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lunedì 16 febbraio 2009

Il caso Eluana Englaro doveva essere una questione familiare. A specularci e' stato soltanto Veltroni.

Sydney, 13 febbraio 2009
Veltroni non e’ capace di scelte strategiche, sa solo chiacchierare a vanvera. Ora che Berlusconi non può essere piu’ attaccato giudizialmente perché coperto dal lodo Alfano, insieme a Di Pietro tentano di delegittimarlo accusandolo di essere un “dittatore” che mette in pericolo la democrazia in Italia. Veltroni ha perso il contatto con la realtà che lo circonda. "È veramente fantasioso e inaccettabile il veltroni-pensiero. Mai in questi mesi abbiamo ascoltato una proposta costruttiva ma solo insulti e illazioni. Veltroni vede complotti in ogni parola, in ogni pensiero ed in ogni azione del presidente Berlusconi, auspicando purghe di staliniana memoria. La verità è un’altra, la manifestazione promossa dal PD in difesa della Costituzione è solo la solita trovata propagandistica di Veltroni e di una sinistra priva di argomenti seri che deve fare i conti con le diverse anime, laiciste e radicali, che la compongono. In più gli attuali dirigenti del PD hanno un’istintiva e incontenibile propensione alla propaganda più rozza pur di non assumere mai la responsabilità di compiere scelte coraggiose". Questo ha dichiarato Enrico La Loggia, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Visto che Tonino Di Pietro gli sta portando via molti elettori, Veltroni sceglie lo stesso metodo dell’ex questurino e preferisce accusare Berlusconi che, secondo lui, vuole cambiare da solo la Costituzione, che nessuno mette in discussione, almeno nei suoi valori fondamentali. E poi, per cambiarla, occorre il voto dei tre quarti del Parlamento, non solo quello della maggioranza. Veltroni, per non prendere una posizione chiara sulla legge del testamento biologico, accusa Berlusconi di ogni nefandezza antidemocratica. Con tutto l’umano rispetto che si deve per il dolore di un padre, sembra pero’ che il padre di Eluana Englaro non abbia avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di decidere cosa fare della propria figlia. E’ vero che si tratta della scelta più difficile che esista, ma che doveva fare in accordo con la sua famiglia. Tutti noi italiani, i giudici, il parlamento, il governo, il presidente della Repubblica non c’entravamo nulla e dovevamo restarne fuori. No, non è stata la politica a entrare nella vicenda di Eluana che doveva restare assolutamente privata. E’ stato un padre che ha preteso con tutte le sue forze che fosse lo Stato a entrare nella sua vita ed a decidere di quella di sua figlia. Può la politica, lo Stato, un giudice decidere se far morire o no una ragazza? Qui non c’è destra o sinistra, cattolicesimo o ateismo, ma il problema di fondo e’: fino a dove lo Stato può arrivare a decidere sulla libertà dei cittadini? Se lo Stato fa una legge sul testamento biologico, sull’eutanasia, sull’accanimento terapeutico, siamo sicuri che non violi la libertà dei cittadini? Siamo davvero convinti che la Cassazione e i giudici milanesi su Eluana abbiano emesso una sentenza giusta e liberale? Lo Stato non può, attraverso il suo ordine giudiziario, decidere al posto di Eluana. I giudici, commettendo una grave violazione costituzionale, si sono arrogati di un potere che compete esclusivamente al Parlamento, alle istituzioni politiche dello Stato, le uniche che hanno il mandato popolare per legiferare. E poi perche degli estranei, giudici o parlamentari che siano, debbano prendere una decisione così tanto privata ed esclusivamente personale? Ogni caso e’ diverso, ogni malato e’ diverso, ogni famiglia ha una propria convinzione. Nessuna legge, nessuna sentenza potrà mai davvero dirci cosa e’ meglio fare e, in ogni caso, limiterebbe la nostra libertà. Un genitore potrà decidere che preferisce credere in un miracolo, che preferisce seguitare a curare quello che sembra un vegetale, piuttosto che perderlo per sempre. Un altro potrà decidere di non avere più speranza e decidere di porre fine a quella che ritiene un’agonia, sia per se che per la figlia malata. In tutti i casi bisogna avere il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie scelte libere e consapevoli. Il padre o la made, o le persone piu’ care possono decidere di far morire o di far vivere, ma la responsabilità e’ esclusivamente la loro. Pretendere che sia lo Stato con una legge o con una sentenza dei giudici a decidere al posto loro, significa solo rifiutare la propria responsabilità. L'opposizione, capitanata dal sempre piu’ traballante ed ormai “provvisorio” Veltroni “indignato” dagli “strappi” alla Costituzione attuati da Berlusconi, e’ pronto a scendere in piazza per la “deriva mussoliniana” del primo ministro. Mentre, sono molti nell’opposizione che si preparano a dare una mano al governo a votare la legge presentata dall’esecutivo. Sono i cattolici del Pd che hanno dichiarato che sono pronti “in coscienza” a votare, in pratica, il testo del decreto respinto da Giorgio Napolitano. Sono quasi tutti gli ex Ppi (Partito Popolare Italiano), buona parte dei “rutelliani” ed anche alcuni “veltroniani”. E comunque il Pd, nel suo insieme, e’ pronto ad approvare la legge: nessun ostruzionismo, nessuna battaglia in Parlamento. “Non faremo questo piacere a Berlusconi, e’ questo l'unica disciplina che ci daremo come gruppo al di là del giudizio di merito su questa legge”, è la sconcertante dichiarazione del presidente dei deputati del Pd, Antonello Soro. Una persona normale rimarrebbe del tutto confusa e si chiederebbe perché mai, allora, lo stesso Pd ha organizzato una manifestazione a Roma in difesa della Costituzione? Che strappo c'è mai stato, visto che la legge verrà votata in Parlamento con i loro voti e, addirittura, con la loro esplicita approvazione? La manifestazione, ancora una volta, e’ servita a tentare di coprire la grande confusione che regna nel Pd che e’ sempre piu’ lacerato nel suo interno. Buona parte dei laici e post-comunisti del Pd sono contrarissimi alla legge, e il suo elettorato e’ confuso e diviso come dimostrano le piazze che si sono riempite spontaneamente nei giorni passati sul caso Englaro. Qualcosa il principale partito di opposizione deve pur dirlo, ma siccome non può dire nulla nel merito, perché non ha una linea unitaria sulla questione del testamento biologico, Veltroni ha deciso di buttarla sul “pericolo” che la Costituzione venga “strappata” da Berlusconi. D’Alema, Bersani, Parisi e molti altri del Pd hanno preso atto che l’operazione del Partito democratico è fallita, non ha unito la sinistra e non ha preso voti a destra ed e’ giunta l’ora di girare pagina ed hanno, di fatto, accantonato Veltroni, ma lui ancora non se ne e’ accorto.