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venerdì 2 luglio 2010

Gli "organi rappresentativi" degli italiani nel mondo si sono rivelati inutili: debbono essere cancellati.

Non ha altra scelta il Ministro Giulio Tremonti, obbligatoriamente deve tagliare tutte le spese ed i costi superflui per salvare l’Italia dal disastro economico/finanziario che potrebbe travolgerla insieme agli altri Paesi della Comunità Europea. Ogni euro di spesa parassitaria ed inutile deve essere risparmiato: non si può piu’ “scialacquare”. Occorre “potare” con decisione per far ricrescere la pianta piu’ forte per farla riprendere a produrre frutti abbondanti. Si e’ iniziato a tagliare la spesa pubblica che, al piu’ presto, subirà altri tagli. Gradualmente saranno abolite le province, tagliate le spese inutili in tutti ministeri, alle regioni e ai comuni, le spese della sanità e delle pensioni (non quelle correnti, ma ritardando l’età’ pensionistica), si attuerà il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, decurtati gli stipendi dei parlamentari e degli alti “papaveri”. Le risorse finanziarie, quelle poche disponibili, tassativamente verranno “investite” per progetti utili o perché producano reddito per essere poi ridistribuito. Questa e’ la “filosofia” del governo italiano in carica. La stessa filosofia adottata dai governi responsabili di altri Paese per evitare di finire in bancarotta come e’ accaduto alla Grecia. Maggioranza ed opposizione sono d’accordo della necessità di un drastico ridimensionamento degli sprechi, la divergenza sta nel modo di procedere. Ebbene, nonostante tutto questo sia a conoscenza di tutti, ottusamente alcuni “strepitano” per l’intenzione del governo Berlusconi di cancellare i cosiddetti “organi rappresentativi” degli italiani all’estero, ossia il CGIE, i COMITES e i 18 parlamentari eletti all’estero, ovviamente senza abolire il diritto di voto agli italiani nel mondo. C’e’ qualcuno che possa spiegare a che cosa sono serviti questi “organi rappresentativi”? Certamente il governo non agisce in “dispregio” degli emigrati italiani, come vorrebbero far intendere la parte politica piu’ “retrograda” (altroché progressista!) rappresentata dal PD e da tutto il centrosinistra. La finalità del governo Berlusconi e’ di non “sprecare” piu’ le scarse risorse finanziare, ma impiegarle con piu’ oculatezza a vero vantaggio degli italiani nel mondo. Sono certo che moltissimi di voi che state leggendo questa nota, vi starete domandando: il CGIE ed i COMITES, e’ roba che “se magna”? Che cosa sono? A che cosa servono? I COMITES (Comitati Italiani all’Estero) sono stati istituiti con legge 23 agosto 1988, n.400 modificata con la legge 23 ottobre 2003, n.286. Il CGIE (Comitato Generale Italiani all’Estero) è nato con la legge del 6 novembre 1989 n.368, modificata il 18 giugno 1998, n.198, il Regolamento e’ stato emanato con D.P.R. 14 settembre 1998 n.329. Quindi parliamo di organismi in attività da oltre vent’anni. Nonostante la loro “vetustà” e nati per rappresentare gli italiani all’estero, non sono conosciuti da nessuno, tranne che da una “infinitesima” percentuale di persone per lo piu’ addette ai lavori.“Teoricamente” dovevano essere molto utili alla comunità italiana nel mondo, ma la realtà dei fatti ha dimostrato. “inequivocabilmente”, che non sono serviti a nulla, ma hanno bruciato una montagna di milioni di euro (circa 100) senza risultati apprezzabili a favore della comunità italiana nel mondo. Il CGIE, senza se e senza ma, deve essere cancellato. È stato totalmente inutile a raggiungere le finalità per cui fu istituito. E’ stato soltanto utile per far fare del turismo gratis intorno al mondo ai “magnifici” 94 che lo compongono. Invece, se la legge venisse opportunamente modificata, i COMITES potrebbero svolgere un ruolo importante. Sino ad ora sono stati un’istituzione “invisibile”, quando avrebbe dovuto essere la “vera” voce degli italiani nel mondo. Se la loro istituzione verrà confermata, intanto bisogna evitare che l’elezione, per scegliere i componenti, non sia la solita “farsa” gestita dai “patronati” quasi esclusivamente di sinistra. Poi che non si strasformi, di nuovo, nel solito “medaglificio” per assegnare titoli onorifici, che non aspettano a chi “semplicemente” fa il proprio dovere. Sono mosche bianche i presidenti e i membri dei COMITES che non si sono “impataccati” con “cavalierati” o con “commende” da tenere incorniciati in bella mostra nel salotto buono. Se i COMITES verranno riformati, come e’ auspicabile, dovrebbero essere organi non politici, ma costituiti solo da noti professionisti (di ogni settore) che conoscano profondamente la realtà locale per individuare le “vere” e specifiche esigenze nelle varie comunità italiane sparse per il mondo. Il tempo di rodaggio della legge Tremaglia (per eleggere 18 parlamentari residenti all’estero) e’ finito e non ha dato i frutti