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venerdì 5 giugno 2009

CGIE: siamo alle comiche finali! Forza giovani italo/mondo questo e' il vostro momento!

Siamo alle comiche finali! Elio Carozza, segretario generale del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), presidente dell’INCA-CGIL del Belgio, coordinatore FILEF del Belgio, ex segretario della Federazione Belga ed Europa dei Democratici di sinistra, fa le bizze: non vuole smontare dalla lussuosa e comoda “carrozza” con la quale da venti anni, insieme ad altri 94 “magnifici” consiglieri (di che?), l’ha “scarrozzato” il lungo ed in largo in giro per tutto il mondo. I “simpatici”, ma inutili personaggi (90% di sinistra), 65 sono stati eletti dai membri dei 128 Com.It. Es. (Comitati Italiani all’Estero), gli altri 25 dal Ministero degli Esteri. La lista completa e’ consultabile nel sito ufficiale del CGIE. Carozza, per svolgere piu’ efficacemente la sua mansione, si avvale della collaborazione “nientepopodimeno” di Franco Danieli, l’ex Viceministro del disastroso governo Prodi, quello che arrivava in ritardo agli appuntamenti perché impegnato nei safari sudafricani. Danieli ha un compito di “vitale importanza”: addetto all’archivio della corrispondenza tra il CGIE ed il Ministro degli Esteri. Recentemente a Roma si e’ tenuta l’ennesima inutile e costosissima assemblea generale del CGIE. Elio Carozza si e’ detto molto “preoccupato” per la determinazione espressa dal Sottosegretario, con delega per gli italiani all'estero, Alfredo Mantica, di incidere ancor più “pesantemente” sugli istituti di rappresentanza degli italiani nel mondo ma, soprattutto, per l’ormai imminente e, quasi certa, cancellazione del CGIE. Carozza e’ andato su tutte le furie e ha “sfiduciato” Mantica chiedendo persino le sue dimissioni. E’ da sbellicarsi dalle risate! Il segretario generale del CGIE si e’ opposto perché: “Le ragioni di questo impegno sono tutte racchiuse nella vitale e concreta rispondenza del CGIE alle esigenze di rappresentatività delle comunità all'estero, cui fanno riferimento i Comites…..”. Ma faccia il piacere! Caso mai il CGIE ha dimostrato, ampiamente, di non essere “rispondente” alle esigenze della comunità italiana nel mondo e tanto meno l’ha “rappresentata”. In puro politichese Carozza parla di un mondo conosciuto soltanto da lui e da pochissimi altri addetti ai lavori. Sa benissimo che il 99.00% degli italiani nel mondo non sanno dell’esistenza del CGIE e dei COMITES. Chi lo sa non ha mai capito a che cosa servano, considerato che mai, e poi mai, hanno prodotto risultati tangibili e non hanno mai fatto sapere cosa abbiano fatto nella loro ormai ventennale storia. L’unica cosa certa e’ che hanno “bruciatocirca 100 milioni di euro. Il CGIE ha organizzato numerosissime “assemblee” in tutto il mondo dove si e’ sempre ed esclusivamente discusso del “nulla”, del nulla assoluto. E perché mai lo Stato italiano dovrebbe ancora continuare a tenere in vita enti che hanno dimostrato, dati alla mano, di essere totalmente inutili e, soprattutto, dannosi visto che sprecano ingenti risorse economiche che potrebbero essere meglio impiegate a vero vantaggio della comunità degli italiani nel mondo? Se il CGIE finalmente, ed opportunamente, venisse cancellato, gli unici a “perderci” sarebbero soltanto i “magnifici94: non piu’ gite allegre e spensierate intorno al mondo alloggiando in alberghi a cinque stelle, non piu’ “gettone” di presenza ma, quello che proprio non va giù, e’ la perdita del “prestigio” personale. L’altra faccia della medaglia sarebbe migliore: i milioni di euro che ogni anno vengono sprecati dal CGIE, andrebbero impiegati a vantaggio di noi italiani nel mondo. Siamo tutti consapevoli che ci troviamo di fronte ad un drastico e necessario rinnovamento degli enti di tutela della presenza degli italiani nel mondo. E’ quindi assolutamente necessario favorire una migliore razionalizzazione ed impiego delle scarse risorse finanziarie. Basta con i “carrozzoni” inutili, basta con gli sprechi! La riforma del Parlamento italiano, che porterà i deputati a 300 ed i senatori a 150 (con un risparmio di oltre 900 milioni di euro l’anno), sicuramente cancellerà anche gli inutili 18 parlamentari