il nostro Paese di nascita o d’origine, riconoscenza ed assoluto rispetto per il grande contributo, in tutti i settori, che ha dato al mondo intero nei secoli. L’Australia e’ per noi (circa un milione di persone) la nostra seconda patria che amiamo quanto l’Italia. Gli siamo grati perché ci ha dato lavoro, dignità e un futuro per i nostri figli. Gli italiani che sono venuti in Australia nel dopoguerra si sono adattati a fare i lavori più duri e umili, nelle coltivazioni della canna da zucchero, nelle miniere, nella costruzione delle centrali idroelettriche, delle strade e delle ferrovie, nei campi e nelle fabbriche. Oggi, la seconda e terza generazione, sono in grado di svolgere professioni altamente qualificate. I “nomi italiani” sono presenti nelle prime posizioni di alta responsabilità, dalla politica alla finanza, dalla medicina alla ricerca scientifica, dalla magistratura al commercio, all’industria, allo sport, alla musica e alla moda. Sin dalla scoperta dell’Australia gli italiani erano presenti sulle prime navi che vennero dall’Inghilterra, cartografi come Matra e capitani di marina come Malaspina. Raffaelo Carboni fu uno degli eroi della rivolta Eureka Stockade a Ballarat nel 1854. I rapporti commerciali con l’Australia sono in continua crescita. Il primo ministro australiano Kevin Rudd ha elogiato la ricchezza, la storia, la cultura e le tradizioni dell’Italia. Ha espresso grande stima e gratitudine riconoscendo che l’emigrazione italiana ha permesso all’Australia di fare un salto di qualità in molti campi, come quello delle costruzioni, dell’industria, della moda e della gastronomia. A questo punto il nostro orgoglio d’italiani non ci permette di rimanere in silenzio. E possiamo sostenere ad alta voce che l’eccellenza italiana, in molti settori, e’ universalmente riconosciuta. Ad esempio, sulla gastronomia non ci batte nessuno, specialmente sui prodotti tipici alimentari. Dai vini, all'olio, dai formaggi, al prosciutto e salami, pasta, pane, sughi siamo i primi al mondo in termini di qualità e tutti all’estero tentano di copiarli, uno per tutti il “parmesan”. Bandierine tricolori e nomi dal suono italiano sulle imitazioni commerciali non possono sostituire la nostra qualità e l’autenticità’. E cosa poi dire della moda? Dei mobili? Delle macchine utensili? Delle automobili, motociclette e biciclette? Siamo orgogliosamente consapevoli che anche oggi, nonostante quello che accade nella politica italiana, l’Italia e’ tra i primi Paesi al mondo. Per modestia potremmo anche tralasciare di ripetere che siamo gli eredi dell’antica Roma e del Rinascimento, gli “unici” fari della civiltà mondiale. E’ dal 1968 che, purtroppo, siamo costretti ad assistere alla crisi politica italiana. Dal 1992 (mani pulite) la politica e’ in tumulto. Attualmente la situazione economico-lavorativa non è affatto brillante, insomma molte cose non vanno troppo bene. Mentre il presidente degli USA Obama, ma non solo lui, non perde occasione per elogiare l’Italia ed il suo governo, molti media di Paesi stranieri vogliono farci apparire come una nazione di serie B e tutto quanto ne consegue. Va bene, e’ anche vero, dalla realtà non si può sfuggire, ma loro la manipolano per calunniarci e tutto solo per “invidia”. Nonostante noi italiani nel mondo abbiamo dimostrato di essere dei buoni, collaborativi ed innovativi cittadini nei Paesi in cui siamo emigrati, per “scherzo”, veniamo considerati dei mafiosi. E’ capitato, e capita spesso “tutt’oggi”, di essere discriminati anche se, ipocritamente, in maniera “sottile” e “cortese”. Obbiettivamente, pero’, dobbiamo riconoscere che il grande difetto di noi italiani e’ “l’individualismo”. Nel nostro Dna ci sono i geni della “discordia”. I rioni di ogni paese si sfidavano (lo fanno anche oggi) tra loro per un palio. Paesi distanti alcuni chilometri si facevano continuamente la guerra. Ogni paese aveva (ed ancora ha) il suo dialetto e le sue specialità culinarie. Dopo la caduta dell’impero romano, per circa mille anni, l’Italia e’ stata terra di conquista e dominio di tanti paesi stranieri. Il loro scopo era quello di saccheggiarla e sfruttarla al massimo. L’Italia non unita non poteva difendersi con un suo esercito. Per forza di cose ogni singolo abitante della penisola doveva provvedere a se stesso e Dio per tutti. Gli italiani, sottomessi e sfruttati, per difendersi e sopravvivere, sono diventati “diffidenti” ed hanno affinato l’arte della furbizia e dell’arrangiarsi, parola intraducibile in altre lingue. Individualmente siamo delle persone eccezionali, ma non sappiano concretizzare nulla di straordinario incapaci di fare “sistema”. Eppure e’ arcinoto il motto che l’unione fa la forza. Possiamo essere fieri se l’italianita’ si e’ affermata in tutto il mondo grazie, soprattutto, alla grande passione, allo spirito di sacrificio e patriottico che hanno animato i “Giganti”, ossia gli emigranti degli anni 50/70. Ma di pari passo non siamo riusciti a costruire una “Comunità italiana” solida, legando tra loro con stretti vincoli le molteplici associazioni che hanno agito singolarmente magari in concorrenza con le altre. La supremazia “dell'individualismo” a volte, tra risse e conflitti infiniti, ha generato tra gli italiani nel mondo contrapposizioni per fini ignobili. Per ultimo le elezioni politiche sono state un ulteriore