sperati. Il voto degli italiani all’estero ha creato più problemi di quanti ne doveva risolvere, gli unici a beneficiarne sono stati i 18 eletti. Troppe cose non hanno funzionato e il governo, prima delle nuove elezioni del 2013, intende porre mano al sistema di voto all’estero, ma non e’ ancora chiaro come. Questo concetto l’ha ribadito Berlusconi durante la sua recente visita in Brasile, dopo il G8 ed il G20 in Canada. Tempo fa’ Alfredo Mantica (sottosegretario agli esteri con delega per gli italiani all’estero), nel suo intervento al Senato, di fronte le Commissioni Affari Costituzionali ed Esteri, ha dichiarato senza mezzi termini, che non e’ piu’ il caso che ci siano persone che ancora difendono “strutture antiche” che non rappresentano piu’ “niente e nessuno”. Le stesse cose l’ha poi ripetute durante l’ultima recente assemblea plenaria del CGIE in un’aula deserta, abbandonata per protesta da quasi tutti i delegati. Sarebbe da “incoscienti ed autolesionisti” continuare ancora a spendere 5 milioni all’anno per mantenere i COMITES ed il CGIE. Spendere 9 milioni per consentire le elezioni del COMITES e 16 milioni per il voto all’estero: totale 30 milioni ai quali andrebbero aggiunti altri 30 milioni per il “mantenimento” degli “inutili” 18 parlamentari esteri. Con 60 milioni si potrebbero risolvere moltissimi problemi degli italiani nel mondo, iniziando con l’assistere i piu’ sfortunati, il rafforzamento dell’insegnamento della lingua ecc. La “riforma” degli “organi rappresentativi” degli italiani nel mondo e’ stata prorogata al 31 dicembre 2012, con la fondata speranza che alla fine si deciderà per la loro totale cancellazione sia delle elezione dei 18 parlamentari esteri che del CGIE e, probabilmente, dei COMITES. Il povero Elio Carozza, l’attuale segretario generale del CGIE, “eroicamente” ha dichiarato che dovranno passare sul suo cadavere prima di cancellare il CGIE. Mantica non si e’ commosso e l’avvertito che e’ meglio che si tolga subito dai piedi, se non vuole finire stritolato dai cingoli del carro armato dell’inevitabile “cambiamento”. Povero Carozza, e’ preoccupato! Non sarà piu’ “scarrozzato”, a spese degli italiani nel mondo, in ogni dove nel globo. Non potrà piu’ visitare località esclusive dell’Australia, Stati Uniti, Sud America, Tunisia, Francia, Sud Africa, Canada, Germania ecc. Certamente a lui, ed ai “magnifici”, mancherà i “succulenti” piatti delle “specialità” locali preparati dai piu’ rinomati chef dei ristoranti piu’ in voga. Non soggiornerà piu’, insieme agli altri “magnifici”, in lussuosi alberghi di 4/5 stelle, ovviamente il tutto era “necessario” per raggiungere la necessaria “concentrazione” per risolvere i problemi degli italiani nel mondo. Ma come mai l’agenda degli “allegri” incontri era sempre la stessa? Come pure il “documento finale” e’ sempre stato tale e quale a quello di tutte le altre precedenti riunioni? Erano le solite fotocopie? Qualche volta abbiamo letto di “furiose” litigate per “ripicche” personali. Non sono neppure mancati “pettegolezzi” boccacceschi che hanno creato “attriti” insanabili e “minacce” di querele tra i “magnifici”. Quello che invece e’ sempre mancato, nonostante in molti l’abbiamo richiesto a piu’ riprese, e’ un “pubblico” rendiconto dei costi di queste “feste” organizzate ad esclusivo uso e consumo dei “magnifici”. Non c’e’ piu’ nessun dubbio: il CGIE e’ “cosa loro”, noi italiani nel mondo non c’entriamo un “fico secco”, siamo un alibi per i “magnifici” per farsi indisturbati i “casi” loro. Tutte le nostre speranze erano riposte nei nostri giovani, ma siamo rimasti molto delusi da loro. Come possono avere le stesse motivazioni e sentire gli stessi sentimenti di chi e’ nato e vissuto in Italia e poi costretto ad emigrare in un Paese straniero? Come possono avere la “grinta” e la “determinazione” di chi ha dovuto combattere con le unghie e con i denti per la pura “sopravvivenza” prima e, successivamente, per affermarsi socio/economicamente? La differenza tra i chi e’ nato e vissuto in Italia e poi ha emigrato, con chi e’ nato e vissuto in un altro Paese, e’ sostanziale. Gli “emigranti” hanno un “viscerale” attaccamento ad alcuni valori, come la Patria, la bandiera, i propri costumi, le proprie tradizioni, i propri dialetti, mentre i giovani “multinazionali” NO. Non sono attaccati a niente dell’Italia alcuni la “dileggiano” e la stragrande maggioranza non parlano neppure la sua lingua. I giovani “multinazionali” e’ naturale che abbiamo ideali distanti, e per questo incomprensibili, dalla generazione dei “Giganti” che e’ in via di “estinzione”. Le loro “origini” sono diverse e vivono in un contesto socio/economico molto diverso di 40/50 anni fa’. Ecco perché il governo non sbaglia nell’abolire il CGIE, i COMITES e i 18 eletti all’estero. Non sono serviti quando avrebbero potuto, risultano inutili ora e tanto piu’ lo saranno negli anni futuri.

