Powered By Blogger

lunedì 20 dicembre 2010

Si sta per concludere la battaglia finale contro Berlusconi. I tre "pollastri" FiCaRu finiranno allo spiedo.

Il Globo & La Fiamma – Australia
Venerdi 10 dicembre 2010

Non sono Nostradamus, e’ che seguo attentamente gli avvenimenti politici e, quasi sempre, riesco ad intuire cosa poi accade. Il 20 agosto scrissi che dal 1994 era iniziata la lotta tra il “vecchio” e il “nuovo” e che da luglio 2010 era iniziata la battaglia finale per far fuori Berlusconi odiato per il “nuovo” che rappresenta. Da fastidio alle “caste” installatesi al potere da molti anni. Se vince Berlusconi finirà la “cuccagna” dei “maneggioni” della prima Repubblica. Le “caste” saranno sciolte: addio soldi e privilegi. La “casta” della magistratura, che ha fiutato il pericolo mortale, e vuol togliere di mezzo Berlusconi sgombrando la strada alla “restaurazione” del vecchio. E’ ormai chiaro a tutti, che gli avversari di Berlusconi, in primis Fini, sono uniti nella difesa ostinata del “vecchio” e dei loro “privilegi”. Loro vogliono far intendere, agli “ingenui”, che si tratta di una lotta “democratica” e di “moralità”. Per darla a bere al popolo, che considerano “fessacchiotto”, sostengono che sia necessario un governo di “salute pubblica” allontanando chi ha vinto “democraticamente” le elezioni. Pur di “sloggiare” Berlusconi, presidente del Consiglio per volontà degli elettori italiani, negli ultimi 16 anni hanno messo in atto tutte le strategie piu’ “illegali” e “calunniose” e lo hanno accusato di tutti i reati contemplati dal codice penale. Visto che non hanno avuto successo, hanno giocato l’ultima carta: Gianfranco Fini. “Gianfrego” ha messo in crisi la maggioranza, non per reali motivi di dissenso dell’azione di governo, come abbiamo ascoltato durante l’ultima riunione della direzione del Pdl, ma perché è accecato dall’odio verso Berlusconi. Il suo unico obiettivo è eliminarlo. La sua ostilità, “covata per anni”, è iniziata quando era vice primo ministro e ministro degli esteri. E’ “scoppiata” negli ultimi mesi del Governo Prodi per essere prontamente soffocata, “per opportunismo”, prima delle elezioni del 2008 ed è infine diventata “irrefrenabile” negli ultimi due anni, da quando “Gianfrego” si è messo in testa d’essere un grande statista. Quando Fini decise di andarsene (nessuno l’ha cacciato) e costituire il gruppo di Futuro e Libertà non immaginava minimamente a che cosa andava in contro perché non aveva una visione politica. Ha aperto una crisi al buio e comincia a intravvederne i limiti. Segnali lasciano supporre che si sia accorto di essersi ficcato in un vicolo cieco. Giorni fa con Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli ha “costruito”, piu’ che il “terzo polo”, un “pollaio” di “pollastri” di razza FICARU. Che fantastico trio! Un ex fascista, un ex democristiano ed un ex tutto. Il “terzo polo”, ovvero “pollaio”, è fatto, ma i “pollastri” finiranno presto allo spiedo, comunque vada il 14 dicembre. Siamo ormai al countdown. Se Berlusconi sarà defenestrato i tre “pollastri”, cominceranno a beccarsi tra loro. Se Berlusconi resterà in sella, sarà certificato il loro fallimento. Ma, imperterriti, i tre “pollastri” FICARU continuano a chiedere le dimissioni del Governo prima del 14 dicembre e avanzano le più “strampalate” proposte come quelle di dar vita a governi tecnici, o di salvezza nazionale, o di armistizio. Perché questa insistenza? Perché continuano a richiedere le dimissioni se sono già fissate l’assemblea delle due Camere per discutere e votare, a Montecitorio la mozione di sfiducia e al Senato quella di fiducia? Se i tre “pollastri” pensano che la gente sia così “imbecille” da non capire cosa vanno cercando i FICARU, hanno una scarsa considerazione degli italiani e anche per questo saranno puniti quando ci saranno le elezioni. Con le dimissioni prima del 14 dicembre i tre “pollastri” otterrebbero due grossi risultati. Il primo: nascondere evidenti spaccature che esistono all’interno del FLI e dell’UDC, che con le dimissioni del premier non verrebbero alla luce. Il secondo è quello di evitare un diverso possibile risultato tra Camera e Senato. Sfiducia nella prima, fiducia nel secondo, che spalancherebbe la porta a nuove elezioni in un solo ramo del Parlamento. Fini, Casini e Rutelli (FI.CA.RU), sebbene abbiano molti tratti in comune, non condividono nessun obiettivo e strategia. Rutelli “Cicciobello” (nomignolo affibbiatogli da Prodi) e’ un “pollastro” qualunque ed in piu’ poco gli piace “fatica’”, vuole solo ritornare ad avere un po’ di visibilità. Casini, cresciuto alla scuola