motivo di divisione. Dovremmo fare ogni sforzo per superare sentimenti di “supremazia” che impedisce i processi di aggregazione. E’ dura a morire la “smania” di voler essere capi, capetti o presidenti di “qualche cosa”. Le associazioni si sono dedicate esclusivamente a coltivare il loro “orticello” rinunciando di metterli tutti insieme per farne un unico “grande campo”, nel quale “coltivare”, intensivamente e con piu’ profitto, ogni “prodotto” culturale e sociale. L’aggregazione delle varie associazioni era un compito preciso dei COMITES, ma hanno clamorosamente fallito. Inutile, poi, e’ risultata l’elezione dei 18 parlamentari esteri. Nei Paesi dove sono emigrati gli italiani, certi aspetti dell’italianita’ rimarranno nel tessuto della società per sempre, seppure con una certa trasformazione della sua genuinità. Ma la “comunità italiana” e’ sulla via di una lenta ed inesorabile “estinzione”. I discendenti degli emigranti della prima generazione hanno ben poco d’italiano. I nonni sopravvissuti parlano esclusivamente italiano per ragioni di orgoglio. I loro figli parlano italiano saltuariamente con strano accento ed incerte parole. Quasi nella totalità i nipoti non spiccicano una parola ed anche culturalmente sono molto piu’ “transnazionali” che italiani. Sono teenager i miei nipoti. A scuola hanno amici, anche loro di seconda e terza generazione, i cui genitori e parenti sono emigrati dalla Grecia, Serbia, Scozia, Libano, India, Siria ecc. Invitati ad alcune feste hanno scoperto che, specialmente, i greci ed i serbi, parlano tra loro “esclusivamente” nella loro lingua madre. I loro club sono tappezzati di fotografie dei loro piu’ famosi eroi e tutte le insegne e cartelli sono scritti nella loro lingua. Al contrario dell’italianissimo Club Marconi dove l’italiano e’ stato bandito: si deve parlare soltanto in inglese. Il presidente e’ italiano di seconda generazione ed ha piu’ domestichezza con l’inglese dell’italiano. Capita sovente che i miei nipoti incontrino giovani che si dichiarano italiani. Felici si rivolgono a loro in italiano, ma rimangono spiacevolmente “sorpresi” nel sentir rispondere: “what?” Scoprono che quei giovani “italiani” neppure sono in grado di formulare una breve frase. E mi interrogano: “Nonno, come mai non parlano l’italiano?”. Perché a casa loro tutti parlano inglese! Ecco perché col passare del tempo il legame con l’Italia diventerà sempre piu’ flebile e prolifereranno tante Silvie Greco che disprezzeranno l’Italia. Ogni anno diminuiscono gli alunni alle scuole d’apprendimento dell’italiano. I Presidi delle scuole governative stanno sostituendo la nostra lingua con quelle asiatiche. Per incrementare il numero degli alunni alla scuola d’italiano gli enti gestori, come il CO.AS.IT., dovrebbero organizzare “urgentemente” una campagna d’informazione intensiva diretta a tutte le famiglie di origine italiana. Deve far intendere ai nonni, ai genitori, agli zii e agli amici italiani, che e’ assolutamente “fondamentale” che parlino in italiano con i loro nipoti e i giovani, se “veramente” tengono che rimangono degli “autentici italiani”. L’italiano (anche se fosse il dialetto) s’impara a casa, la scuola può soltanto perfezionarlo. L’ho scritto e lo riscrivo: “La lingua e’ quello che distingue un popolo”. La lingua non e’ solo un insieme di parole: e’ “sentimento”. L’ “anima” di un popolo e’ la sua lingua che rappresenta il suo modo di essere, di vivere, la sua stessa cultura e la sua storia attraverso i secoli. Se si vuole capire a fondo la “mentalità” dell’Italia, in ogni suo aspetto e comprendere il suo spirito nazionale, e’ necessario essere padroni della sua lingua. Gli italiani in Australia ed in tutto il mondo sono in grande pericolo di perdere la loro identità a causa della perdita delle generazioni future. Sino ad ora siamo stati capaci di trasmettere “marginalmente” la nostra cultura, ma corriamo il pericolo che vengano dispersi i sacrifici ed il grande lavoro fatto dai “Giganti”. Quale sarà il futuro degli eredi degli italiani in Australia o in altri Paesi? Al “Forum” organizzato dalla GIA (Giovani Italiani Australia) hanno partecipato “soltanto” 70 giovani provenienti da tutti gli stati d’Australia. Invece alla serata di di gala “Dolce amaro” si non ritrovati in 150! In che modo le Regioni ed il Governo italiano stabiliranno un rapporto con le nuove generazioni? Come riusciranno a mantenere un legame con quelli che non parlano italiano, che hanno poco a che fare con l’Italia contemporanea e stanno perdendo la loro eredità italiana? Di sicuro il governo italiano, di qualsiasi colore sarà, continuerà a mantenere i corsi d’italiano sino a quando ci saranno alunni, ma anno dopo anno sono sempre di meno e, tra non molto, giungerà l’anno zero. È iniziata da tempo la scomparsa graduale della “autentica” italianità, che giorno dopo giorno si disgrega e s’indebolisce per essere sostituita con il “transnationalism”. Gli appartenenti alla seconda e terza generazione partecipano raramente alle attività delle associazioni fondate dai “Giganti”. La maggior parte non partecipa alle attività sociali. Neppure partecipano alla festa della Repubblica. Sarebbe interessate sapere quanti sono stati i giovani di origine italiana che si sono “indignati” ed hanno “protestato” con l’Australian Financial Review per aver vilipeso l’Italia.

