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venerdì 3 aprile 2009

Politici sempre inaffidabili. Cancellare il CGIE ed i COMITES per avere piu' risorse da destinare agli italiani nel mondo.

Nel lontano 1959, ventenne, assistetti ad alcune assemblee parlamentari a Montecitorio, sede della Camera dei deputati. Ebbi la chiara sensazione che stavo assistendo ad una finzione, come può essere una commedia teatrale tragico/comica. Per aumentare lo spettacolo i commessi nell’aula erano sempre in allerta, per scongiurare risse che potevano accadere in ogni momento. I deputati. a quel tempo, erano meno “fortunati” di quelli di oggi. La “democrazia” si e’ consolidata ed ora hanno la “mensa” all’interno di Montecitorio (pagano un pasto un euro e mezzo e sorseggiare un caffè a 0,42 centesimi, servito in tazzina di porcellana con fregi in oro), invece prima i “poveri” deputati erano costretti a consumare i pasti al ristorante, il piu’ delle volte in quello di Piazza Colonna. Cosi’, dopo lo “spettacolo teatrale” era possibile vedere da vicino gli “attori” che pasteggiavano e bisbocciavano tutti d’amore e d’accordo. Talvolta i “comunisti” ed i “fascistipranzavano allegramente allo stesso tavolo. Era la prova che avevo intuito bene: tutto era una messa in scema. Giurai che sarei rimasto sempre lontano dalla politica, adatta esclusivamente a persone ipocrite e ai perditempo e che non avrei mai votato per nessuno: Se vogliono portarmi in giro lo facciano pure, ma senza il mio consenso”. Il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi scese politicamente in campo. Cancellai il giuramento del 1959 ed aderii subito a “Forza Italia”, soltanto e perché era capeggiata dall’uomo che impersonava l’antipolitica. L’11 febbraio 1994 fondai il Club “Forza Italia a Sydney, e dal quel momento fui messo all’indice dalla nomenclatura locale, tutta schierata a sinistra, nomenclatura che e’ rimasta la stessa di oggi. La sinistra e’ sempre immutabile, sia a livello nazionale sia locale, ed e’ per questo che e’ moribonda, altroché “vincente” come afferma l’illuso Marco Fedi. Senza ricambio generazionale e nuove idee un partito (ma anche una associazione) va sempre incontro al disastro, come sta capitando proprio al Pd prossimo a dissolversi. Se si va a rivedere le fotografie dal 1994 in poi, si nota che molti personaggi, che ruotavano intorno a Berlusconi, sono del tutto scomparsi. Scorrendo l’elenco dei ministri che compongono il suo attuale governo, tranne qualche eccezione, si notano molte facce nuove di “giovani promessee tra queste c’e’ sicuramente il premier del 2013. Berlusconi lo ripete ormai quasi ogni giorno che gli fa “schifo” la vita che sta facendo, continua per senso di responsabilità, ma non vede l’ora di mettersi a riposo e ricoprire il ruolo del “padre nobile” del Pdl. Se sta chiedendo di cambiare la Costituzione (bipartisan da decenni sono tutti d’accordo) e’ per dare piu’ potere al futuro premier e facilitarlo nel governare con piu’ efficienza. Non li vuole per se, ma per chi verrà dopo di lui (Pdl o Pd che sia) che sicuramente non avrà la sua forte personalità e carisma. Anche su questo l’opposizione coglie l’occasione per insultarlo e lo paragona ai dittatori del secolo passato. In un’intervista lasciata al “Corriere della Sera”, Luciano Violante ha ammesso che nel 1994 nessuno capì davvero Berlusconi. Tutti lo sottovalutarono, considerandolo un “dilettante” della politica, uno che non poteva fondare un partito, uno che sarebbe colato a picco in meno tempo di quanto si potesse immaginare. Invece le cose sono andate diversamente. E la sinistra ottusamente ancora rifiuta di capire l’odierna situazione politica, come ha fatto in questi ultimi 15 anni. Alla sinistra manca una classe dirigente credibile. Per tornare a governare, deve formare una classe dirigente nuova, e’ più indispensabile che qualsiasi altra cosa. I segretari non li