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venerdì 19 marzo 2010

Internet e' liberta'. Piu' che legittimo era doveroso che Berlusconi attaccasse i due "calunniatori" nazionali di professione Santoro e Travaglio.

Internet e’ un formidabile strumento che sta creando una nuova civiltà piu’ libera perché molto piu’ informata. Dire “a me internet non piace” e’ voler rimanere attaccato al passato. E’ rinunciare al futuro. E’ rinunciare a un potente mezzo che permette di avere a portata di mano milioni d’informazioni ed essere in comunicazione con milioni di persone in tempo reale. Internet non deve piacere perché può essere una forma di passatempo, ma perché e’ ormai parte di noi e deve essere accettata come “realtà positiva”. Alcuni hanno l’errata convinzione che internet sia un “luogo pericoloso", non e’ vero, e’ soltanto un mezzo di comunicazione diverso e più avanzato degli altri. Se internet e’ da evitare, e’ allora da evitare anche il telefono, la posta cartacea, le strade, i negozi, gli stadi e qualsiasi altro luogo o oggetto che ci mette in comunicazione con gli altri. Il male si annida ovunque, ma questo non significa che “ovunque” ci sia il male. Internet e’ soltanto l’ultimo mezzo che la parte “disonesta” dell’umanità utilizza per scopi illeciti, ma e’ anche il mezzo che tante associazioni benefiche usano per aiutare i piu’ bisognosi. Internet, in ogni caso, deve essere un luogo dove le persone possano discutere apertamente ed esprimere le proprie opinioni, rispettando contemporaneamente i diritti ed i sentimenti degli altri. Non e’ permesso promuovere o pubblicare contenuti “violenti o minacciosi”. Il fatto che alcuni tipi di commenti e contenuti molto “espliciti” possano “infastidire” qualcuno, non e’ una ragione sufficiente per “cancellare” un sito. In Internet si può dire qualsiasi cosa e sappiamo anche che, quando c’e’ libertà di espressione, c’e’ sempre la possibilità che qualcuno se ne approfitti e superi certi limiti, ma non per questo deve essere abolita altrimenti dovrebbero essere aboliti anche i cellulari, con i quali si possono organizzare attentati terroristici. Chi trasgredisce può incappare nella legge. Sono già in vigore da tempo leggi che condannano l’incitamento alla violenza e chi minaccia qualcuno o azioni folli. E’ un caso veramente strano, ma questa volta Gianfranco Fini ha detto qualche cosa d’interessante e di vero. Aprendo a Montecitorio il convegno “Internet e libertà”, ha sottolineato che la politica non può rimanere in silenzio di fronte a questa grande innovazione tecnologica. Secondo il presidente della Camera, il Nobel per la Pace andrebbe assegnato al “web” anche in considerazione del ruolo svolto durante le rivolte in Birmania e di fronte ai tentativi limitarne l'uso in Cina e Iran. Ha ricordato poi l'importanza degli investimenti che l'Italia sta facendo per facilitare il rapporto cittadini-pubblica amministrazione e per ridurre il divario ancora esistente tra le diverse regioni d’Italia. Fini ha aggiunto come il “web” dimostri di possedere una certa capacità di autocontrollo, ma chi non lo fa potrebbe essere oscurato, anche se non e’ facile farlo con i siti che sono all'estero. Ormai Internet, oltre ad essere un modernissimo mezzo per le industrie per far conoscere i propri prodotti, e’ utilizzato massicciamente da milioni di persone ed anche dai politici. Con l’utilizzo sapiente del “web” Barack Obama ha costruito la sua vittoria elettorale. Anche il “popolo viola” si e’ formato con Internet e via “web” organizza le sue “estemporanee” manifestazioni, di solito imperniate su “scemenze” scritte sui manifesti e striscioni e dette dai palchi. Questa e’ la riprova che la libertà non e’ in “pericolo”, sostenere poi che “addirittura” manchi e’ una “fesseria” ed un “insulto” alle persone intelligenti. Questo “popolo viola” e’ di qualche migliaio di “sfigati” radical chic che una volta andavano in vacanza a Capalbio (Toscana), poi si sono trasferiti a Malindi (Kenia) e ora si accontentano di soggiornare nel “villone” di Beppe Grillo in Liguria. Ma già c’e’ l’ipotesi di una sua scissione. Tra le migliaia d’interlocutori che “battibeccano” sul “web”, e’ sempre piu’ difficile trovare l’accordo sul metodo e il merito delle manifestazioni. Il principale bersaglio e’ “San Precario”, l’anonimo fondatore del gruppo. “Perché non ci mette il nome e la faccia? Ho sempre l´impressione che coloro che restano anonimi abbiano qualcosa da nascondere” ha scritto qualcuno su Facebook, e cosi’ alcuni gruppi iniziano a defilarsi. La poca trasparenza mostrata dagli organizzatori e l’interesse dimostrato dai partiti (Idv, tutta la sinistra radicale ed il Pd) nei confronti del movimento, ha sollevano non pochi dubbi sulle reali motivazioni che hanno portato alla sua formazione. “Il popolo viola” voleva essere lontano dalla politica dei partiti che sfrutta le masse ai soli scopi propagandistici. Ed ecco che stanno nascendo gruppi cittadini o regionali “indipendenti” dal “popolo