venerdì 27 novembre 2009

Traditi da una nostra "figlia". Un'offesa difficile da dimenticare. I giovani di origine italiana manterranno l'italianita' dei Giganti?

E’ reato di vilipendio l’articolo di Silvia Greco e la “demenziale”, indegna e volgare mappa dell’Italia sull’Australian Financial Review (20/11/2009). La critica e la satira sono ammesse, sempre che siano intelligenti e rimangano nella correttezza e nel rispetto civile. Quanto scritto, dalla “pseudo” giornalista, e’ uno sfregio, un insulto all’Italia. All’Italia che da sempre, nel bene e nel male, e’ sempre stata il faro della civiltà: dagli antichi Romani al Rinascimento. Lungo sarebbe l’elenco dei “geni” italiani che hanno “beneficato” il mondo intero con le loro scoperte, invenzioni, l’arte e non solo. Ma ce lo dovevamo aspettare che prima o poi avrebbero iniziato a sputarci in faccia senza alcun ritegno, come fosse un loro diritto. E’ la logica conseguenza delle tonnellate di fango calunnioso che, da mesi, i giornalisti “terroristi” italiani hanno scaricato su Berlusconi ma, di fatto, danneggiando l’Italia come avevamo denunciato piu’ volte. Ma questi irresponsabili hanno continuato imperterriti, pur coscienti di nuocere gravemente e, forse irrimediabilmente, all’immagine e alla reputazione dell’Italia e degli italiani nel mondo. Per colpire il loro “nemico” politico, senza alcuna remora e vergogna, non hanno esitato di continuare nella loro forsennata ed irresponsabile azione diffamatoria che ci ha “discreditati” tutti. Saranno ora soddisfatti, principalmente, “La Repubblica” e Di Pietro (che ha speso 38 mila euro per acquistare una pagina di un giornale straniero per insultare Berlusconi e, di conseguenza, l’Italia) nel vedere i “frutti” del loro “accanito” impegno anti italiano. Come potevamo attenderci rispetto e stima dai Paesi stranieri se i primi, a calunniare e deridere l’Italia e il suo governo, sono stati i nostri politici dell’opposizione e molti dei media italiani? Il loro obbiettivo, comunque e sempre, e’ stato quello di “distruggere” Berlusconi, ecco i risultati che hanno ottenuto! Hanno gettato via il bambino con l’acqua sporca. I giornali “terroristi” e l’opposizione politica italiana hanno seminato vento ed ora tocca a noi a raccogliere la tempesta. Siamo soprattutto noi italiani nel mondo a doverne subire le pesanti conseguenze. E’ da tempo che i giornali australiani hanno ripreso a bersagliare la comunità italiana, ora dobbiamo dire BASTA e reagire. Lo faremo se aderiremo compatti all’iniziativa de La Fiamma, Il Globo e Rete Italia. La nostra voce dovrà essere forte e chiara, altrimenti continueranno ad offenderci all’infinito. Come tutti gli italiani sono veramente molto ma molto indignato ed offeso ma, soprattutto, sono fortemente deluso perché mi sento “tradito”. Sì, tradito. Ma come, e’ da anni che attendiamo che i nostri giovani italo-australiani, finalmente, “irrompessero” nella scena per mantenere e rafforzare l’italianita’ che i “Giganti” sono riusciti ad affermare dopo tante rinunce e sacrifici. Ed ecco, invece, che Silvia Greco, una nostra “figlia”, con poche righe ed un “indecente” vignetta, ha frantumato tutte le nostre illusioni e ci ha messo di fronte alla crudele realtà. Ci siamo forse troppo illusi sui nostri giovani? Sempre di piu’ scopro che molti di loro preferiscono non qualificarsi “italo-australiani”, ma australian-italian". C’e’ una sostanziale differenza tra le due definizioni. E’ la lingua quello che distingue un popolo. Sono “italiani”, pur se nati in Australia, chi parla fluentemente la lingua italiana e la scrive. Gli altri, che si esprimono con difficoltà o non parlano affatto l’italiano, sono soltanto “australiani” di origine italiana. La lingua non e’ solo un insieme di parole: e’ “sentimento”. La lingua di un popolo e’ la sua “anima” che rappresenta il suo modo di essere, di vivere, la sua stessa cultura e la sua storia attraverso i secoli. Se si vuole capire a fondo la “mentalità” di un Paese, in ogni suo aspetto e comprendere il suo spirito nazionale, e’ necessario essere padroni della sua lingua. Quanti nostri giovani parlano bene la lingua del bel Paese per considerarsi degli autentici italiani? Negli anni passati, in tutti i miei articoli, ho sempre incoraggiato i giovani e li ho difesi con forza quando furono trattati da “Papponi” da Vittorio Feltri. E’ passato circa un anno da quando 419 giovani, italo-multinazionali di tutto il mondo, parteciparono dall’8 al 12 dicembre 2008 a Roma alla loro prima Conferenza mondiale. Ad un anno circa da quell’evento, quali sono i risultati concreti che questi giovani hanno raggiunto? Oggi 27 novembre sino al 29, inizia il “GIA National Youth Forum 2009”. L’invito informa che avrà luogo all’Y-Hotel, Hyde Park e al Leichhardt Town Hall. Il tema generale del “Forum” e’: “Lingua, Cultura, Identità”. Il motto: “You’d be a baccalà to miss it!” nel volantino il pesce raffigurato non e’ il “baccalà”. Fa supporre che non l’hanno mai visto e neppure gustato. Sono molto confuso. Di quale lingua, cultura ed identità si parlerà durante il “Forum” se il modulo di registrazione, il