lunedì 28 giugno 2010

Ascesa e caduta rovinosa di un "MILLANTATORE" ovvero Luigi Casagrande.

Queensland Motorways director Luigi Casagrande's academic credentials questioned
Tuck Thompson and Natascha Mirosch
From: The Courier-Mail - Brisbane
June 07, 2010 12:01AM
PROOF DEMANDED: Luigi Casagrande has been told to produce his academic record. 'I don't have to tell you where my degree is from,' he says. Picture: Derek Moore Source: The Courier-Mail
QUEENSLAND Motorways has asked for proof of the academic credentials of its long-time director, Luigi Casagrande, the man the state entrusted with the $2.1 billion upgrade of the Gateway Bridge.
According to Queensland Motorways, Mr Casagrande told them he had an engineering degree from the University of Padua in northern Italy.
He is described as "Dott Ing (Padua)", which denotes the holder of an advanced engineering degree, in at least three company annual reports but the credential is not supported by the university.
"We couldn't find a record of a Luigi Casagrande having studied engineering here," archive director Gianni Penzo said.
Queensland Motorways removed the credential from its 2009 annual report.
It also has been removed from the government-owned corporation's website.
The Dott Ing degree, the equivalent to a masters, takes up to five years to complete. Mr Casagrande refused to confirm his academic credentials to The Courier-Mail, saying: "I've never worked as an engineer in Australia.
"I never used my degree. I always said I haven't got a recognised degree in Australia."
He said he had a degree but "didn't say it was from Padua".
"There is no engineering degree at Padua. I don't have to tell you where my degree is from," he said.
But Mr Penzo said: "Yes, we have had an engineering degree here. We've offered it here since 1933."
Queensland Motorways said Mr Casagrande supplied the academic information used in its annual reports.
Mr Casagrande, who chaired the committee overseeing the Gateway Bridge duplication, has been a director since 1995 but Queensland Motorways has never verified his academic qualifications.
Queensland Motorways chief executive Phil Mumford now has asked Mr Casagrande to provide a copy of the credentials.
Mr Casagrande supplied the information annually until 2009, when he replaced it with an Order of Australia Award he won that year.
Queensland Motorways said his academic credentials were removed at his request.
Mr Casagrande's other credentials as president of the Italian Chamber of Commerce in Brisbane also are being amended.
He resigned on May 25 during a board meeting which had sought an audit of the organisation's finances.
"It's fair to say the chamber is financially stressed," said veteran politician Santo Santoro, who has taken over as president on an interim basis.
Italy's Queensland Consul, Dr Francesco Capecchi, said his Government had given the chamber about $60,000 last year and he could "confirm there are some problems . . . with budget issues".
Mr Casagrande would not discuss the chamber's finances.
Mostia Constructions Pty Ltd, where Mr Casagrande and his wife are shareholders and directors, faces a multimillion-dollar lawsuit for alleged building flaws to Raby Harbour Marina and was investigated by the state following allegations the company had drilled through an excessive number of steel reinforcement bars during work on Brisbane's Captain Cook Bridge.

Motorways boss faces loss of medal
by Tuck Thompson
From: The Courier-Mail- Brisbane
June 07, 2010 9:40PM

PROOF DEMANDED: Luigi Casagrande has been told to produce his academic record. 'I don't have to tell you where my degree is from,' he says. Picture: Derek Moore Source: The Courier-Mail
A QUEENSLAND Motorways director could be forced to surrender his Order of Australia medal if it is established he fabricated his credentials.
Luigi Casagrande, who the Queensland Government entrusted with the $2.1 billion Gateway Bridge upgrade, claimed in annual reports of the government-owned company he has an advanced degree. But the University of Padua in northern Italy has no record of it.
Mr Casagrande (pictured) won an Order of Australia Medal last year, but it may be withdrawn if officials determine his actions have created disrepute.
Queensland Motorways last week asked Mr Casagrande to provide evidence of his degree, but nothing was learnt yesterday.
"We have no further update at this stage," a QML spokeswoman said.
Sharon Prendergast, director of the Australian Honours and Awards Secretariat, said the council that recommends OAM awards could reconsider the honour once the facts are brought to their attention.
Awards can be cancelled for a number of reasons, including criminal convictions, civil penalties, adverse findings of a tribunal, false or misleading nominations or disreputable actions.
For privacy reasons, she declined to reveal whether Mr Casagrande had claimed the suspect credential any material submitted to the award council.
Mr Casagrande won the award for building industry achievements and services to the Italian community.
On May 25, he resigned as president of the Italian Chamber of Commerce in Brisbane.
The new president and the Italian consul say the organisation is financially 'stressed" and its finances are being audited.
Queensland Motorways has refused to disclose how much Mr Casagrande has earned in directors fees from the government-owned company.