dovrà scegliere con “fasulle” primarie oceaniche, ma dovrà farli scegliere ai cittadini con “vere” elezioni. Speriamo che lo si capisca in fretta se non vorrà sparire. Nel 1994 bisognava aver coraggio a professarsi “berlusconiani, soprattutto dopo la caduta del primo governo. Il “forzista” era considerato un poco di buono, un sovversivo da tenere a debita distanza. Trentadue furono gli aderenti al mio Club “Forza Italia”, ma nell’elenco non figura nessuno dei nomi dei personaggi che, per opportunismo, molti anni dopo, “s’intrupparono” negli “Azzurri nel Mondo”. Nel 2001 fu approvata la legge Tremaglia che permetteva l’elezione al Parlamento degli italiani residenti all’estero. In previsione delle elezioni del 2006, alcuni individui iniziarono le grandi manovre di avvicinamento a “Forza Italia”, non perché fossero convinti sostenitori, ma per ottenere una candidatura. Molti sono stati i viaggi a Roma dei molti aspiranti parlamentari (di ogni parte politica) alla ricerca di sponsors influenti che potessero candidarli. La storia delle elezioni politiche, del 2006 e del 2008 in Australia, e’ nota a molti lettori di questa rubrica, a chi fosse sfuggita può consultare il sito: www.itamondo.blogspot.com partendo da marzo 2008. La quasi totalità di questi personaggi, che smaniavano per “acchiappare” un seggio nel Parlamento italiano, si sono “formati” e “rodati” nei vari COMITES e nel CGIE, che moltissimi italiani non sanno che cosa sono e a che cosa servano. In questi organismi, si sono esercitati a “parlare d’aria fritta” esprimendosi in perfetto “politichese”. Con queste prerogative, ovviamente, non hanno mai raggiunto nessun concreto obbiettivo a vantaggio dell’intera comunità degli italiani nel mondo. In 20 anni dalla loro costituzione hanno soltanto sprecato oltre 100 milioni di euro, principalmente per far girare il mondo i propri componenti “confortevolmente” e gratis. L’attuale Governo italiano ha compreso l’inutilità’ del CGIE e dei COMITES e ha deciso di prendersi una “pausa di riflessione” posticipando al 2010 le votazioni per il rinnovo dei COMITES (136 in tutto il mondo) e la riforma del CGIE. C’e’ la ragionevole speranza che, finalmente, saranno cancellati definitivamente questi due inutili e spreconi organismi che, imperterriti, continuano a bruciare soldi pubblici. L’ultima occasione e’ stata la Conferenza della Commissione continentale dei Paesi Anglofani Extraeuropei che si e’ svolta a Brisbane, dal 19 al 21 marzo, nel prestigioso albergo a “cinque stelle” Sofitel. Oltre agli ospiti arrivati dagli USA, dal Sud Africa e dal Canada, per dar piu’ “prestigioalla scampagnata di lusso, non poteva mancare la delegazione (giunta dall’Italia) del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero del Senato della Repubblica, con i senatori Claudio Micheloni, Luciano Cagnin e Nino Randazzo. La lista degli ospiti continua con i delegati australiani del CGIE, quindi alcuni presidenti dei COMITES, alcuni “consultori” regionali, una rappresentanza dei giovani italo/australiani e molti altri personaggi specializzati nel saper “dire niente” ma che sanno farlo in modo forbito. Per i viaggi, l’alloggio ed il vitto per questa allegra compagnia di turisti buontemponi, lo Stato italiano ha sborsato una cifra considerevole. Quanto? Per la vergogna gli organizzatori non ce lo faranno mai sapere. Perché? Semplice. Come era previsto la “Commissionenon ha concretizzato e risolto nessuno degli annosi problemi, si e’ limitata a “chiacchierare” su un “ampio ventaglio” di temi: gli stessi che discutono da 20 anni. Il governo ha il dovere di “tagliare” inesorabilmente questi scandalosi sprechi di denaro. Deve cancellare immediatamente il CGIE ed i COMITES, ma anche tutti gli altri enti inutili che bruciano risorse che responsabilmente dovrebbero essere destinate a vero beneficio degli italiani nel mondo iniziando con l’assistenza ai piu’ bisognosi.