motto ed il manifestino sono “rigorosamente” in lingua inglese? “A fun weekend for young Italian Australian to socialise, network and share ideas. Have your say (in quale lingua?) on hot topics, and fresh upon language, culture and itentity!”, e’ quello che leggiamo nel manifestino. Ma siamo sicuri che al “Forum” interverranno i giovani “italiani”? Quelli che parlano l’italiano e che conoscono bene le problematiche politiche/sociali italiane in relazione a quelle australiane? In ogni caso auspichiamo che il documento conclusivo del “Forum”, includa una forte ed esplicita risoluzione di condanna al volgare ed ignobile articolo dell’Australian Financial Review e agli attacchi continui della stampa australiana alla comunità italiana. Il programma del “Forum” include anche un evento di “fine anno” organizzato dall’”Italian Australian Younth Association NSW ”, unitamente ad altre sei associazioni dei giovani. La festa, e’ denominata “Dolce Amaro”, si svolgerà il 28 novembre al “The Sydney Harbour Marriot Hotel”. Per mettere in risalto la loro “l’italianita”, gli organizzatori del “Forum” e delle altre iniziative collegate, avrebbero dovuto organizzarle nei bellissimi club italiani, vanto della comunità italiana e non solo. E’ cosi’ che i giovani avrebbero dato un chiaro segnale di “continuità” e del passaggio delle consegne dai “Giganti” alle nuove generazioni. Non scegliendo queste sedi, i giovani hanno voluto inviare un chiaro messaggio: prendere le distanze dal glorioso passato dei “Giganti”. Infatti l’avevano preannunciato in una loro riunione a Melbourne di alcuni mesi fa’. Nella dichiarazione riassuntiva di quell’incontro e’ emblematica l’ ultima frase: “Tuttavia, stanti gli ostacoli strutturali alla loro piena partecipazione nelle rispettive comunità italiane, i giovani credono che non sarà possibile per il futuro mantenere in vita il tipo di strutture oggi esistenti”. I giovani hanno il diritto/dovere di cambiate tutto quello che deve essere adeguato alla realtà dei tempi, ma la loro missione/dovere è di rilanciare l’italianità senza disperdere quello che hanno costruito i "Giganti" con tanto amore e sacrifici. Obbiettivamente non possiamo dare tutta la colpa ai giovani se non parlano fluentemente italiano e se rinunciano di frequentare i club italiani. Quanti genitori, zii ed anche alcuni nonni, quando parlano con i loro ragazzi nati in Australia si rivolgono a loro in italiano oppure in dialetto, che e’ pur sempre la premessa della lingua italiana? La lingua, qualsiasi essa sia, s’impara a casa, la scuola può solo perfezionala. Non voglio passare da saccente o da presuntuoso, ma tutti i miei nipoti, nei primi tre anni della loro vita, hanno parlato “esclusivamente” italiano, tanto da trovare “difficoltà” a comprendere l’inglese quando iniziarono a frequentare l’asilo. Sta, di fatto, che ora che sono teenager, continuano a parlare fluentemente l’italiano. A dire le cose come stanno si diventa antipatici, ma e’ un prezzo da pagare. Se non si butta mai giù il muro dell’ipocrisia non può mai iniziare il processo evolutivo che porta al cambiamento piu’ aderente alla realtà. Non mettiamo la testa sotto la sabbia, diciamoci la verità. Noi italiani non ci siamo mai sentiti “sufficientemente” orgogliosi delle nostre origini. Probabilmente forse perché non tutti conosciamo profondamente la nostra gloriosa ed importante storia. Il nostro scarso orgoglio dell’Italia l’abbiamo poi trasmesso ai nostri discendenti. Emigrati in Australia, o in altri Paesi, passivamente abbiamo sopportato, persino accettato, insulti, critiche le piu’ ingiuste e persino infamanti, senza mai avere un sussulto d’orgoglio, senza mai ribellarci. Molti pensano di essere italiani perché sostengono la nazionale di calcio e la Ferrari. Ma non vi sembra che sia troppo poco e persino ridicolo? Abbiamo grandi “tesori” di cui andare fieri e che potremmo sventolare e mostrare orgogliosi a tutto il mondo. Non e’ per caso se nello stemma dello Stato del New South Walles il motto e’ in latino: “Orta Recens Quam Pura Nites” (Appena nato brilla splendente). Questo e’ il segno tangibile ed inequivocabile che l’influenza della civiltà Romana e’ ancora viva e presente in tutto il mondo. Il latino e’ stata la lingua base di tutte le lingue europee, compreso l’inglese. Ancora oggi tutte le specie botaniche vengono indicate in latino. Molti sono i termini in latino usati in medicina come pure nelle leggi. Dopo la caduta dell’Impero Romano si e’ avuto il lungo periodo del Medio Evo, che gli inglesi chiamano “dark age”, infatti, fu un’era oscura dominata dalla barbarie. E’ soltanto con il “Rinascimento”, sbocciato in Italia, che e’ “rinata” una nuova civiltà culturale, artistica e civile che ha influenzato tutta l’Europa e, quindi, il mondo intero e lo influenza tuttora. Noi italiani, anche quelli di sola origine, dobbiamo sentirci molto orgogliosi di essere gli “eredi” di tutto questo. Chi offende noi o l’Italia, commette un “crimine” contro l’umanità’. L’Italia ha sempre molto piu’ dato che ricevuto dalle tutte le altre civilista’ messe insieme. Dobbiamo farlo sapere a tutti!

