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venerdì 8 luglio 2011

La visita di Alfredo Mantica a Sydney ha "stimolato" i giovani della GIA.

Il Globo & La Fiamma – Australia


Venerdì 08 luglio 2011


Punti nell’orgoglio, i giovani italo/australiani della GIA (Giovani Italo/Australiani), hanno voluto “sfoggiare” la loro “italianità” ad Alfredo Mantica incontrandolo e dimostrandogli di saper parlare fluentemente l’italiano. Si sono poi impegnati di trasformare in bilingue il loro sito internet. Un altro ottimo proposito, direi fondamentale, e’ che non si limiteranno piu’ ad organizzare i soliti “forum”, ma anche “momenti aggregativi” nei quali creare delle occasioni di vera e propria promozione della lingua italiana. Ottimo! Tutto questo sarà molto piu’ facile da raggiungere con la partecipazione dei sempre piu’ numerosi giovani che continuano ad arrivare dall’Italia. C’e’ una sola cosa pero’ che mi preoccupa un tantino. Da anni seguo l’attività’ dei giovani. Ho notato che molte loro associazioni sono nate e morte in un “battibaleno”, fa eccezione la GIA che esiste (con cambiamenti e rimaneggiamenti) da alcuni anni. Mentre nelle associazioni fondate dai “Giganti” rimane la cattiva e “deleteria” abitudine che i presidenti restano a vita, nelle associazioni dei giovani c’e’ sempre stata una “moria” precoce dei presidenti e dei componenti dei comitati. Molti dei giovani, che sembravano “rampanti” alcuni anni fa, sono scomparsi nel nulla. Non si e’ piu’ sentito parlare, ad esempio, né dei quattro “selezionati” (si fa per dire) dal COMITES (Comitato Italiani all’Estero) di Sydney, e neppure degli altri “selezionati” dagli altri stati australiani che parteciparono a Roma alla prima conferenza dei giovani nel dicembre 2008. La verità e’ che non furono selezionati per “meriti” o per “valore professionale”, ma seguendo il “deprecabile” sistema italiano della “raccomandazione”. Precedentemente a quella conferenza, il COMITES di Sydney pubblicò alcuni annunci sui giornali italiani invitando i giovani, dai 18 ai 35 anni, di candidarsi per essere “selezionati”. Gli annunci ebbero soltanto lo scopo di dimostrare che tutto si stava facendo con “trasparenza”, in realtà fu soltanto un “bluff”. A Roma furono mandati: una ragazza facenti funzione di segretaria al COMITES; una ragazza impiegata al CO.AS.IT. (l’ufficio e’ di fronte al COMITES); la figlia di un membro del COMITES; un ragazzo “raccomandato” da alcuni membri del COMITES amici del padre. Probabilmente questi erano i giovani migliori, ma il COMITES, per “trasparenza”, doverosamente avrebbe dovuto pubblicare l’elenco di tutti quelli che avevano risposto agli annunci con tanto di nome, cognome e qualifica. Il COMITES di Sydney (ma non e’ il solo) e’ sempre stato lo specchio fedele del cattivo costume vigente in Italia: “inciuci” e “favoritismi”. Quello che e’ stato molto piu’ grave, che lascia l’amaro in bocca, e’ che quei “giovani” si sono prestati al gioco “poco onesto” per non rinunciare ad una gita di una settimana a Roma, spesati di tutto e con un bonus cash di 350 Euro da spendere a piacimento. Dovevano ribellarsi. Perché non l’hanno fatto? Forse perche’ “furbacchioni” tali e quali a quelli che loro criticherebbero se dalla parte lesa si fossero trovati loro? E’ auspicabile che i giovani, che ora gestiscono la GIA, non adottino questi metodi “disonesti” e siano consapevoli che per avere successo e’ necessario impegnarsi seriamente per migliorare il proprio “talento” che e’ l’unico modo per veder riconosciuti i propri “meriti”. Occorre poi molta “partecipazione”, non aver paura di affrontare le difficoltà ed i sacrifici che saranno molti e, talvolta, senza risultati. Ma non si scoraggino perche’: “niente e’ facile, ma nulla e’ impossibile”.

Angelino Alfano ha pieni poteri nel Pdl. Regole e sanzioni, talento e merito, partecipazione per vincere nel 2013.