martedì 31 marzo 2009

Nasce il Partito della liberta'.

Un partito che comprendesse tutto il centrodestra (ma non solo) come il “Popolo della libertà”, e’ sempre stato l’obbiettivo di Berlusconi, sin dall’inizio della sua rivoluzione politica iniziata nel 1994 quando fondò “Forza Italia”, che i maligni definirono un partito di plastica, ma sono stati clamorosamente smentiti. In questi ultimi 15 anni Berlusconi ha dimostrato di non essere per niente di plastica, semmai si e’ confermato l’unico vero leader che ha aumentato continuamente il consenso. E’ stata l’intera politica italiana ad essere di “plastica” che e’ sopravvissuta per i soliti trasformismi dopo la caduta del suo primo governo: il ribaltone del 1995, la nascita del governo D’Alema nel 1998 (resa possibile dal voto determinante di deputati “acquistati” dal centrodestra), le armate Brancaleone chiamate prima Ulivo e poi Unione. Nel 2007 Veltroni aveva tentato un gesto coraggioso: rompere con la tradizione antiliberale della sinistra per costruire il PD, come partito che poteva essere alternativa di governo. Aveva giurato che avrebbe accantonato la demonizzazione dell’avversario, l’uso politico della giustizia o il rovesciamento in Parlamento delle scelte compiute dagli elettori, ma poi e’ scappato via. Gli italiani non credono ciecamente in Berlusconi, ne’ lo ritengono un santo e non pensano che abbia sempre ragione. Lo votano perché sono certi che sia “l’unico” in grado di far qualcosa di buono per l’Italia. Vogliono al governo qualcuno con un po’ di buon senso, che ha le idee chiare di cosa fare e lo faccia con competenza e determinazione. Che sappia ridare non solo autorità, ma soprattutto autorevolezza allo Stato. In questi ultimi 15 anni e’ stato chiaro il disegno diabolico della sinistra per “eliminarlo”, appoggiata da una parte della magistratura e da moltissimi media (altroché da lui controllati!). Non vi sono stati limiti al suo “sputtanamento”. Tanto ciò che conta e’ insinuare il sospetto. Intanto appiccichiamogli il marchio d’infamia: non se ne libererà più. Il tutto ovviamente grazie alla sinistra, a dei faziosi magistrati e ai media. Berlusconi non è stato condannato nelle aule dei tribunali dopo un processo, in seguito a prove ed a sentenze dei magistrati. E’ stato “condannato” dalle procure “rosse” che hanno trasformato il “sospetto” in “reato” certo. In Italia la magistratura ha tentato di stabilire chi ha il diritto di fare politica e chi no. L’opinione pubblica pensa: uno che è accusato di tanti reati non può certo essere un galantuomo. È stato assolto? Perché può permettersi ottimi avvocati, perché è un furbastro. Un furbastro ma non un galantuomo. E un buon 25% degli italiani lo ”odia” pensando così. Ormai la dose di questo vilipendio ha superato ogni limite, che agli attacchi contro Berlusconi non ci crede piu’ nessuno. L’odio che i “politicanti” di sinistra (ma non solo) hanno per Silvio e’ dovuto nel vedere in lui una seria minaccia alla loro sopravvivenza perché lui e’ l’antipolitico per antonomasia. Quando Berlusconi “scese in campo”, tutti i politici, nemici ed amici, furono “scocciati” per essersi visti scavalcati dall’ultimo arrivato. Da un “riccastro” sorridente, da un capitalista che politicamente non era nessuno. Il centrosinistra ha fatto del tutto per eliminarlo per via giudiziaria, ma anche gli “amici” piu’ volte gli hanno chiesto di sloggiare perché ormai troppo vecchio. “Ho vent’anni di meno di lui” disse Fini. Si, ma e’ meglio un “vecchio” saggio, energico e con idee chiare di un “giovane” presuntuoso, arrogante e dalle idee confuse. Gli “amici” hanno cercato di metterlo in difficoltà in tutti i modi con dispetti e, persino, deridendolo. Erano certi che Berlusconi non poteva fare a meno di loro, ma non hanno considerato che Silvio e’ un uomo fuori della media. Può agire con serenità perché ha già avuto tutto. E’ ricco. Ha fondato il piu’ grande partito italiano. E’ stato l’unico presidente del Consiglio che abbia governato per un’intera legislatura. Ad andar male, potrebbe ritirarsi dalla vita pubblica sicuro di essere già nei libri di storia. Silvio ha voluto essere democratico con tutti a tutti i costi e così ha generato una miriade di serpi velenose dentro e fuori al suo schieramento. Basta vedere personaggi come comici, cantanti e giornalisti che fanno miliardi prendendolo in giro e calunniandolo, ma nessuno e’ riuscito a fermarlo per fargli raggiungere l’obbiettivo per cui decise di scendere in campo. Ancora una volta, con geniale tempismo Silvio ha “inventato” il nuovo Partito del “Popolo della libertà”. Lo scopo e poter favorire un drastico ricambio generazionale favorendo giovani preparati e brillanti, che sono gli unici capaci a comprendere la globalizzazione dei problemi. L’Italia ha estremo bisogno di nuovi progetti validi e rigorosi, che possono essere portati avanti da persone nuove, ma con una preparazione ed una formazione indiscutibile. La politica non deve essere piu’ in mano ai “quaraquaqua’ nullafacenti”. La gente comune e’ stufa di “chiacchiere”, vuole concretezza, serietà ed onestà da chi governa. Silvio Berlusconi e’ particolarmente fiero, di essere stato il talent-scout di alcuni giovani ministri che stanno dando ottima prova di sé, tra questi uscirà il Premier del 2013 quando Berlusconi, da persona intelligente qual’e’, compiuta la sua missione, si ritirerà a vita privata. Non e’ interessato minimamente alla presidenza della Repubblica, per questa carica ha già indicato Gianni Letta. E’ un cambiamento rivoluzionario in un sistema poco disposto al cambiamento come quello della politica italiana. Il partito del “Popolo della libertà” vuole dare un’opportunità’ a tutti, anche a quelli che sono arcistufi e delusi dell’inconcludente Pd. Gianfranco Fini, nel suo discorso per “accompagnare” AN all’entrata nel “Popolo della libertà”, ha fatto intendere chiaramente che si e’ chiamato fuori dal nuovo partito per diventare il “garante della Costituzione. Non ha scelto di partecipare in prima persona alla nuova esperienza politica. Anche in questa occasione e’ stato “ambiguo”. Si e’ “sdegnato” per il concetto secondo cui l’Msi è stato “sdoganato” affermando che le idee non si sdoganano. Al termine della prima Repubblica, il partito comunista era diventato egemone nella politica italiana e, con lo “sterminio” dovuto a “mani pulite” dei partiti democratici, stava per giungere al potere incontrastato, ma Berlusconi distrusse la “magnifica macchina da guerra” di Ochetto. Quello che e’ accaduto in seguito e’ la lotta del vecchio contro il nuovo. La politica di Berlusconi non si ispirava alle vecchie ideologie dei partiti del Novecento, ma si fondava su verità semplici come: libertà, democrazia, popolo e concretezza di governo. In queste parole molti elettori si sono riconosciuti, compresi quelli dell’Msi che erano sempre stati ferocemente discriminati dalla sinistra. Quindi Silvio ha “sdoganato” l’intera politica italiana, soffocata dall’antidemocrazia, dal “politichese” fumoso ed astratto e strumentalizzata da spocchiosi pseudo intellettuali di sinistra figli del deleterio ’68.