venerdì 20 novembre 2009

Elezioni anticipate o no? Dipendera' da Fini.

Che squallore! Per fare “carriera” negli ultimi anni Fini ha cambiato e ricambiato tutte le sue vecchie idee. Non e’ passato troppo tempo da quando considerava Mussolini il piu’ grande statista di tutti i tempi. Ora ne ha cambiate tante che non sa piu’ quali sono le sue vere idee. Adesso e’ in cerca di possibili alleati per “scalzare” Berlusconi. Casini si rivela per quello che e’. Un uomo senza dignità e ideali in attesa di allearsi con chi lo “pagherà” di più. Durante il suo recente incontro con Berlusconi non ha siglato con lui l’alleanza perché ha sentito in giro che ormai e’ “bollito”. Ed intanto aspetta a vedere chi vincerà. Per questa gente, politici di professione tanto decantati da Napolitano, quello che conta e’ “stare a galla” malgrado la loro “miseria”. Gli altri politici, invece di lavorare pensano a nuovi “scenari” e nuove alleanze, secondo i “canoni” della prima repubblica durante la quale il tempo lo si dedicava, soprattutto, alle trame e agli intrallazzi. La signora Veronica, che odia le veline che mostrano le gambe, non si ricorda quando da giovane mostrava le sue uniche doti: il bel seno, cosi’ che gli spettatori non si accorgevano che come attrice non valeva una “cicca”. Adesso fa l’intellettuale e sputa nel piatto d’oro dove ha mangiato e mangia tuttora. E’ da poco ritornata da un lungo viaggio in Cina accompagnata dal suo “body guard” e da sua figlia minore spendendo 500 mila euro: rigorosamente soldi di Silvio. Miriam Raffaella Bartolini, in arte Veronica Lario, non è ancora paga della ricchezza che grazie a Berlusconi ha raggiunto. Da attricetta di poche qualità e’ assunta agli onori di grande dama che ha rifiutato i suoi “doveri” di moglie e di first lady. Ad un certo momento ha iniziato a lanciare accuse infamanti a suo marito. Lei che da oltre nove anni vive nella villa di Macherio (proprietà del marito) in “intimità” con la sua “guardia del corpo”. Piaccia o non piaccia Berlusconi e’ un uomo superiore a tanti altri ed e’ solo per questo che molti non lo amano e lo odiano. Solo per invidia. Togliendo di mezzo lui, i “nani” sperano di farsi passare per giganti. Suo malgrado al piu’ presto Silvio dovrà fare scelte forzate. L’avevo scritto la settimana scorsa che potremmo essere alla vigilia di un nuovo “predellino”. Allora come og­gi Berlusconi sembrava spacciato. Oggi come allora restava in silenzio sino a quando ieri ha dichiarato che non pensa a nuove elezioni, ma…. Intanto ha fatto bene a prendere seriamente le minacce degli islamici e delle nuove “brigate rosse”, tanto da trasferire la residenza a Palazzo Chigi per evitare inutili spostamenti continui e pericolosi. In quanto alle alleanze politiche sta rimettendo in pista Storace e Buontempo, con il loro pacchetto di 900 mila voti elettorali, della precedente consultazione nazionale. Il partito di Storace potrebbe essere garanzia per tutti i delusi di Fini che emigreranno verso la “Destra”, piuttosto che verso la Lega, come c’era il pericolo che avvenisse, rafforzando le sue “smanie” secessioniste. Per far si che gli elettori continuino ad aver fiducia del Pdl, Fini ed i “finiani” dovrebbero abbassare i toni. Se questo non avverrà diventa evidente che potrebbe esserci la rottura ufficiale con Fini e i suoi “pochi” seguaci. La cosa porterebbe inevitabilmente ad elezioni nazionali anticipate probabilmente in concomitanza alle elezioni regionali. Questa evenienza si concretizzerebbe se i rappresentanti di AN, all'interno del PdL, continueranno a creare un’infinità di guai da impedire a Berlusconi di governare. Questa volta, pero’, Berlusconi sarà costretto a virare di piu’ a destra visto che “Lega” e “Destra” sull'immigrazione, sulla cittadinanza, il voto agli stranieri ed altro, sono perfettamente d'accordo e vanno verso la direzione politica giusta che gli italiani vogliono. In quanto ai suoi problemi di famiglia sono sue faccende personali che sistemerà’ come crede meglio per se e per i suoi figli. Di sicuro gli conviene tenere il patrimonio familiare unito se vuole mantenere un forte gruppo economico, ma c’e’ da temere che sarà attaccato dai giudici per distruggerlo. L'anomalia italiana non e’ Berlusconi, ma una parte della magistratura che, in questi ultimi anni, ha assunto un ruolo “marcatamente” politico, che non gli spetterebbe a norma di Costituzione. Questo e’ quanto ha denunciato anche il giornalista Ernesto Galli della Loggia in un editoriale sul “Il Corriere della Sera”. Ha sottolineato che, negli ultimi quindici anni, la magistratura ha inquisito “esclusivamente” un presidente del Consiglio: Berlusconi appunto, “oltre un centinaio di volte” dalla quali ne e’ sempre uscito assolto. “Fatti