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venerdì 12 marzo 2010

Povero Berlusconi cirdondato da "imbecilli"! La sinistra vuole correre da sola. Odia il confronto democratico con l'avversario.

A volerlo fare a posta non sarebbe potuto riuscire cosi’ bene il “casino” combinato da quell’ “imbranato” di Milioni, questo e’ il nome del presentatore di lista del Pdl. Era uscito dalla fila per andarsi a fare un panino. Ritornato mezz’ora dopo ha trovato chiuso l’ufficio elettorale per presentare la lista per le elezioni regionali nel Lazio. In linea teorica, la sinistra ha indubbiamente ragione. In altri momenti e in altre regioni, per i motivi piu’ diversi, sono stati esclusi altri partiti. Dunque, se la legge e’ uguale per tutti, il Pdl deve essere escluso dalle elezioni. Una scadenza e’ una scadenza. Silvio Berlusconi, dopo anni di ininterrotti attacchi giudiziari, aggressioni personali e persino tentati omicidi ai quali e' riuscito a sopravvivere in tutti questi ultimi 16 anni, sta per soccombere sotto il fuoco amico di“fantozziani” galoppini di lista. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, nonostante il decreto legge interpretativo del governo, ha rigettato il ricorso del Pdl per l’ammissione alle elezioni regionali. La competenza ad intervenire era della regione Lazio, che doveva agire con urgenza. Se non lo ha fatto, ha compiuto una negligenza peggiore di quella compiuta dall’“imbranato” portaborse del Pdl. Tutto era nelle mani della regione Lazio per assicurare il diritto di voto agli elettori del Pdl. L’attuale amministrazione della Regione Lazio e’ di sinistra e non ha mosso un dito per timore che il centrodestra prenda il suo posto. E’ democrazia escludere una grande parte di elettorato per questioni “formali”? Cosi’ ha sentenziato il Tar (Tribunale Amministrativo del Riesame) per escludere la lista Pdl: ”Non c'è certezza ne’prova che il delegato del Pdl all'atto della presentazione della lista avesse con sé tutta la documentazione”. Sembra un motivo sufficiente per eliminare tanti elettori? Poi, con comodo entrerà nel merito il 6 maggio, ad elezioni chiuse da un pezzo. E se poi darà ragione al Pdl? E' molto sospetta la rigidezza zero del giudice di Roma, non la si trova spesso nelle altre corti d'appello, dove i “casinisti” come Milioni si presentano oltre la scadenza del tempo e spesso con firme “taroccate”, senza neppure un verbale. Forse, in certi tribunali non vogliono ostacolare una campagna elettorale. Nulla e’ servito il decreto firmato dal Presidente Napolitano che riammetteva nella competizione elettorale delle elezioni regionali la lista del PDL, che veniva esclusa per colpa di quel “dilettante” che farebbe bene a vergognarsi. Il decreto salvava il diritto al voto di milioni di italiani e permetteva che le prossime elezioni risultavano autentiche e non falsate. Permetteva che la vittoria, di chiunque fosse alla fine, era vera e non ottenuta “a tavolino” per colpa di quello “scimunito”. Ma e’ proprio questo che la sinistra non sopporta: “che le elezioni siano autentiche”. E’ scesa la manna dal cielo per i “compagni”. L’occasione sul piatto d’argento gliela fornita i“fessacchiotti” degli avversari politici. Ora possono correre praticamente da soli. A loro non interessa, non sanno cosa sia la “democrazia”, che significa competizione leale ed aperta. A loro non piace competere, abituati come sono alle “farse” delle primarie. L’ex “compagno” Giorgio Napolitano aveva scelto la via della democrazia e i “compagnucci” iniziano a stracciarsi le vesti, strepitano contro il Presidente, colpevole di aver firmato un decreto che impediva loro di “vincere facile”. Scende “furioso” in piazza anche il cosiddetto “popolo viola”, che sarebbe piu’ giusto definire “popolo livido”(tanto il colore e’ lo stesso) per la rabbia che lo divora. Per loro il decreto e’ una “ferita aperta” alla democrazia, poco importa che milioni di italiani siano impossibilitati ad esprimere il proprio voto per la mancanza delle liste del proprio partito. Forse non sarebbe questa una “ferita” per la democrazia? Ma si sa, per la gente del centrosinistra o “viola”, chi vota per il PDL sono degli “imbecilli”, un popolo di serie B, “sottouomini”, razza inferiore e gretta: meglio che stiano zitti. Non e’ questa mentalità da “regime totalitario”? La minaccia per la democrazia non sono i decreti che salvano i diritti dei cittadini elettori, ma sono le tentazioni autoritarie della sinistra mai uscita dalla mentalità “stalinista”. E’ sempre piu’ chiaro, ormai, che il loro obiettivo e’ quello di correre da soli, senza avversari. Cosa di cui dovrebbero vergognarsi, e dovrebbero vergognarsi anche coloro che li sostengono. Bersani si frega le mani per il contributo insperato degli “utili idioti” degli avversari politici che gli regalerebbe la vittoria alle elezioni