viola” sino alla creazione di un contro-gruppo che si chiama “resistenza viola”. E ti pareva! Il solito “spettacolo” visto e rivisto e messo in scena da quelli che, in realtà, sono imbevuti di “sinistrismo” acuto: niente idee e molta confusione nella testa. In questa lotta dei "Viola contro Viola", per ora non si intravede una via d’uscita e le tensioni interne hanno contribuito al “flop” della manifestazione del 13 marzo: macché 250 mila, erano appena in 25 mila! Anche il “popolo viola”, palesemente movimento “sinistroide” come i “girotondini” il “BoBi” (Boicotta il Biscione) e molti altri ancora, ormai si sta avviando rapidamente alla morte. E’ stata anche la rete Internet ad ispirare il libro "L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio" di Silvio Berlusconi. Il libro non e’ altro che la raccolta di una selezione dei tanti messaggi e-mail di sostegno ed incoraggiamento che gli sono giunti dopo l’aggressione subita a Piazza Duomo di Milano. Quei messaggi “positivi” non sono altro che la testimonianza dell’Italia che sa “amare” e che non vuole che lo scontro politico degeneri nella violenza fisica. Il libro e’ un dialogo tra Berlusconi e il suo popolo. Dalla lettura dei messaggi emerge l’affetto di tanti italiani nei suoi confronti. Il libro ha anche ispirato la manifestazione del centrodestra di domani, sabato 20 marzo a Roma a Piazza San Giovanni in Laterano. Dal “Governo del fare alle Regioni del fare”, questo e’ lo slogan. Berlusconi e i 13 candidati presidente di Regione sottoscriveranno davanti al popolo presente in piazza e a tutti gli italiani il “Patto per le Regioni”. Un programma comune come la realizzazione immediata del “piano casa” previsto dal governo centrale; meno burocrazia per le imprese, con la possibilita’ di aprirne una in un solo giorno; la realizzazione di piste ciclabili e di aree verdi in ogni paese e città; la lotta all’inquinamento ed altro ancora. Dopo il “caos” indescrivibile delle liste elettorali innestato da quell’ “imbranato” emissario del Pdl, e che il centrosinistra ha sfruttato impedendo che gli elettori del PdL della provincia di Roma non avessero il diritto di votare alle prossime elezioni, non poteva mancare l’immancabile “ciliegina” sulla torta rappresentata dalla recente indagine di Trani che coinvolgerebbe il Presidente del Consiglio. Berlusconi al telefono, con un membro dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e il Direttore del TG1, ha detto quello che dice in pubblico ogni giorno dal 2001. Guarda caso, come al solito, “l’indagine” arriva al ridosso d’importanti elezioni. Gli inquirenti, che stavano seguendo un’inchiesta su presunti tassi d’usura applicati ai titolari di carte di credito, “casualmente” si sarebbero imbattuti in un giro di telefonate tra Berlusconi, il direttore del Tg1 Rai Minzolini ed il commissario dell’Agcom Innocenzi. Invece di chiudere, il magistrato rimane all’ascolto anzi, moltiplica la sua attenzione, anche se la vicenda non e’ di sua competenza. Ciò dimostra l'uso da “stato poliziesco” delle intercettazioni. Non per sorvegliare sospettati e trovare prove nei confronti di indagati, ma per “pescare” notizie d’effetto soprattutto se di mezzo c’e’ il tanto “odiato” Premier. Cosa avrebbe detto Berlusconi durante le sue telefonate “illegalmente” intercettate? Che non gli piaceva Santoro ed altre trasmissioni palesemente faziose e caluniatorie (come la pensano milioni d'italiani) e che sarebbero stato opportuno riportarle su uno stile piu’ consono. Berlusconi giustamente ha fatto bene a lamentarsi per i “farseschi” processi mediatici di Santoro e Travaglio. Era opportuno cercare di fermare quello scandalo calunnioso ed “indecente” di “Annozero” a tutela dell'immagine di cittadini sotto processo e innocenti fino a sentenza definitiva. Invece d’interrogarci se quelle “pressioni” o lamentele, da parte di Berlusconi, siano legali o meno, bisognerebbe chiedersi come sia possibile che vadano in onda (sulla tv pubblica pagata da tutti) processi mediatici senza contraddittorio difensivo e con “finti documentari” confezionati da Santoro e da Travaglio. E’ questa la democrazia? E’ questa la vera civiltà? Piu’ che legittimo e’ stato “doveroso” che Berlusconi abbia fatto pressione e si sia lamentato per fermare tutto quello “schifo” che danneggia anche l’immagine dell’Italia nel mondo. Insomma, pare che ci si debba far linciare in tv da due calunniatori di professione, zitti e a cuccia, senza neanche potersi lamentare con chi di dovere. Questa sarebbe la colpa “grave” di Berlusconi? Ed e’ per questo che, ancora una volta, e’ stato messo sotto inchiesta? Semplicemente “ridicolo”. Ormai a nessuno sfugge che siamo di fronte a un vero e proprio “golpe” che mira a rovesciare, per via giudiziaria, ciò che gli elettori hanno deciso. Una dittatura della magistratura politicizzata che ormai senza freno e senza precedenti sta sferrando attacchi, uno dietro l’altro, contro colui che gli elettori hanno liberamente eletto alla guida del Paese.