delle “greppie” democristiane, non possiede né il carisma né il polso per essere un leader. Si accontenterebbe di essere la bilancia tra destra e sinistra. Che poi sarebbe poter andare al governo ora con gli uni ora con gli altri, secondo le circostanze e le convenienze, cosa che ha già fatto alle recenti elezioni regionali. Condizione necessaria per il raggiungimento di questo scopo è abrogare il sistema elettorale attuale. Insomma, è essenziale ripristinare una certa quota di proporzionale, così che non siano gli elettori a decidere chi sarà il Premier che deve governare, ma lo stabilirà gli “intrallazzi” di palazzo tra i “maneggioni” degli oltre cento partiti che “rientrerebbero” in Parlamento dopo le elezioni. Fini, invece, sogna per Berlusconi una fine da “Piazzale Loreto”. L’insistenza con cui i tre “pollastri” FICARU chiedono a Berlusconi di dare le dimissioni prima del 14 dicembre si spiega anche con l’incertezza del voto a Montecitorio sulla sfiducia. Temono che molti deputati non abbiano alcuna voglia di “auto licenziarsi” (piu’ di un terzo non ha ancora maturato il diritto alla pensione). Tutto sommato il piu’ “pollastro” tra “Pierfurby” e “Cicciobello” e’ proprio lui: “Gianfrego”. I FICARU sono i degni eredi della Prima Repubblica e si dimostrano per quello che realmente sono: “maneggioni” apprendisti stregoni. Come possono pensare di andare avanti senza un progetto politico? Se Berlusconi ha trovato mille difficoltà per governare avendo il solo Fini a mettergli i bastoni tra le ruote, come faranno loro che non sono d’accordo su nulla? Vogliono poi “allargare” la maggioranza al “rottamato” e “mummificato” Pd costretto a rincorrere affannosamente Vendola e Di Pietro. All’evanescente e “spocchioso” Luca Cordero di Montezemolo. Al “fantasmagorico” Vendola. La realtà della situazione politica non sfugge ai parlamentari (bipartisan) che, per diverse ragioni, non vogliono andare a casa, e il 14 dicembre potrebbero esserci delle belle sorprese per i tre “pollastri”, in caso contrario si andrà al voto. Sarà quella l’ultima opportunita’ che avremo noi italiani per salvare l’Italia. Se Berlusconi non verrà ampiamente riconfermato, l’Italia piomberebbe in un pericoloso caos dal quale difficilmente potrà venirne fuori. La “puzza” delle quasi sicure elezioni, e’ giunta alle narici dei soliti eterni “aspiranti candidati” residenti all’estero che sono già in “fibrillazione”. Nel Pdl in Australia, appena saputo della nomina a responsabile estero del Senatore Juan Esteban Caselli, i “soliti vecchi noti” gli hanno fatto pervenire le loro piu’ vive “congratulazioni”. Ma non ci sarà piu’ niente da fare per le “mezze calzette”. C’e’ la ragionevole speranza che, finalmente, questa volta il Pdl verrà rappresentato da persone di sicuro valore professionale e stimate che potranno attrarre voti “bipartisan” dalla comunità italiana nel mondo ed anche in Australia. Non ci sarà piu’ trippa per gatti anche per i candidati del Pd. Sia per l’inettitudine dimostrata in questi anni dal Pd senza leader, senza idee e senza un programma tanto da essere “impresentabile”, e sia perché, dopo quattro anni in Parlamento, Nino Randazzo e Marco Fedi non hanno mantenuto una sola “virgola” delle loro promesse. Recentemente Fedi ha tentato una debole e patetica difesa per giustificarsi della mancata approvazione della legge sulla cittadinanza, accollando tutta la colpa (e te pareva!) al governo in carica. Spieghi perché non fu approvata durante il governo Prodi. Fedi onestamente deve dire la verità e smetterla di raccontare “frottole”. Nessun governo, fosse di sinistra, di destra, di centro o quant’altro, mai approverà quella legge. L’Italia non può permettersi di trovarsi sul “gobbone” milioni di “oriundi” italiani. A parte che d’italiano avrebbero ben poco se non un lontanissimo bisnonno. Infatti, non conoscono la lingua, la storia, gli usi i costumi ecc., ma una volta “italiani” potrebbero stabilirsi in Italia e, quindi, avere pieno diritto ad una pensione sociale, all’assistenza medica gratuita, alla casa ecc. ingigantendo il problema già insostenibile. Per la sola “riacquisizione” della cittadinanza, sin dal 1992 e’ in vigore una legge di cui in migliaia ne hanno già usufruito. La procedura da seguire e’ quella prevista dalla legge 91/1992 che all’art. 13 comma 1. lettera c, prevede quanto segue: “Chi ha perduto la cittadinanza la riacquista se dichiara di volerla riacquistare ed ha stabilito o stabilisce, entro un anno dalla dichiarazione, la residenza nel territorio della Repubblica”. Chi fosse interessato si rivolga al Consolato di appartenenza.