processare”, continua a dire l’umorista “bocciofilo” Bersani. E’ difficile per tutti negare che la magistratura non abbia svolto un vero e proprio ruolo politico creando una situazione di emergenza dalla quale si poteva uscire con una legge d’emergenza. Il Lodo Alfano avrebbe messo le principali cariche dello Stato al riparo da iniziative giudiziarie fino alla fine del mandato. La Corte costituzionale ha però provveduto a bocciarlo, e la magistratura ha ripreso alacremente a indagare il premier. E molti segnali dimostrano che ha intenzione di portare fino in fondo il suo ruolo “politico”. Qualche giorno fa la procura di Milano, irritata, ha contestato al capo del Governo il diritto di partecipare al vertice Fao di Roma, pretendeva che fosse alle udienze del processo Mediaset. Ed e’ di questi giorni il tentativo di coinvolgere il premier anche nel processo per mafia a Dell'Utri, in corso a Palermo. I giudici hanno deciso di ascoltare il pentito Spatuzza, artefice di clamorose rivelazioni su Berlusconi niente meno che referente politico (anche se di politica all’epoca non si occupava) della mafia. E’ chiara l’intenzione di tirare in ballo il premier anche in quel processo. Per fermare l’offensiva giudiziaria Berlusconi ha chiamato a raccolta la sua maggioranza. Ma Fini si e’ “ammutinato” perché pensa che sia arrivata la tanto sospirata occasione per “eliminare” Silvio e prendere il suo posto. Fa bene Silvio a non escludere la possibilità di andare ad elezioni anticipate. Per evitare questo spettro, ora si riaffaccia l’ipotesi di tornare al punto di partenza: il lodo Alfano. Da riapprovare per via costituzionale, secondo le indicazioni della Consulta. Lo suggerisce lo stesso Fini, si dice disponibile anche Casini che pure sta all'opposizione. Ma il problema e’ il Pd. Una legge costituzionale ha bisogno della maggioranza dei due terzi del Parlamento e dunque servono i voti del principale partito di opposizione. Che però e’ sulla questione giudiziaria che spera che Berlusconi “salti in aria” per sempre. L’Italia sta correndo un gravissimo pericolo. Tutti sanno che non c’e’ nessuno che possa prendere il posto di Berlusconi in questo momento storico. Non si gridi al culto della personalità, perché, se si vuol essere onesti fino in fondo, questo e’ il vero quadro della situazione. Il mandato che ha avuto Berlusconi dal suo elettorato e “rivoluzionario”: cambiare l’Italia in tutto. Non avrebbe piu’ senso se perdesse lo spirito innovativo e se si smarrisse nelle solite “liturgie” da prima Repubblica, ecco perché potrebbero essere necessarie nuove elezioni. Per tentar di ricomporre una maggioranza che abbia le idee più chiare e progetti piu’ concordi sul da farsi. Purtroppo rimangono molti dubbi sulle qualità e sulle virtù etiche e politiche di questa classe dirigente nel suo insieme. E poi, chi e’ oggi in condizione di prevedere sensatamente il comportamento dell'elettorato, deluso e ormai molto lontano dalla “politica”? Un nuovo Governo dovrebbe invocare e ottenere una riforma costituzionale di tipo presidenziale che dia al capo dell'esecutivo poteri ben più ampi ed effettivi di quelli di oggi. Cosi’ potrà imboccare con assai maggiore determinazione la via delle riforme “rivoluzionarie”. Le elezioni potrebbero essere una delle vie di uscita possibili. In fondo l’Italia si trova nella tipica situazione di una crisi radicalizzata ed irreversibile che coinvolge tutti i settori (alcuni molti degenerati) della società. Per uscirne occorre una forte “sterzata” come storicamente e’ sempre avvenuto. La vera forza di Berlusconi, da quando e’ sceso in politica fino ad oggi, sono stati gli elettori. Mentre praticamente tutti i poteri costituiti (magistratura, stampa, televisioni, stampa internazionale, il mondo della cultura, la finanza, la politica etc.) gli sono sempre statti piu’ o meno ostili. Si e’ mantenuto in sella grazie alla fiducia del suo elettorato che non lo ha mai abbandonato, al contrario di tanti alleati. Visto che, ormai, e’ chiaro che non vi e’ alcuna possibilità di compromesso fra magistratura e Berlusconi, l'unica possibilità, per uscire vincitore da questa guerra continua, e’ di riformare la costituzione in modo da limitare l'invadenza della magistratura. Ma per riformare la costituzione, vincendo le resistenze interne ed esterne, gli occorre una nuova investitura popolare, ancora piu’ massiccia di quella già ottenuta. Solo una forte e chiara investitura popolare potrebbe far desistere gli oppositori dal tentare tutti i trucchi e giochetti, nei quali sono maestri, che hanno finora messo in gravi difficoltà i governi Berlusconi. Nuove elezioni anticipate e’ un rischio enorme. Ma all’uomo Berlusconi non gli mancherebbe il coraggio se fosse costretto. Forza Silvio!