regionali. Ad alimentare la confusione non poteva mancare Di Pietro. Non c’è da meravigliarsi. Chi dovrebbe vergognarsi piu’ degli altri la spara piu’ grossa. Di Pietro non si vergogna di essere il principale responsabile che ha armato la mano di quel delinquente che scagliò in faccia a Berlusconi la statuetta del duomo di Milano. Perché non si vergogna della sua indegna campagna sovversiva e calunniatoria? Perché non si vergogna di aver speso 38mila euro per una pagina di un giornale straniero per vilipendere l’Italia? La verità e’ una sola, semplice e chiara: la sinistra “s’infuria” perché sa che può vincere solo se corre da sola, se non ha avversari. Lo sapeva circa vent’anni fa, quando “Tangentopoli”, grazie a Di Pietro, gli aveva spianato la strada della vittoria alla “magnifica macchina da guerra” che avrebbe dato il via ad una stagione di regime e stato di polizia. Per fortuna dell’Italia la scesa in campo di Berlusconi scongiurò la “catastrofe”. Lo sa anche adesso, visto che si arrabbia tanto proprio quando la democrazia non veniva “offesa” ma “difesa” da un decreto che salvava i diritti politici di molti cittadini. Di quei cittadini che i “compagni” dimostrano di disprezzare profondamente, assetati come sono del potere “come privilegio” e “non come servizio”. Qualcuno ancora accecato dall’antiberlusconismo, da del “fascista” al governo i cui partiti che lo sostengono sono stati estromessi dalla prossima consultazione elettorale nel Lazio. Chi e’ “fascista” chi si batte per milioni di elettori perché possano andare a votare o chi si batte per impedire loro di votare? In Italia c’e’ un’opposizione che, salvo l’Udc, fa del “fascismo-stalinismo” ancora il proprio modello politico a tanti anni dalla caduta di Mussolini e del muro di Berlino. Agli insulti “fascisti” dell’opposizione aveva dato risposta Napolitano, dicendo pari pari le cose sul “pasticciaccio” causato da qualche “stupidotto”. Al di là dei cavilli giuridici, non era possibile tenere fuori dalla consultazione milioni di elettori. Perfino Oscar luigi Scalfaro, specialista dei ribaltoni antiberlusconi, ha ritenuto corretto l’intervento del Presidente della Repubblica. Allora, perché ostinatamente il decreto legge “salva-elettori” e’ stato ferocemente criticato? La risposta e’ semplice: Perché vogliono vincere da soli, con una sola lista. E in quali Paesi si presenta una sola lista? Lo sanno tutti: nei Paesi governati da dittature. Ecco, l’opposizione a questo mira con le sue manifestazioni di piazza: governare senza avversari, come nell’Unione Sovietica di Stalin. Così domani, sabato 13 marzo, ci sarà la manifestazione degli oppositori “fascisti”, che si permettono di dare del “fascista” al governo che vuole assicurare il diritto di voto a tutti i cittadini, nel rispetto dell’art. 48 della Costituzione. Niente niente si stanno preparando ad una nuova marcia su Roma? Chi sarà il loro Duce che marcerà alla testa? Queste le motivazioni addotte dal partito di Di Pietro: “Abbiamo deciso di fissare la data già per il prossimo fine settimana (13 marzo ndr.). Come già da noi annunciato, confermiamo che tutto il centro sinistra sarà unito a difesa della Costituzione” e Orlando aggiunge: “contro l’ennesimo decreto vergogna”. C’è chi si ubriaca con l’alcool e c’è chi si ubriaca di antiberlusconismo. Il risultato e’ il medesimo: idee poche e molto confuse. Per fortuna la stragrande maggioranza degli italiani sanno distinguere e sanno ragionare, salvo quei pochi “fascisti-stalinisti” che preferiscono evitare il confronto politico perché assolutamente privi di qualsiasi idea. Quello che e’ accaduto, alla presentazione delle liste, e’ servito a mostrare il vero volto “antidemocratico” dell’opposizione che, pur di conquistare il potere, non si fa alcun scrupolo, per la “cretineria” di un singolo, di estromettere dal voto milioni di elettori incolpevoli. Di Pietro ed il Pd a ruota, strumentalizzano tutto per accaparrarsi posti di potere senza competere “democraticamente” con gli avversari politici. Le persone del popolo “viola” (hanno scelto questo colore che non rappresenta nessun partito politico) sono nate già “vecchie”. Sono pateticamente identiche ai loro fratelli “no global” degli anni novanta, i quali erano identici alle “pantere” degli anni ottanta, che erano identici ai “figli dei fiori” degli anni settanta, che erano identici ai contestatori “sessantottini” degli anni sessanta. Basta ascoltarli, dicono e ripetono ossessivamente da anni gli stessi slogan vuoti ed in contrapposizione tra loro. Non e’ cosa per giovani proiettati verso il futuro, e’ cosa che puzza di “stravecchio” da gettare in discarica. Per loro le motivazioni di Berlusconi e di Napolitano si chiamano: golpe, attentato alla costituzione, schifo di regime! Questi novelli “fascisti-stalinisti” se non fossero patetici farebbero ridere.