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venerdì 10 settembre 2010

La strategia dei "finiani" e' chiara: tenere sulla graticola il governo per poi accusarlo di non governare. Vogliono prendere tempo per organizzarsi.

Da tempo scorgevamo lampi all’orizzonte e udivamo il lontano brontolio dei tuoni, prima sommesso e poi man mano sempre piu’ vicino e fragoroso che preannunciava la bufera che ora e’ arrivata con tutto il suo furore. Se ci fosse ancora Renato Rascel canterebbe: “E’ arrivata la bufera, è arrivato il temporale,chi sta bene e chi sta male, e chi sta come gli par... È arrivata la bufera, e’ arrivato il temporale senza pepe senza sale la minestra non si fa...”. Il 23 aprile cosi’ concludevo il mio articolo: “L’incosciente decisione presa da Fini (formare gruppi autonomi alle Camere), qualsiasi sia l’evoluzione, ha l’impressione di volere rallentare l’attività’ di governo con il gioco continuo di estenuanti “chiacchiere” e di mediazioni: un “teatrino” della politica. L’Italia attende da anni le riforme che sono state ritardate in passato per “milioni” di motivi e dagli “sfascisti” di professione, ed ora che si e’ ad un passo dal farle ci si mette di mezzo il “gattopardo” Fini? No, basta, finiamola! Bisogna togliere di mezzo ogni pretesto, ogni ostacolo. Chi abbia ragione tra Fini e Berlusconi non interessa agli italiani. Ce ne freghiamo delle analisi politiche, psicologiche, i tentennamenti, le gelosie, le mediazioni ed altre “cavolate”, a che cosa servono se non per la sola “visibilità” dei “politicanti” di professione? Se Fini e’ l’ostacolo sulla via del cambiamento, allora, venga invitato a prendere la porta e uscire con tutti i suoi“finiani”, altrimenti, li si butti tutti fuori! Non se ne può proprio piu’!”. Quell’articolo e’ come se l’avessi scritto lunedì 6 settembre dopo le dichiarazioni di Fini a Mirabello. Nel mio articolo dell’8 agosto scrissi: “Siamo di fronte alla battaglia “finale” di tutti contro Silvio. E’ evidente che sta infuriando la guerra in atto tra il “vecchio” e il “nuovo”. Le elezioni sono“indispensabili” se a Berlusconi mancasse la maggioranza. L’Italia si trova ad un bivio cruciale. O il popolo “sovrano” darà un ampio mandato elettorale a Berlusconi per permettergli di governare evitandogli anche il ricatto della Lega, oppure l’Italia andrà a far compagnia alla Grecia, alla Spagna, al Portogallo e agli altri Paesi finiti in malora. Che Iddio ce la mandi buona!" Ormai e’ crisi di governo. “Futuro e Libertà”, nonostante le sue “ipocrite” dichiarazioni, e’ un partito di opposizione e, quindi, inaffidabile per la maggioranza alla quale tenderà mille trappole. Non c’e’ piu’ tempo da perdere: bisogna che la parola venga ridata agli elettori. Vediamo se i giochi di “palazzo” non terranno conto della “sovranità” del popolo. Fini a Mirabello ha fatto un classico comizio da “politicante” di vecchio stampo da prima Repubblica. Per sfida “arrogantemente” ha “piazzato” in prima fila “Ely”, la sua compagna, ma gli e’ mancato il coraggio di “esibire” il “cognatino”. Quando ha attaccato a parlare, oltre alla sua ormai proverbiale “spocchia”, e’ stato “sfrontato” ed “provocatorio” e questo, senza dubbio, dimostra di essere sicuro di godere della protezione di molti a cominciare da Napolitano. Il presidente della Repubblica, giorni addietro, lo difese intimando alla stampa di “imbavagliarsi”. Ed ora sembra che stia chiudendo gli occhi per non vedere che Fini e’ un “capopartito” e per questo non può essere “super partes”, come e’ richiesto a chi ricopre la terza carica dello Stato. Come può la maggioranza aver fiducia di un uomo che il 5 settembre ne ha dette di tutti i colori di Berlusconi e della maggioranza? Come può un tipo vendicativo com’e’ Fini, ambizioso e pronto a cambiare bandiera pur di mantenere il suo potere personale, essere “super partes”? Fini vuole essere contemporaneamente arbitro e giocatore. Se fosse una persona corretta e con il senso dello Stato, si sarebbe dimesso da tempo, da quando iniziò il “controcanto”. Napolitano, per il bene del Paese e per rispetto delle istituzioni, dovrebbe persuadere Fini a dimettersi, ma sicuramente dirà che non e’ di sua competenza. E’ ormai evidente a tutti che e’ in atto da tempo un disegno “eversivo” per cacciare Berlusconi. In molti, che rappresentano il “vecchio”, stanno cercando di fare una “santa alleanza” per ritornare al potere senza chiedere il permesso agli elettori. Napolitano dovrebbe dar loro una mano “benedicendo” l’accozzaglia della nuova armata “Brancaleone”. Ma c’e’ un problema grande come una montagna. Consiste nella confusione di idee che regna tra coloro che stanno preparando il “colpo di Stato” in barba alla “sovranità” del popolo. Si stanno accapigliando (da anni) perché ognuno vorrebbe farsi una legge elettorale a propria