Opposition transport spokeswoman Fiona Simpson said the public had a right to know his pay and whether Mr Casagrande was appointed to the Queensland Motorways board on the basis of his engineering qualifications.
The situation also raised questions about the level of checking being done about the qualifications of directors.
Mr Casagrande has served on the Queensland Motorways board since 1995, but no one there ever confirmed his academic credentials.
Last year, he requested his academic credentials be removed and replaced with the OAM.
Queensland Motorways said it is not required to verify the qualifications of directors under the Corporations Act.
"Queensland Motorways directors update their biographies annually. Mr Casagrande did not explain the changes to his updated biography last year and he was not required to do so," a spokeswoman said

Queensland Motorway director Luigi Casagrande made court oath about credentials
by Tuck Thompson
From: The Courier-Mail
June 23, 2010 11:00PM

PROBE: Luigi Casagrande, who was appointed to the QML board by the Labor government in 1995. Source: The Courier-Mail
A LONGTIME Queensland Motorways director who resigned amid allegations he faked his academic credentials also claimed under oath before a District Court judge that he had the credentials.
Luigi Casagrande, who was appointed to the QML board by the Labor government in 1995 and went on trade trips to Europe with former premier Peter Beattie, stepped down after a university in northern Italy said it had no record of his claims to have an advanced engineering degree.
Until his resignation, Mr Casagrande chaired a committee overseeing the $2.1 billion Gateway Bridge upgrade, the biggest road and bridge project in Queensland history.
Queensland Motorways failed to check Mr Casagrande's qualifications despite concerns raised as early as 2007, when there was controversy over his construction firm's gantry work on the Captain Cook Bridge.
Documents obtained by The Courier-Mail show Mr Casagrande testified under oath in a District Court lawsuit in 1995 that he had an advanced engineering degree.
"I have an engineering qualification from Padova (Padua) University in Italy as a mechanical engineer and a Master Engineering in 1970 from Padova in Italy," he said in sworn testimony before judge A. J. Healy.
The lawsuit was filed by architect David Cox against Mostia Constructions, which is owned and managed by Mr Casagrande and his wife.
The suit took six years before Mr Cox prevailed. Another lawsuit against Mostia remains in the Queensland Supreme Court, with allegations by UI International that Mostia's work on the Raby Bay Harbour development was substandard.
Mostia has accused UI of not paying the company enough.
A Justice Department spokesman was unclear about who would investigate Mr Casagrande if a complaint was made against him.
Mr Casagrande is already under investigation by the Australian Securities and Investments Commission for claiming repeatedly in Queensland Motorways' annual reports he had a "Dott Ing" degree from Padua.
The archives director for the university said he had reviewed Padua's records and, going back to 1960, there were no records of Mr Casagrande having received such a degree.
Mr Casagrande last year received an Order of Australia for his building achievements.
The AO panel is reviewing the award in the light of The Courier-Mail's reports.

ABC Radio Australia
Italian translations of the truth
By James Panichi
Updated Fri Jun 11, 2010 2:21pm AEST
The resignation of Queensland Motorways director Luigi Casagrande this week may have come as a surprise to his fellow board members. But anyone who has followed Italian politics in Australia in recent years knows there's more to The Courier-Mail's scoop on Casagrande's academic qualifications than meets the eye.
The story is first and foremost one which centres on a bitter feud over pre-selection among Australian-based supporters of Italian prime minister Silvio Berlusconi.
The decision to choose Casagrande, a successful Queensland builder and businessman, as the centre-right's candidate for the new, Australia-based 'international' electorate of the Italian parliament sparked an all-out catfight. That clash ultimately led to a lawsuit for defamation, which was resolved in the New South Wales Supreme Court in April 2009.
I covered the controversy for ABC Radio National's Background Briefing program in late 2008 and unearthed the same evidence casting doubts over Casagrande's academic claims.
However, by the time it went to air, my program had tightened its focus on more newsworthy issues, including the likely candidacy of Australian sport legends David Campese and Frank Farina, and a secret deal by ALP members in Melbourne to control the pre-selection process for the centre-left.
As a result, Casagrande's background - and his response to my inquiries - ended up on the cutting-room floor. It was a decision I was happy with at the time.
My research back in 2008 raised questions over Casagrande's claim on the website of Queensland Motorways that he had an engineering degree from the University of Padua - which is what the suffix dott. ing. (Padua) implied.
Working through the Padua-based journalist Luca Barbieri, an investigative reporter for Corriere del Veneto, I managed to get the then-manager for archives at the Universita di Padova to search both his electronic and paper records.
The manager, by the name of Donato Sigolo, sent me and Luca an email confirming that after an extensive search he had been unable to find any evidence that the Venice-born Luigi Casagrande had ever been a student.
The following day I contacted Casagrande and had a lively exchange. Speaking in Italian, Mr Casagrande said he had a degree to prove his claims. "I've got it, I've got it, I've go it," he said. "What's more, I also completed an MA four years later."
Yet further on in our conversation he appeared to back away from the claim, saying that if Padua had no records of his degree it was because "I started the degree there, but I finished it [in Australia]".