eletti all’estero. Il cambiamento e’ ormai avviato ed e’ tempo che i giovani italo/mondo rompano gli indugi. E’ tempo che prendano decisamente in mano la situazione, per portare un cambiamento epocale per il rilancio e l’affermazione definitiva dell’italianita’ nel mondo. Sono ormai passati cinque mesi dalla conferenza mondiale dei 400 giovani italo/mondo tenutasi a Roma nel dicembre 2008. In quell’occasione sono stati riscontati segnali importanti dalle seconde e terze generazioni, ma ancora non si vedono fatti concreti. Ancora non vediamo i giovani inseriti nelle associazioni e nelle istituzioni di rappresentanza dell’Italia. Probabilmente non sono stati incoraggiati e favoriti, nonostante gli intenti (evidentemente falsi) di coloro che auspicavano un ringiovanimento per la rivalorizzazione degli italiani nel mondo. I giovani debbono prendere coscienza che la vita e’ una battaglia continua: tutto e’ una conquista, niente e’ scontato. Si rendano conto che nessuno, che si trova in una situazione di privilegio, si farà da parte per favorirli, allora deve essere cacciato via e, talvolta, anche in malo modo. La maggior parte dei presidenti, delle molteplici associazioni italiane (5000 in tutto il mondo), sembra sia orientata di passare la mano ma, a loro dire, nessun giovane si fa avanti. Potrebbe essere anche vero. Ma, tra le varie realtà, c’e’ anche quella di molti “presidenti” che non vogliono lasciare la “carica”. E’ il cattivo “vezzo” italiano di pensare di essere “importanti” solo se si e’ presidente di qualche cosa anche se insignificante. I giovani italo/mondo facciano loro il motto di John F. Kennedy: “Non chiedere cosa può fare il tuo Paese per te, ma cosa tu puoi fare per lui”. Non aspettino i soldi da Roma: non ci sono. Per autofinanziarsi organizzino feste e manifestazioni. Portare avanti un’idea o un progetto è possibile, il segreto sta nel credere “fermamente” a quello che si fa. Occorre avere una forte volontà e determinazione per affrontare e superare le molte difficoltà che immancabilmente s’incontreranno. Se veramente vogliono diventare i nuovi protagonisti della comunità italiana nel mondo, siano più intraprendenti e più disposti a prendere i rischi. Seguano l’esempio dei “Giganti” che, superando mille handicap (la mancanza della conoscenza delle abitudini e della lingua del Paese di accoglienza, senza soldi e poca istruzione scolastica), sono riusciti a far affermare l’italianita’ nel mondo. La competizione fa parte della vita. In qualsiasi campo, scolastico, lavorativo, sportivo ecc, e’ necessario che emerga il “merito” per scegliere chi sia il più adatto a ricoprire un certo ruolo. I giovani abbiano più coraggio e si propongano con più determinazione. Nella conferenza mondiale dei giovani italo/mondo di dicembre 2008 a Roma, il Sottosegretario Mantica ha voluto conoscere dai giovani “che cos’e’ l’italianità’” e cosa accadrà tra 20 anni quando le prime generazioni non ci saranno più. Il sottosegretario ha aggiunto: Credo che il rapporto tra l'Italia e i suoi connazionali all'estero sia come un matrimonio. O è per amore o per interesse. Allora cerchiamo di capire quanto amore c'è e quali interessi, legittimi, ci siano. Penso che vi sia la necessità di Rifondare la comunità degli italiani all’estero. Per me gli italiani nel mondo sono una comunità di gente giovane, dinamica, che vive una realtà differente rispetto a quella dell’Italia. Rappresentano, dunque, un valore importante, una diversità che può dare molto all’Italia, e alla quale l’Italia, può attingere con passione e lungimiranza. Quella che vorremmo costruire é la comunità degli “Italofoni” perché la lingua diventi elemento forte per una comunità italiana allargata”. L’italianità’ deve continuare e deve consolidarsi, evolvendosi, coinvolgendo l’intera’ comunità degli italiani presenti in tutti i Paesi del mondo. Tutti devono assumersi questa responsabilità e lanciarsi in un’impresa costruttiva in continua crescita e trasformazione. Si tratta d’impegnarsi personalmente in un processo grazie al quale possiamo essere aiutati ed aiutare gli altri a trovare la via migliore. Il cambiamento non si arresta e tanto meno possiamo tornare in dietro. Non possiamo che accettarlo e seguirlo.