Il Globo & La Fiamma – Australia

Venerdì 08 luglio 2011


Angelino Alfano ha sempre modi affabili ed il sorriso sulle labbra, ma spara “cazzottoni” pesanti dritti in bocca da spaccare i denti. “Dobbiamo introdurre un meccanismo semplice: servono regole e sanzioni. Non è possibile che uno cui non piace il candidato sindaco del Pdl si fa una lista Coca cola e si candida da solo. Se vuole farlo, poi continua fuori dal Pdl”. E aggiunge “dobbiamo lavorare per un partito degli onesti”, perché se è vero che Silvio Berlusconi “è stato un perseguitato dalla giustizia, ma con onestà, visto che è un nuovo inizio, dobbiamo dire che non tutti lo sono”. Patti chiari ed amicizia lunga. Non ci sarà piu’ spazio per gli “inciuciatori” di professione, i “furbetti del quartierino” per i “mascalzoni” e i “ricattatori”. Il consiglio nazionale del Pdl, in pratica il parlamento del partito, non attendeva altro che voltare pagina. Alfano fissa i principi di come dovrà essere il nuovo Pdl: “regole e sanzioni”, “talento e merito”, “partecipazione” e più di tutti “il partito degli onesti”. Poi indica i valori del partito: vita, famiglia quella vera formata da una donna ed un uomo, educazione, meno fisco, sussidiarietà. Ricorda che da Polo delle Libertà si e’ passati alla Casa delle Libertà ed, infine, al Popolo delle Libertà il valore “libertà” è stato sempre presente “mentre la sinistra ha cambiato nomi e simboli da asinelli a querce ad ulivi perché non ha nulla in cui credere”. il Pdl non sarà “il partito delle tessere”, che per conquistarle si spendono milioni di euro. Sarà un partito che si costruisce con dosi massicce di “partecipazione popolare”, a costo quasi zero, in modo che vinca chi ha la gente dalla sua parte e non i “soldi”. Un partito “del merito e del talento”, che riparta dal territorio. Ed infine, per dare un segnale forte e prendere le distanze dalla “casta” assicura che: “Scenderò dal volo di Stato per riprendere quello di linea, l'auto, il tram e tornare a girare l'Italia”. Chi ben comincia e’ a metà dell’opera. Alfano ricorda la discesa in campo di Berlusconi in quel 1994 e di come lo osservava alla tv lui 24enne. Si riaccesero le speranze di ricostruire il paese in maniera liberale. Il programma del 1994 di Berlusconi era di pochi punti: eliminazione dei privilegi delle caste, riduzione dei costi della politica, soppressione di enti inutili, riforma dell’amministrazione dello Stato e, soprattutto, riforma del fisco. Tutte queste riforme andavano incontro alle aspettative degli italiani e permise a Berlusconi d’irrompere trionfalmente sulla scena politica. Alcuni risultati furono conseguiti. L’aver fermato la “gioiosa macchina da guerra” comunista nella corsa alla conquista del potere. L’aver ridato cittadinanza politica a partiti condannati al ghetto dalla “congrega” dell’ “arco costituzionale”. L’aver instaurato un’alternanza tra governo e opposizione. Fu un buon inizio. Poi la vecchia politica si è “infiltrata” nel partito del movimento berlusconiano “esautorando” le componenti liberali. Berlusconi è stato spinto sulla difensiva sotto l’incubo della persecuzione giudiziaria e la continua montagna di fango che gli e’ stata riversata addosso. Il governo ha dovuto campare fra piccoli “compromessi” e grandi “ricatti” come, ad esempio, quello del Senatore Caselli Esteban Juan Cacho, Ha perso smalto e rapporto col paese. Il risultato è che la sua azione e’ diventata debole e contraddittoria. Il contrario delle aspettative. La recente manovra economica lo dimostra. Certifica il fallimento delle speranze riposte nel centrodestra. Non ha nulla di liberale. Nessun intervento sulle tasse, sugli sprechi della casta. Non è la strada per riconquistare un elettorato che si è allontanato dal centrodestra. In questa situazione, con un governo che annaspa, Alfano si trova di fronte ad una “missione impossibile”. C’è solo da sperare che faccia il “miracolo” per il bene dell’Italia e non solo per il centrodestra. Alfano ha bisogno di una mano da Tremonti che ha promesso di portare gli stipendi dei parlamentari italiani nella “media europea”. Ma questa proposta dovrà poi superare tutti gli “scogli” delle commissioni e delle aule parlamentari. E se una volta “miracolosamente” approvata, come reagiranno i magistrati? Visto che per legge i loro stipendi sono agganciati a quelli dei deputati e senatori, non ci staranno appellandosi alla “autonomia” e “indipendenza” dell’ordine giudiziario. Tremonti vorrebbe equiparare lo stipendio lordo dei deputati italiani, attualmente di 218.310 Euro, a quelli dei membri della Camera dei Comuni inglese di 118.195 Euro. Vuole anche equiparare i vitalizi: quello dei deputati britannici, dopo 15 anni, e’ di 2.381 Euro contro i 7.450 italiani. I parlamentari italiani “detengono” in Europa tutti i “record negativi”, tranne quello degli stipendi piu’ alti! Che i nostri parlamentari siano poi troppi (quasi mille tra Camera e Senato) lo sappiamo tutti. Ma se vi ricordate una riforma c’era già stata: quella della devoluzione del 2005, che, oltre al trasferimento di poteri alle Regioni e al Senato federale, riduceva di un terzo il numero di deputati e senatori iniziando dal 2011. Oggi il risultato sarebbe stato raggiunto. Nonostante che la riforma avesse superato tutto il lunghissimo iter previsto dalla Costituzione (oltre due anni), venne però respinta dal “referendum” della primavera 2006. Si sa che in democrazia il popolo e’ sovrano, ma bisogna ricordare che fu la sinistra, con le solite menzogne, a scatenare la campagna referendaria contro quella riforma. Ma questo oggi non si vuol ricordare come, fra qualche anno, non si vorrà ricordare il referendum del 2011 quando saranno evidenti i danni che avrà provocato. Il “popolo” continuerà a chiedere le riforme che il Parlamento aveva già approvato e lui, “popolo”, le ha cancellate per essersi fatto “irretire” da una sinistra irresponsabile. Chi e’ causa del suo mal, pianga se stesso.