La sconfitta dei "Traditori" e dei "Maneggioni.

Il Globo & La Fiamma - Australia

venerdi 17 dicembre 2010


Come volevasi dimostrare: I tre “pollastri” FiCaRu sono finiti allo spiedo. Ma i tre, pur cotti a puntino, si consolano lanciando “Il Polo della Nazione” che altro non e' "Il Pollaio dei pollastri nazionali". Mentre Berlusconi ha lasciato a Casini la porta aperta (e molti deputati dell’Udc ne approfitteranno), ha chiuso per sempre con Fini che ora l’aspetta il calvario della fine del Fli (fliiii.....come il sibilo del serpente!!). I “finiani” sono devastati dai “regolamenti di conti” interni e molti, che si erano allontanati dal Pdl, ritorneranno all’ovile per irrobustire la maggioranza. Dopo aver messo a punto la “congiura” con i suoi degni “compari” (Casini, Rutelli e Bersani), Fini a Bastia Umbra decise di sferrare l’attacco finale intimando “sfrontatamente” a Berlusconi di dimettersi. Ma come scriveva Macchiavelli “per esperienza molte sono state le congiure, e poche hanno avuto buon fine”. Se l’attacco non riesce, gli effetti sono disastrosi per chi fallisce l’obbiettivo. Fini dovrà ora ricominciare tutto d’accapo da una condizione di debolezza e con una “ciurma” in stato di “ammutinamento” ormai consapevole che non ha piu’ futuro. Moffa ha chiesto le dimissioni di Bocchino. Anche Fini dovrebbe dimettersi sia dal Fli e sia da presidente della camera, non lo farà perché e’ uomo viscido e senza dignità. Il Fli ormai e’ un “inutile” partito d’opposizione. Non può tornare col centrodestra e non serve alla sinistra e neppure alla magistratura, perché non è piu’ utile a far cadere il governo. È solo una “barchetta” in difficolta’ in mezzo ad un mare tempestoso. Nessuno più intervisterà Bocchino. Nessuno più vorrà sapere come la pensa Granata. Al Senato il risultato era scontato, ma bisogna registrare che è andato ben oltre le previsioni. I voti a favore del governo sono stati 162 contro 135 e se aggiungiamo ai voti contrari i dieci finiani che si sono astenuti, si vede bene che il divario resta ugualmente notevole. Alla Camera si è avuta la sorpresa. I voti a favore del governo sono stati 314 contro i 311 dell’opposizione (2 gli astenuti). E’ una vittoria morale ma “soprattutto” politica. E’ una risposta alla vecchia politica fatta dai “maneggioni” con agguati, intrallazzi, intrighi di palazzo. E’ un colpo mortale al tentativo di legittimare il tradimento. E’ la giusta fine di Fini e della sua setta di “irresponsabili”. Avete ascoltato il discorso del “ducetto spara balle” Bocchino? Un folle esaltato tale e quale a Di Pietro, anzi, peggio. Quello del 14 dicembre e’ un risultato “assoluto” ed importante per Berlusconi e per il suo governo che mettono a tacere tutti coloro che lo davano per “bollito” e che, secondo “Gianfrego” Fini, perseguiva solo i suoi interessi e non rappresentava piu’ i valori del centrodestra. E’ un valore di centrodestra svendere al cognato una casa del Partito? E’ un valore del centrodestra negare la truffa, giurare di dimettersi e poi, di fronte all’evidenza, non farlo? E’ valore di centrodestra che il presidente della Camera minacci un dirigente Rai per fare avere alla suocera un appalto da un milione e mezzo di euro? È un valore del centrodestra se Fini sottrae dal conto di AN oltre centomila euro per comprarsi una vettura Bmw, che poi gli e’ stata tolta con un atto giudiziario? E’ un valore del centrodestra farsi pagare, come fa Bocchino, i debiti del proprio giornale (Il Roma di Napoli) con soldi pubblici sottratti al volontariato? È un valore del centrodestra usare, come fa Fini, le strutture della Camera per convincere i deputati a lasciare il Pdl e confluire nel Fli? È un valore del centrodestra mettere a disposizione della sinistra i voti ottenuti da elettori “convintamente” berlusconiani? È un valore del centrodestra tradire? Tutti gli interventi degli oppositori, che abbiamo potuto ascoltare in diretta, grazie ad Internet, alla luce dei risultati, appaiono del tutto ridicoli e penosi. Il piu’ “esemplare” e’ stato quello di Di Pietro che un “colluso” Presidente della Camera gli ha