When I asked him about the Masters, he told me that he completed it "between Padua and [the University of] Bologna." However, he told me he was reluctant to release the documentation because he feared his political rival in Australia, Giampiero Pallotta, would "misuse the information".
At that stage, Casagrande was locked in a damaging feud with Pallotta over the choice of candidates.
The Sydney-based Pallotta, who was the Australian chairman of what was then Berlusconi's Forza Italia party, had put up the high-profile Italian-Australians Farina and Campese as candidates for the 2006 election. Casagrande insisted that he and Sydney businesswoman Teresa Restifa be the two candidates and he successfully lobbied Forza Italia's international coordinator in Milan.
The controversy ultimately went nowhere. In spite of a vigorous campaign in and around Australia's Italian communities, Casagrande lost both the 2006 and 2008 polls, with two Melbourne-based centre-left candidates elected to the Italian parliament.
I can now reveal that when Pallotta found out I had been in touch with Padua, he asked me to provide him with the email from Sigolo to assist him in a defamation lawsuit brought against him by Casagrande in the New South Wales Supreme Court. I declined.
This week, Pallotta revealed to me that after his conversation with me he got in touch with Padua and managed to get the same information from another University employee. He was also happy to admit that he fed the information to The Courier-Mail journalist Tuck Thompson, who ran with the story.
Yet perhaps more importantly for Casagrande's political future, the controversy over his degree may not prove particularly damaging to his standing in Australia's Italian community.
Questions over Casagrande qualifications were raised in the lead-up to the 2006 poll, for obvious reasons. Obtaining a degree from an Italian university is a long, hard slog - particularly one in engineering. The age of graduation is usually 30 or over and it's impossible (at least, it used to be) to go through the process without gaining a solid education.
However, the Italian spoken by Casagrande is that of a self-taught migrant, often struggling with the all-important subjunctive and lacking in sophistication. Italian-Australians quickly put two and two together and the reference to Casagrande as dott. ing. on the Queensland Motorways website became a joke.
When the same qualifications were alluded to on the website of Italy's president - from whom Casagrande had received the impressive title of Grande Ufficiale dell'Ordine della Stella della Solidarieta Italiana - again some unkind mirth ensued. However, in 2008 the Italian Embassy in Canberra assured me no laws had been broken - you can tell the president you're from Mars and no-one would care.
However, embellishing one's history isn't that uncommon among Italian migrants to Australia. The unspoken rule is that emigration provided you with a clean biographical slate and that memories of one's life back in Italy were usually unreliable enough to warrant some poetic licence.
Indeed, my own Venetian father has told me repeatedly that he's a descendant of the great doge of Venice Marino Grimani. It's not something I'd ever take at face-value, and most migrants' kids have learnt to be cautious of claims made by their parents.
Identity for these people can be a complex issue, often linked to the trauma of a life of privation and extreme poverty. Yet the Casagrandes of Australia also have to realise that these grey areas of their background will always clash with the standards of contemporary society - particularly now that records are just a phone-call away.
James Panichi is a journalist with ABC Radio National in Melbourne.
First posted Fri Jun 11, 2010 2:02pm AEST

traduzioni italiane della verità
Di James Panichi
Aggiornato Ven 11 Giu, 2010 02:21 CEST
Le dimissioni del Queensland Autostrade di Luigi Casagrande questa settimana potrebbe essere una sorpresa ai suoi colleghi membri del consiglio. Ma chiunque abbia seguito la politica italiana in Australia negli ultimi anni sa che non c'è più a Il Corriere scoop Mail su titoli di studio Casagrande che soddisfa l'occhio.
La storia è prima di tutto quello che è incentrata su un feudo amaro in pre-selezione tra i tifosi con sede in Australia del primo ministro italiano Silvio Berlusconi.
La decisione di scegliere Casagrande, un costruttore di successo Queensland e imprenditore, come candidato del centro-destra per il nuovo, l'Australia a base di '' elettorato internazionale del Parlamento italiano ha scatenato uno catfight a tutto campo. Questo scontro ha portato alla fine ad una causa legale per diffamazione, che è stato risolto nel Nuovo Galles del Sud della Corte Suprema nel mese di aprile 2009.
Io oggetto della controversia per il programma ABC Radio National Background Briefing alla fine del 2008 e riportato alla luce le stesse prove, casting dubbi sui crediti accademici Casagrande.
Tuttavia, il tempo è andato all'aria, il mio programma ha rafforzato la sua attenzione su questioni più notizia, compresa la probabile candidatura dello sport australiano David Campese leggende e Frank Farina, e un accordo segreto dai membri ALP a Melbourne per il controllo della pre-selezione processo per il centro-sinistra.
Come risultato, sfondo Casagrande - e la sua risposta alle mie indagini - finirono sul pavimento del taglio-stanza. E 'stata una decisione ero felice di quel momento.
La mia ricerca indietro nel 2008, le questioni sollevate su richiesta Casagrande, sul sito di Autostrade Queensland che aveva una laurea in ingegneria presso l'Università di Padova - che è ciò che il dott suffisso. Ing. (Padova) implicita.