giovedì 12 novembre 2009

Gianfranco Fini, ossia "Gianfrego" con la puzza sotto il naso e' ora che Berlusconi lo mandasse a quel paese!

E’ scontato dire che la politica nasce nel momento in cui si e’ organizzata la società. Ed e’ scontato anche dire che dal quel momento e’ iniziato il suo processo degenerativo. Nei tempi passati ci sono stati periodi politici con la P maiuscola. Oggi qual’e’ la situazione? Guardarsi in giro nel mondo e’ deprimente. Quella che chiamiamo democrazia e’ esercitata solo in una piccola parte del globo. Per lo piu’ regnano dittature e governi che si reggono sul sopruso e la violenza. La dove vige la cosiddetta democrazia, principalmente regna la desolazione e lo squallore. Per esempio in Italia c’e’ una finta democrazia. Si chiama al voto i cittadini per eleggere i propri rappresentanti e questi, immediatamente dopo la loro elezione, si ritengono sciolti da ogni legame col proprio elettorato. Si dice che questa e’ la regola della democrazia parlamentare, per la quale il Parlamento e’ il vero sovrano. Al popolo gli si da’ solo l’opportunità’ di votare, poi sono gli eletti a diventare i “padroni” assoluti del destino del Paese. E’ accettabile questa democrazia? E se questa e’ la democrazia che si pratica in Italia, chi sono i nostri politici? Salvo rare eccezioni, sono persone che, fuori dalla politica, non saprebbero come sbarcare il lunario ed allora si “buttano” in politica e lo fanno come mestiere. Pur non valendo un fico secco, la politica li mette nella condizione di condurre “furbescamente” un tenore di vita elevato, alle spalle dei cittadini. Il lauto guadagno e il rango sociale privilegiato, anziché lo spirito di servizio per il bene di tutti, sono le motivazioni che spingono i piu’ “incapaci” a questa scelta. Quasi sempre i migliori, invece, rifiutano la politica, di cui si sono fatti ormai una cattiva opinione, e questo loro rifiuto non fa altro che accrescere lo spazio a disposizione dei “furbi” e degli “incapaci”. Il cittadino, che lavora e che ha iniziativa, delega agli altri, ai fannulloni, la gestione della cosa pubblica ma, alla fine, si stufa e rinuncia ad andare a votare. E peggiora le cose. Una tale rinuncia non fa altro che dare piu’ spazio al furbo e all’incapace il quale si trova, così, nella facile condizione di non avere concorrenti che possano mettere a rischio la propria elezione. Dunque: gli “incapaci”, i “furbi” e i “profittatori” ingrossano, per la maggior parte, le file di coloro che si danno alla politica. E allora che fare? E’ una questione di buon senso. Tutto dipende dalla scuola che dovrebbe essere più severa con insegnanti migliori dei post “sessantottini”. Allora si potrà cominciare ad invertire la tendenza, inculcando ai giovani l’amore per valori quali: la giustizia, la solidarietà, il rispetto per gli altri, carità per chi e’ rimasto indietro e attenzione per chi soffre, cioè diventare dei “public servants” veramente al servizio della cosa pubblica per realmente risolvere i bisogni dei cittadini. Se educati in questo modo, i giovani di oggi potrebbero diventare politici seri ed impegnati al servizio degli altri che da tempo attendiamo. Parliamo dell’attuale democrazia in Italia. Il bipolarismo ha semplificato gli schieramenti, ma non ha eliminato le mille visioni della politica e le mille corporazioni d’interessi che ci sono in Italia. Le mille anime del centrodestra e del centrosinistra periodicamente affiorano e condizionano pesantemente l'una e l'altra alleanza. Bisogna ammettere che l'attuale sistema consente ai governi di durare, ma non di agire “concretamente” e “decisamente” per attuare i programmi elettorali proposti agli elettori. Ormai e’ consolidato che l’opposizione in Italia e’ inesistente. Nella maggioranza che governa si ha l'impressione che sia Bossi che Fini tengano, in misura diversa, Berlusconi “per il collo” ed abbiano tutto l'interesse a lasciarlo sulla graticola dei suoi guai giudiziari. Ma mentre Bossi vuole ottenere per la Lega, attraverso i governatori ed il federalismo, il controllo di più regioni possibili del Nord Italia, l’obbiettivo di Fini sembra essere piu’ “subdolo” ed “ambizioso”: sostituirsi a Berlusconi stesso nella guida del centro destra italiano cospirando con i nemici che lo vogliono distruggere. E’ evidente che la possibile risposta di Berlusconi, di fronte a quest'ultimo mortale pericolo, può essere una sola: liberarsi di Fini in un modo o nell'altro al piu’ presto possibile. Prepariamoci quindi ad un altro “predellino”. Fini ormai e' andato ad affiancarsi alla schiera dei “parolai”, caratteristica tipica