permesso di vomitare insulti e parolacce contro Berlusconi ed il governo. Ha fatto bene l’intera maggioranza ad abbandonare il Parlamento, rientrando soltanto quando quel "matto" ha terminato il suo vergognoso ed incivile “sproloquio”. Cosa dire dell’intervento di quel “poveretto” Bersani. Piu’ che il leader di un partito e’ sembrato un “dimesso” presidente di una “bocciofila”. E’ quello dell’ormai “patetico e vanesio” pieno d’odio leader “minimo” D’Alema? E’ incredibile che ci sia ancora il 24/25% di italiani che esprimono la “intenzione” di votare per il Pd, per un partito “rottamato”, “mummificato” senza idee, ne’ strategia, ne’ programma e ne’ leaders. Di sicuro il “merito” sta nello “odio” che i “fans” del Pd nutrono per Berlusconi e non dalla razionalità. Si spera che il 14 dicembre sia la fine delle manovre dei “maneggioni” che volevano far credere al popolo“fessacchiotto”, come loro pensano che sia, che Berlusconi non era piu’ in grado di governare. Per questo, secondo i “maneggioni” era necessario un “governo di responsabilità” composto da “irresponsabili” e “traditori”. Oppure di un “governo di larghe intese” che per essere chiari significa “inciucio” con chi, perse le elezioni, ritiene sia l’unico mezzo per andare al potere. Si proponeva anche un “governo tecnico” composto da personaggi che non avrebbero dato garanzia di professionalità, competenza e imparzialità. Alla fine e’ stato anche invocato un “governo di armistizio”, da coloro che “unilateralmente” avevano dichiarato la guerra e poi chiedono l’armistizio quando si sono resi conto che stavano per “perdere”. L’armata Brancaleone dei “maneggioni”, che voleva “cacciare” il legittimo governo votato democraticamente dagli italiani, ha subito una sconfitta morale e una lezione politica esemplare. Il 14 dicembre passerà alla storia come un’importante vittoria anche per la democrazia, così pericolosamente minacciata. Immaginiamoci, infatti, cosa sarebbe successo se avesse vinto lo schieramento “Fini, Casini, Rutelli & Bersani”. Altro che tradimenti reciproci, ci sarebbe scappati anche i morti. Una destra “fascista”, “fanatica” e "traditrice" che si allea con la sinistra “forcaiola”. Tre “pollastri” Fini, Casini e Rutelli, nello stesso pollaio a “spennarsi” per la leadership (lo vedremo tra poco). Una sinistra che non può fare a meno dell’ala estremista, la dimostrazione ultima sono stati i cortei che hanno messo a ferro e a fuoco Roma e non solo, proprio il 14 dicembre mentre nel Parlamento si votava. Vogliono il ritorno al proporzionale per far entrare nel governo i “No Global”, “Rifondazione Comunista”, i “Verdi” e i “Fratelli musulmani”. Insomma, le basi per la guerra civile, altro stabilità di governo!! Tutto questo e’ stato allontanato. Anche questa volta la buona stella che protegge l’Italia e’ stata rappresentata da Silvio Berlusconi. Il voto del 14 dicembre ha anche conseguenze politiche importanti. Con la riconfermata forte maggioranza al Senato, Napolitano non se la sentirà di far formare un qualunque altro governo. Dunque, tutti i governi di “fantasia” saranno state soltanto delle “favole”. Ora si e’ aperta una fase nuova, che Berlusconi potrà gestire con maggiore relativa tranquillità. Cosa farà il Premier consapevole che con soli tre soli voti di maggioranza gli sarà difficilissimo se non impossibile governare? Il primo tentativo e’ di “allargare” la maggioranza aprendo la porta alle “colombe finiane” che vorranno rientrare. Tenterà poi di convincere Casini, ma soprattutto gli scontenti nell’Udc e degli altri moderati in altri partiti, di far parte del governo assegnandogli qualche incarico governativo o ministero. Sempre che si riuscirà a stabilire un patto chiaro e di reciproca soddisfazione e che sia approvato dalla Lega di Bossi, altrimenti Berlusconi sarà costretto a chiedere elezioni anticipate. Infatti, ha già in preparazione un nuovo simbolo e nuovo partito in vista delle elezioni di primavera. Bisogna attendere i primi di gennaio 2011 per sapere quale sorte aspetterà all’Italia. Ma per fortuna per ora il pericolo maggiore e’ stato scampato.