Powered By Blogger

venerdì 6 maggio 2011

Contro il nucleare isterismo ideologico.

Si e’ voluto creare nell’immaginario collettivo che le centrali nucleari siano pericolose tanto quanto le bombe americane sganciate su Nagasaki ed Hiroshima dai bombardieri americani nel 1945, invece l’energia nucleare e’ l’attività’ umana meno rischiosa. Sono 195 le centrali nucleari in Europa, 440 nel mondo. La Francia ne ha 59, seconda dietro gli USA che ne hanno 104. Dal nucleare la Francia ricava il 76% del suo fabbisogno energetico che “esporta” anche in Italia. Le industrie francesi pagano l’energia il 50% in meno di quelle italiane. Ecco perche’ l’Italia deve affrancarsi dal petrolio. Le fonti rinnovabili riuscirebbero al massimo a coprire il 10/15% del fabbisogno nazionale, pur ricoprendo tutta l’Italia di pannelli solari e impiantando decine di migliaia di pale eoliche (affari per lo piu’ controllati dalla “mafia”). “Incubo nucleare”, “Catastrofe nucleare”, “Terrore radioattivo” i titoli di giornali e telegiornali italiani. Bisognerebbe invece ricordare che il disastro di Fukushima e’ stato provocato dal terremoto e, soprattutto, dal successivo tsunami, del nucleare si parla soltanto di “potenziali” rischi e pericoli. I problemi alla centrale di Fukushima sono enormemente amplificati per motivi “ideologici” per l’approssimarsi del referendum. I recenti avvenimenti giapponesi sono serviti per spaventare di nuovo gli italiani. Non a caso si è subito messa in moto la macchina propagandistica del “mai più il nucleare”, per influenzare il risultato del referendum del 12 e 13 giugno prossimo. Era molto alto il rischio che si ripetesse il drammatico errore del 1987 quando, pochi mesi dopo la tragedia di Chernobyl, un referendum, sull’onda dell’emotività, condannò l’Italia a privarsi dell’energia nucleare. C’era il rischio che l’esito dell’imminente referendum sarebbe stato, di nuovo, una bocciatura e l’Italia non avrebbe avuto le centrali nucleari per ancora tanti anni, rimanendo tagliata fuori dalla competizione industriale mondiale e mettendo in pericolo milioni di posti di lavoro. Cosi’ il governo ha deciso di adottare una “moratoria” di due anni per la costruzione delle centrali nucleari. Per non ingannare gli italiani, con grande onestà, Berlusconi non ha avuto timore di dichiarare: “Siamo assolutamente convinti che il nucleare sia il futuro per tutto il mondo. L’energia nucleare è sempre la più sicura. Il disastro giapponese si è verificato perché la centrale di Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo permetteva. Quel che è certo è che il futuro dei contratti tra Enel e Edf sul nucleare non vengono abrogati, non vengono annullati”. L’energia nucleare è “potenzialmente” pericolosa, ma molto meno di altre fonti di energia. Anche dopo Chernobyl si e’ confermata la più sicura e basta confrontare le vittime causate dalle diverse fonti energetiche per rendersene conto. Nel caso Chernobyl, per chi non ricordasse cosa successe allora, l’esplosione del reattore nucleare fu soprattutto una tragedia del “comunismo”. A capo della centrale non c’era un ingegnere esperto, ma un “burocrate” del partito che, ignorando i consigli dei tecnici, prese decisioni che provocarono quell’incidente. Non solo, la maggior parte delle vittime fu dovuta alla mancanza di informazioni da parte del regime che non mise in atto nessun sistema di sicurezza e per giorni nascose anche la notizia ai paesi confinanti. Non si vuole certo fare finta che a Fukushima non sia successo nulla, anzi non si possono escludere al momento anche conseguenze gravi. Se l’energia nucleare presenta dei rischi, non è che le altre fonti ne siano esenti, tutt’altro. Oggi dipendiamo soprattutto dai combustibili fossili, petrolio e gas anzitutto. Il petrolio sappiamo che è inquinante, ma non solo, sappiamo anche che tutti i combustibili fossili, prima o poi, si esauriranno e, quindi, i costi tendono costantemente ad aumentare, e lo scopriamo ogni giorno quando andiamo a rifornirci di carburante. Inoltre, la dipendenza da petrolio e gas significa dipendenza da paesi la cui affidabilità è sempre a rischio. Per chi l’avesse dimenticato, il nostro maggior fornitore di petrolio e gas è la Libia, e non sappiamo cosa potrà succedere nei prossimi mesi. Al di fuori di queste fonti ci sono il nucleare e le fonti rinnovabili. Queste ultime non possono certamente coprire il fabbisogno nazionale e, oltretutto, sono molto costose come ha dimostrato l’ultima relazione dell’Authority sull’energia. Mentre è importante continuare il lavoro di ricerca sulle fonti rinnovabili per migliorarne la resa, rimane il nucleare come alternativa “determinante” (vedere la Francia) per diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Bisogna agire con tutte le cautele del caso, certamente. Ma bloccare le costruzioni delle centrali nucleari significa condannare l’Italia all’arretratezza produttiva e alla povertà soltanto per un rischio “potenziale” di un incidente nucleare. Occorre che vengano considerati ed approfonditi tutti i fattori senza isterismi ideologici.