Di lavoro attraverso il giornalista Luca padovana Barbieri, un reporter investigativo per il Corriere del Veneto, sono riuscito a ottenere l'allora manager di archivi presso l'Università di Padova per cercare i suoi dischi, sia cartacea.
Il manager, con il nome di Donato Sigolo, mi ha inviato una e-mail e Luca conferma che, dopo una lunga ricerca che era stato in grado di trovare alcuna prova che il Venezia-nato Luigi Casagrande era mai stato uno studente.
Il giorno seguente ho contattato Casagrande e ha avuto un vivace scambio. Parlando in italiano, il signor Casagrande ha detto che aveva un grado di provare le sue affermazioni. "Ho capito, ho capito, l'ho andare," ha detto. "Cosa c'è di più, ho anche completato un MA quattro anni dopo".
Eppure, più avanti nella nostra conversazione apparve a marcia indietro la domanda, dicendo che se Padova non ha avuto il suo record di laurea è stato perché "Ho iniziato il grado di lì, ma ho finito [in Italia]".
Quando gli ho chiesto i Maestri, mi ha detto che l'ha completata "tra Padova e [l'Università di] Bologna". Tuttavia, egli mi disse che era riluttante a rilasciare la documentazione perché temeva il suo rivale politico in Australia, Giampiero Pallotta, avrebbe "un cattivo uso dell'informazione".
In quella fase, Casagrande è stato bloccato in una faida con danni Pallotta sulla scelta dei candidati.
Il Sydney-based Pallotta, che era il presidente australiano di quella che allora era di Berlusconi Forza Italia, aveva messo l'alto profilo, italiani-australiani Farina e Campese come candidati per le elezioni del 2006. Casagrande ha insistito che lui e Sydney imprenditrice Teresa Restifa essere i due candidati e ha incitato con successo coordinatore internazionale di Forza Italia a Milano.
La controversia in ultima analisi, è andato da nessuna parte. A dispetto di una vigorosa campagna nei dintorni di comunità italiane d'Australia, Casagrande perso sia il 2006 e il 2008 i sondaggi, con due candidati di Melbourne centro-sinistra, eletto al parlamento italiano.
Ora posso rivelare che quando Pallotta scoperto che ero stato in contatto con Padova, mi ha chiesto di fornirgli le e-mail da Sigolo di assisterlo in una causa per diffamazione intentata contro lui da Casagrande nel Nuovo Galles del Sud della Corte Suprema. Ho rifiutato.
Questa settimana, Pallotta mi rivelò che, dopo la sua conversazione con me si è messo in contatto con Padova ed è riuscita a ottenere le stesse informazioni da un altro dipendente University. E 'stato anche felice di ammettere che si nutriva le informazioni al giornalista Courier-Mail Tuck Thompson, che gestiva con la storia.
Ma forse ancora più importante per il futuro politico Casagrande, la controversia sulla sua laurea non sia un elemento particolarmente dannose per la sua posizione nella comunità italiana d'Australia.
Domande su Casagrande qualifiche sono state sollevate in testa dato al sondaggio del 2006, per ovvi motivi. Il conseguimento di una laurea da un'università italiana è un lungo, sgobbare duramente - in particolare uno in ingegneria. L'età della laurea è di solito 30 o più e non è possibile (almeno, ha usato essere) per passare attraverso il processo senza guadagnare una solida educazione.
Tuttavia, l'italiano parlato da Casagrande è quella di un autodidatta migranti, spesso alle prese con il tutto-importante congiuntivo e privo di sofisticazione. Italiano-australiani rapidamente messo insieme due più due e il riferimento a Casagrande come dott. Ing. sul sito web di Autostrade Queensland è diventato una barzelletta.
Quando le stesse qualifiche sono state accennato sul sito web del presidente d'Italia - da cui Casagrande aveva ricevuto il titolo impressionante di Grande Ufficiale dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana - ancora qualche gioia crudele ne seguì. Tuttavia, nel 2008, l'Ambasciata Italiana a Canberra mi assicurò nessuna legge era stato rotto - si può dire al presidente che stai da Marte e nessuno si cura.
Tuttavia, abbellire la propria storia non è raro che tra i migranti italiani in Australia. La regola non detta è che l'emigrazione fornito con una tabula rasa biografico e che i ricordi della propria vita torna in Italia erano di solito inaffidabile abbastanza da giustificare qualche licenza poetica.
Infatti, mio padre mi ha detto veneziano ripetutamente che è un discendente del grande doge di Venezia Marino Grimani. Non è una cosa che avevo mai preso in valore nominale, e la maggior parte bambini migranti 'hanno imparato a essere prudente delle dichiarazioni fatte dai genitori.
Identità per queste persone può essere un problema complesso, spesso legato al trauma di una vita di privazioni e povertà estrema. Eppure il Casagrandes dell'Australia anche renderci conto che queste zone d'ombra della loro origine sarà sempre in conflitto con le norme della società contemporanea - soprattutto ora che i record sono solo una telefonata di distanza.
James Panichi è un giornalista con la ABC Radio National a Melbourne.