sempre di quelli di sinistra, cioè di gente che di suo non ha mai rischiato nulla e men che meno combinato qualche cosa di concreto, se non parlare a vanvera e cambiare le parole a loro piacimento, via via a seconda di come fanno a loro piu’ comodo. Questi “insulsi” parolai “mantenuti” dallo Stato, negli ultimi cinquant’anni hanno rovinato l’Italia, parlando e amministrando con tutti i compagni di merende. Berlusconi e' uno abituato a fare le cose concrete, non solo a parlare e basta. Silvio non ha bisogno di “alleati” inaciditi come una vecchia zia zitella. Fini e’ una persona “infida”, che Berlusconi farebbe bene a mandare a ramengo. “Gianfrego” (cosi’ l’ha “battezzato” Veneziani) non fa altro che “filosofeggiare” astrattamente e proporre in continuazione “distinguo”. Cosi’ facendo rallenta l’azione del governo e danneggia, dilazionandola, l’attuazione delle riforme che il Pdl aveva messo nel suo programma elettorale, programma, per inciso, che Fini stesso ha sottoscritto. La sua smisurata vanità lo renderà capace di ogni “capriola”, così come del resto ha saputo finora dimostrare. Sarebbe meglio andare alle urne e assistere al suo fatale ridimensionamento. L’incontro di martedì tra Berlusconi e Fini non e’ stato un successo, anche se “mestamente” Silvio ha dichiarato il contrario. Fini si smaschererà alla prima occasione. “Gianfrego” sta complottando con “Pierfrego” (e’ sempre Veneziani a “battezzare” cosi’ Pierferdinando Casini) per mandare definitivamente in “pensione” Silvio. “Gianfrego” e’ invidioso e geloso e ha la puzza sotto al naso come un “salottiere” di sinistra. “Pierfrego” gioca a fare il “bambino prodigio” e non conclude mai nulla. Berlusconi non perde facilmente la calma e speriamo che gli venga, ancora una volta, una delle sue geniali idee ed i suoi consiglieri siano svegli e lungimiranti per facilitargliela. Meglio tornare alle urne: ognuno con il proprio simbolo. Il 18 novembre del 2007, il famoso giorno del “predellino” a Piazza San Babila a Milano, scrissi al “Il Giornale” (il testo e’ ancora nell’archivio de Il Giornale in Internet) per testimoniare la mia soddisfazione per la geniale iniziativa di Silvio: “Ero perplesso da tempo di come mai Berlusconi non decidesse di togliersi dai piedi "politicanti" dello stampo di Fini e Casini (ma anche Bossi). Ballerini che neppure sanno ballare. Se fosse stato per loro alle elezioni politiche (2006) il centrodestra avrebbe subito una disfatta impossibile da rimediare. Lo pensavo da tempo e auspicavo che Silvio decidesse di andare avanti da solo e lasciasse su una scialuppa tutti i "politicanti" e i “fannulloni”. Ma dove vogliono andare? Se sono qualcuno lo devono a Silvio. Berlusconi ha sempre l'intuizione giusta e la mette in atto al momento opportuno. Il governo non era caduto perché, ancora una volta, Dini non aveva mantenuto la parola. Così Fini e Casini erano pronti a contestare e ridicolizzare Silvio che però e’ sempre piu’ lucido di loro e li ha infilzati come tordi”. Sono passati due anni e siamo punto e a capo. Dalla nascita di Cristo in poi non si e’ mai visto e neppure mai pensato ad un piano così articolato, contorto, astioso, odioso e piuttosto diabolico per abbattere Berlusconi. C'è una comunità d'intenti da tutte le direzioni e di tutti i tipi inimmaginabile: magistratura, nemici politici, persino amici politici, mondo pseudo culturale, media, ex moglie, malavita, sindacati etc. Nemmeno Hitler, Stalin, Mussolini e qualsiasi altro sanguinario dittatore e’ mai stato odiato come Berlusconi. Questa e’ la riprova che si tratta di un uomo che fa paura a tutte le numerose “caste” che non vogliono cambiare. Che vogliono continuare a vivere negli intrallazzi, nella corruzione, nella melma ideologica e culturale alle spalle del popolo “bue”. La domanda nasce spontanea. Chi e’ sicuro che tutti i magistrati, i politici, i giornalisti, gli intellettuali, gli artisti, i laici, i cattolici, i sindacalisti, gli imprenditori, etc. che odiano Berlusconi non abbiano mai commesso un reato? Ci siamo mai posti questa domanda? Se sì, qual’e’ la risposta? Chi secondo voi e’ l'uomo o la donna senza macchia che in questo momento storico possa sostituire Berlusconi (sicuramente peccatore in quanto uomo, imprenditore e politico) nella guida del Paese? Credo proprio che questa risposta non potrà darla nessuno. Il rischio che sta correndo l’Italia e’ che se Berlusconi venisse condannato da un tribunale, probabilmente potrebbe essere escluso dai pubblici uffici. A quel punto nemmeno i suoi elettori, che sono la maggioranza, potranno salvarlo. Che Dio protegga l’Italia!