Il 25 aprile sia una festa condivisa.

Anche quest’anno il 25 aprile ha continuato ad essere festa di parte e non e’ servita ad altro che dividere ed allontanare la pacificazione sociale. E’ dalla fine della seconda guerra mondiale che viene raccontato, anche nei libri di scuola, che la democrazia in Italia e’ stata restaurata esclusivamente dalla “resistenza”. Un ristrettissimo movimento partigiano (circa 3000 i partigiani che dopo il 25 aprile 1945 “diventarono” oltre 250mila!!!) si e’ appropriato del merito della liberazione dell’Italia dal nazi/fascismo e della scrittura della nuova Costituzione. E’ da sfatare la falsa “leggenda” dei partigiani che hanno liberato l’Italia. Sino a quando s’insisterà’ su questo falso storico non sarà mai possibile che il 25 aprile diventi festa nazionale condivisa da tutti. Se fosse stato solo per il loro contributo, il Duce starebbe ancora “sbraitando” dal balconcino di piazza Venezia. Bisogna poi che si sappia che i partigiani comunisti trucidavano i partigiani di altri partiti perche’ volevano sostituire la dittatura fascista con quella comunista, altroché libertà e democrazia! La verità storica e’ che la Libertà fu conquistata non da una minoranza, ma dall’intero popolo italiano che ha ritrovato se stesso dopo la sciagurata esperienza del fascismo e la sua alleanza col nazismo. Ma il merito piu’ grande va all’esercito americano e ai suoi alleati. Basterebbe visitare i molti cimiteri disseminati lungo l’Italia dove dormono nel sonno eterno le migliaia di giovani americani, molti di origine italiana, e dei loro alleati di molte nazionalità. Soltanto ripristinando la verità storica il 25 aprile diventerà una festa nazionale condivisa e non piu’ festa di parte, e non piu’ festa della liberazione ma della libertà. A riprova che la storia la scrive i vincitori che, alla fine, raccontano molte menzogne per nascondere fatti scomodi per loro, si esalta il 25 aprile e si tiene nascosto il 28 aprile. Quel giorno, invece, dovremmo ricordarlo tutti. Una delle pagine più “orrende” della resistenza, che viene presentata ai giovani come una “fucina” di eroi, di santi patrioti esemplari e virtuosi. Il 28 aprile del 1945 Mussolini fu ammazzato insieme ad alcuni suoi fedelissimi e all’amante Claretta Petacci. I loro cadaveri, dopo essere stati oltraggiati barbaramente, vennero appesi a testa in giù ai tralicci di un distributore di benzina in Piazzale Loreto, a Milano. Un rito barbaro e selvaggio di cui tutti ci dovremmo vergognare per l’offesa profonda alla civiltà. Di quel “efferato misfatto” si sono macchiati proprio quei presunti patrioti che, da anni e anni, vengono presentati alle giovani generazioni come gli eroi che hanno fatto trionfare la libertà. Se davvero i partigiani fossero stati patrioti amanti della libertà, desiderosi di democrazia e amanti di civiltà, come vengono descritti, una volta catturati il Duce e i gerarchi fascisti, avrebbero dovuto consegnarli agli alleati, perche’ fossero sottoposti a processo e, magari, venire impiccati come capitò a molti nazisti a Norimberga. E’ tempo di raccontare la “vera” verità storica sia delle gesta gloriose, ma anche di quelle che non fanno onore. Deve essere conosciuta la verità, tutta la verità. Ma la sinistra non ci sta. Se si facesse luce su tutto, come ha fatto l’ex “comunista” Giampaolo Pansa con i suoi libri (che gli sono valsi la scomunica e l’odio della sinistra) significherebbe ammettere di aver raccontato molte menzogne sino ad oggi. Dal dopoguerra i presunti “liberatori” hanno diviso i protagonisti della storia in “buoni” e “cattivi”. Loro, gli eredi del PCI ed i loro “giullari”, i buoni, i giusti, gli eletti e moralmente superiori. Chi non e’ con loro sono rozzi, ignoranti, fascisti ed inferiori moralmente. Dopo 66 anni per la sinistra c’e’ un’altra guerra di “liberazione” da combattere per liberare l’Italia, no dal nazi/fascismo, ma da Silvio Berlusconi un “dittatore” che sta “mettendo in pericolo” la democrazia. Tristemente dobbiamo constatare che la guerra civile e’ lontana dal finire, visto l’alto livello di odio politico.