Primo inviato Ven 11 Giu, 2010 02:02 CEST

Berlusconi ha mani e piedi legati. Difficilmente potra' portare avanti le riforme necessarie all'Italia.

Dopo le recenti elezioni regionali, che Silvio Berlusconi ha personalmente vinto, e’ previsto un lungo periodo senza appuntamenti elettorali, e questo avrebbe dovuto rendere piu’ forte il governo, invece appare sempre piu’ debole. Berlusconi e’ da sempre il “collante” politico che tiene unite sia la destra che la sinistra, ma adesso che non ci sono elezioni in vista, tutti i “nanerottoli” pseudo leaders cercano di curare i loro interessi (legittimi e meno) e ritengono di potere fare a meno del “creatore” della seconda Repubblica. Ecco qua, allora, che sono iniziate le danze “tribali” che servono, a chi si sente “importante”, di mettersi in mostra esibendo piume, tatuaggi ed anelli al naso. E’ questo che sta accadendo, per la terza volta, nei governi presieduti da Silvio. La prima, il debutto nel 1994, con una coalizione molto eterogenea messa insieme all’ultimo minuto, vinse inaspettatamente, ma per mano di Bossi il governo durò pochi mesi. La seconda volta la maggioranza era solida, infatti durò cinque anni al governo, ma i veti e le “bizze” di Follini e Casini, non mancarono quelle dei soliti Bossi e Fini, impedirono al governo d’approvare riforme importanti, passarono alcune meno incisive. La terza la stiamo vivendo ora. E questo capita nel bel mezzo di una pericolosissima crisi finanziaria che sta mettendo a rischio tutti i Paesi occidentali che si trovano in un mare tempestoso senza che ci veda all’orizzonte un porto rifugio sicuro. Eppure i nostri parlamentari, probabilmente perché al riparo dei loro lauti stipendi non sentono il peso della crisi economica, passano le loro giornate a parlare di “quisquilie” e “pinzillacchere”. Ad esempio. La manovra economica che, a detta di tutti, anche dell’opposizione, e’ assolutamente necessaria, solo che dovrebbe essere realizzata in modo che non tolga un euro a nessuno. Ne’al centro ne’ alla periferia, ne’ ai molti ne’ ai pochi, ne’ alle regioni ne’ ai ministeri, assolutamente a nessuno. L’unica manovra “giusta” e’ “nessuna” manovra. Il caso di Pomigliano d’Arco. Si può capire (si fa per dire) la posizione della Fiom, dal momento che i suoi dirigenti sono dei fanatici e non rischiano la paga, ma se la situazione industriale ed economica mondiale e’ cambiata, responsabilmente si deve stare a fianco della Fiat per assicurare i lavoratori di non finire sul lastrico. Il disegno di legge sulle intercettazioni. E’ dal governo Prodi che se ne discute. A parere di tutti sarebbe giusto varare una legge che regoli le intercettazioni. In passato si e’ esagerato, si sono coinvolti e rovinati anche degli innocenti. Ma, sempre a parere di tutti, la nuova legge non deve cambiare nulla. Se cambia qualcosa, se veramente essa punisce chi sgarra, e’ la fine del mondo, per questo se ne discute da oltre tre anni. L'unica buona legge e’ “nessuna” legge. Se pensiamo che il governo in Parlamento, per risolvere problemi immediati e particolari, non riesce a legiferare in via ordinaria, ma e’ costretto continuamente a chiedere il voto di fiducia, come potrà affrontare le riforme costituzionali? Quella che stanno facendo Fini e l’opposizione non e’ affatto un’opposizione democratica, ma “pura” opposizione antiberlusconiana. Eppure, a parole, tutti sono d’accordo che in Italia debbono cambiare molte cose se si vuole farla progredire e metterla al riparo dalla pericolosa crisi economica mondiale. Ma, purtroppo, il nostro Paese e’ la patria dei “gattopardi” che, si sa, vogliono far finta di voler cambiare tutto a patto che tutto resti immutato. Silvio Berlusconi potrebbe fare felici tutti i suoi oppositori politici non facendo “nessuna” manovra finanziaria, invitando la Fiat a rimanere in Polonia e permettendo che tutti siano intercettati. Ma non e’ questo che vuole la maggioranza degli italiani. Gli italiani si aspettano che il governo Berlusconi vada avanti “spazzando” via tutti gli ostacoli che in molti gli stanno frapponendo, ma invece si ha l’impressione che, in questo momento, Berlusconi non stia agendo con determinazione mentre lo si vorrebbe piu’ “deciso”. La Lega alterna una propaganda dai toni odiosi parlando di “secessione”, dileggiando la bandiera e l’inno nazionale ed insultando la nazionale di calcio, a comportamenti responsabili in Parlamento. Fini dimostra il piu’ sfacciato opportunismo solo per fare il “controcanto” a Berlusconi: si allea con la Lega ed un momento dopo la ritiene forza eversiva e disgregante. L’uno e l’altro sono sempre gli stessi, l’uno e l’altro si ritrovano assieme, per vincere le elezioni, salvo poi dividersi per le loro “insanabili” diversità. Basta, e’ ora di farla finita! Fini deve ricordarsi d’essere presidente della Camera grazie ai voti di Bossi. E il “senatur” e’ al governo, grazie ai voti di Fini. Ambedue si dimenticano che la gran parte dei voti ce li mette il popolo “berlusconiano” che non li vota e non li “sopporta”. Fini e Bossi rappresentano due minoranze che si danno da fare per rendere vano il voto della maggioranza relativa degli italiani. Bossi deve ricordarsi, che a dispetto di tanta demagogia “nordista”, l’attuale governo ha vinto le elezioni grazie agli elettori del sud. L’opposizione, evidentemente ritenendosi fuori gioco, si guarda lo spettacolo dagli spalti e fa il tifo ora per l’uno ora per l’altro a secondo la convenienza. Non c’e’ poi frase di Berlusconi che non provochi nell’opposizione reazioni violente, scritte e verbali. Pare che gli sia proibito, da una strana e misteriosa legge, di esprimere un’opinione. Lo si controbatte con l’insulto, lo scherno, lo sberleffo e, per i piu’ “democratici”, con l’ironia. Se il premier, con assoluta tranquillità, denuncia la mancanza di potere in mano al premier e, senza mezzi termini, afferma che oggi governare e’ un “inferno”, cosa c’e’ di non condivisibile in queste dichiarazioni? Non e’ forse vero che la nostra Costituzione fa acqua da tutte le parti e non ha mai “garantito” governabilità, stabilità e durata quinquennale di una legislatura, salvo una sola eccezione (il secondo governo Berlusconi) comunque turbolenta? Non è forse vero che, secondo la Costituzione, oggi dovremmo essere all’undicesima legislatura mentre siamo già alla sedicesima? E’ forse falso che le crisi di governo, comprese quelle che non sono sfociate nelle elezioni generali, quasi non si contano? Che i primi ministri si chiamassero De Gasperi, Moro, Fanfani, Andreotti o Craxi i loro governi “sopravvivevano” dopo infiniti rimpasti, sfiducie, intrighi, che li costringevano a dimissioni o consultazioni col Presidente della Repubblica quasi ogni mese? Negli anni sessanta fino agli inizi degli anni novanta governare era “infernale” tanto quanto lo e’ diventato dal ‘94 ad oggi. In questi circa tre anni che rimane alla conclusione della legislatura, il premier presenterà, una dietro l’altra, molte riforme, ma quante ne verranno approvate dai due rami del Parlamento? A ottobre saranno trascorsi 30 mesi della corrente legislazione, questo consentirà ai parlamentari di prima nomina di maturare il “diritto” alla pensione minima di circa tre mila euro al mese: un “vergognoso” privilegio che la “casta” politica si e’ concessa. Quanti normali lavoratori o impiegati potrebbero mai raggiungere una pensione simile seppure dopo 50 e piu’ anni di duro lavoro e di vita sacrificata? Se adesso in Parlamento e’ evidente un latente “menefreghismo” e boicottaggio“bipartisan”, questo si trasformerà in assoluta “anarchia” quando si saranno assicurati, male che vada, un’ottima sopravvivenza vita natural durante. Una volta raggiunto l’obbiettivo, figuriamoci chi sarà in grado di convincerli e tanto meno costringerli a votare, ad esempio, la riforma del Parlamento che prevede l’eliminazione di 400/500 parlamentari? Quindi, per il resto della legislatura, e’ facile prevedere che “bipartisan” i parlamentari la trascorreranno ininterrottamente come una festa “gioiosa” e “spensierata”. Loro si sono sistemati, chi se ne frega di chi l’ha votati! Si arrangino! Berlusconi sa di aver ottenuto la fiducia degli italiani perché hanno visto in lui la persona che ha la determinazione per raggiungere gli obbiettivi. Dimostri nel tempo che resta della legislatura di fare il suo massimo possibile e poi sarà quel che sarà e non si ripresenti piu’ alle prossime elezioni politiche del 2013. Non perda piu’ il suo tempo prezioso con i“politicanti” da strapazzo. Salvo rare eccezioni, i politici sono persone che, fuori dalla politica, non saprebbero come sbarcare il lunario ed e’ per questo che si sono “buttati” in politica e lo fanno come unico mestiere. Pur non “valendo” un centesimo falso, la politica li mette nella condizione di condurre “furbescamente” un tenore di vita elevato alle spalle dei cittadini. Sono motivati dal lauto guadagno e dai privilegi, anziché dallo spirito di servizio per il bene di tutti. Quasi sempre i migliori rifiutano la politica, di cui si sono fatti ormai una cattiva opinione. Il cittadino, che lavora e che ha iniziativa, delega agli altri la gestione della cosa pubblica ma, alla fine, rinuncia ad andare a votare (e lo abbiamo ben visto ultimamente) perché capisce che sono quasi tutti dei “fannulloni” ed anche “disonesti”. Dunque Berlusconi si allontani da questa massa di “incapaci”, “furbastri” e “profittatori” per evitare che venga considerato un loro “collega”.