misura. Figuriamoci se riusciranno a trovare l’accordo in pochi giorni! Nonostante tutto Berlusconi ha innanzi a se una battaglia dura e decisiva e deve agire con “fulminea” rapidità. Non deve avere tentennamenti. Se accettasse la politica del logoramento sarebbe un disastro per il Paese. Un suicidio. Nessun patteggiamento con Fini ed i suoi “accoliti” che stanno cercando solo di prendere tempo per organizzarsi e per stringere alleanze. Bisogna sparigliali subito “adesso”, altrimenti ad aprile 2011 Berlusconi si troverebbe in una situazione molto piu’ difficile dell’attuale. In questo momento tutti i suoi avversari sono impreparati ed in piena confusione. Il Pd non ha un candidato premier e gli sarà difficile (quasi impossibile) trovarlo. Come avviene da anni, nel suo interno infuria le divisioni sia per la scelta del modello della legge elettorale, sia per concordare un programma. Fini, se non si abbinerà con Casini o Rutelli (diventerebbe il loro “vice” e non piu’ di Berlusconi: che carriera!!) gli sarà impossibile raggiungere la percentuale minima di voti per avere rappresentanti alla Camera e al Senato. L’Udc di Casini non vuole allearsi con il Pd se questo includerà Di Pietro. Di Pietro non vuole come alleati né CasiniFini. L’Api di Rutelli potrebbe allearsi con Casini e Fini: tre somari non faranno mai un cavallo. Dunque, non si perda piu’ tempo. Berlusconi vada subito in Parlamento a chiedere la fiducia. Attenzione pero’, i “furbetti” del “Fli” gliela accorderebbero, anche se dovessero votare il “processo breve” o altri provvedimenti a loro “indigesti”. E’ facile capire il perché. Se il governo cadesse ora, c’e’ ancora tempo per indire le elezioni entro fine novembre primi dicembre, e questo loro vogliono evitarlo perché la loro scomparsa politica sarebbe certa. Il loro obbiettivo e’ di accordare ora “fittizziamente” la fiducia al governo, per tenerlo sulla “graticola” ogni volta che avrà bisogno dei loro voti per approvare qualche provvedimento. La loro strategia e’ chiara: sopravvivere il piu’ lungo possibile impedendo al governo di governare per poi, in campagna elettorale, accusarlo di essere stato incapace. Per il “Fli” e’ di estrema importanza guadagnare piu’ tempo possibile. A casi estremi, estremi rimedi: Berlusconi si dimetta. Vada da Napolitano e vedremo poi se il presidente della Repubblica avrà il coraggio di permettere che si formi un governo formato da una “masnada di eversori”, di cui farebbe parte anche il “Fli” di Fini, come ha già fatto intendere a Mirabello. Gli “eversori” vogliono andare al potere “unicamente” per approvare una legge elettorale che faccia fuori Berlusconi. Hanno capito che e’ questo il solo modo per sconfiggerlo. Sarebbe “inammissibile” se Napolitano autorizzasse la nascita di un governo che ha come “unico” scopo quello di approvare una legge punitiva di un ampissimo schieramento politico. I governi si fanno, non per varare leggi elettorali punitive, bensì per realizzare dei programmi concreti, e l’armata “Brancaleone” che nascerebbe non ha programmi concreti. Ne ha uno solo: “Quello di mandare via Berlusconi e poi si potrà parlare di tutto il resto”, come ha detto senza “vergognarsi” Enrico Letta (PD) a Torino. Napolitano consentirà che si formino governi con obiettivi fasulli? Ma poi questi “derelitti” non saranno in grado neppure di varare una nuova legge elettorale, questo e’ piu’ che sicuro e lo sa bene anche Napolitano. Se il presidente della Repubblica acconsentisse alla formazione di un governo che sin dalla nascita e’ incapace di governare, non solo metterebbe in serio pericolo la stabilità economica/sociale/civile e politica dell’Italia, ma se ne dovrebbe assumere tutta la responsabilità delle catastrofiche conseguenze. Napolitano andrebbe contro la “sovranità” degli elettori e calpesterebbe la Costituzione “reale”. E’ stata approvata, ed e’ in vigore, la legge elettorale maggioritaria con l’indicazione sulla scheda del capo della coalizione che, in caso di vittoria, diventa premier. Napolitano come Scalfaro non rispetterà la volontà popolare? Solo per “cacciare” Berlusconi, eletto “democraticamente”, consegnerà il Paese nelle mani di una “accozzaglia” di “incapaci”? Questa armata “Brancaleone”, che prenderebbe il posto dell’attuale governo, e’ talmente disunita e inconcludente che non sarà mai in grado di decidere nulla e porterà l’Italia alla rovina completa.“Governare non è comandare” ha detto Fini a Mirabello. Ma “governare e’ decidere”. E’ impossibile capire questo per un “politicante” di professione della prima Repubblica amante esclusivamente delle “chiacchiere”. Fini ed i “finiani” negli ultimi tempi, hanno sempre impedito la governabilità, hanno sempre messo i bastoni tra le ruote per bloccare ogni decisione del governo. Sono i responsabili dello “sfascio” dell’Italia.