lunedì 4 luglio 2011

Tonino Di Pietro da bruco a farfalla?

Il Globo & La FiammaAusralia


Venerdì 01 luglio 2011

Quale metamorfosi quella di Di Pietro del dopo quorum e del dopo amministrative! E’ un Di Pietro molto più pacato, anche nei confronti del Premier. Ora che conta molto di più che ha vinto raggiungendo da solo il quorum del referendum e la vittoria a Napoli con De Magistris (cosi’ non gli rompe piu’ le scatole nel partito), può “imporre” la linea politica a Pier Luigi Bersani e a Nichi Vendola. “Mi appello a Bersani e a Vendola per incontrarci per parlare di leadership e di alternativa. O siamo in grado di fare questo oppure non siamo neppure degni di criminalizzare Berlusconi. Dobbiamo farci vedere uniti”. Di Pietro, infatti, sa bene che il voto politico è tutta un’altra cosa e che da solo non può correre. Ed ecco che chiede maggiore concretezza ed un programma condiviso. Insomma, è iniziata la campagna elettorale, che durerà sino a quando non si andrà ad elezioni. Il leader dell’Idv ha sollecitato a stilare, nei tempi più rapidi possibili, un programma di governo. Per Di Pietro non ci si può “limitare a denunciare la politica delle chiacchiere del premier”, ma “oltre a definire un programma”, va “proposta l’alternativa”. Sul Corriere della Sera è apparsa una “strabiliante” intervista di Antonio Di Pietro con stile ed atteggiamento nuovo. Tutto e’ partito da quando Berlusconi si e’ seduto al suo fianco in Parlamento e hanno “confabulato”. Da quell’incontro Di Pietro ha capito che il Premier è un “uomo solo” che merita solidarietà umana. Gli riconosce certo delle colpe, ma le maggiori “malefatte” le addebita a quei “farabutti” che gli stanno intorno. Di Bersani e Casini dice che l’accusavano di essere antiberlusconiano e così facendo aiutava Berlusconi. Ora che 27 milioni di italiani hanno detto no a Berlusconi, loro hanno preso “coraggio”. Di Pietro vuole essere un passo avanti dei due “politicanti” da strapazzo e ricorda loro che lui non e’ uomo di sinistra, infatti, in Europa i suoi parlamentari siedono a destra con i liberaldemocratici. La sua ultima analisi e’ che l’antiberlusconismo non paga e non farà mai cadere il governo. Di Pietro ha sempre giocato a palla con Bersani, l’ha costretto prima ad andare a sinistra e quando il Pd si e’ spostato all’estrema sinistra, Tonino, con una finta alla “Roberto Baggio”, si e’ spostato a destra. Lui e’ per il “bipolarismo” ma il polo di sinistra deve essere “moderato” e “guidato” da lui. Questa sinistra, lui e’ convinto, è incapace di governare e farebbe scappare gli elettori moderati e non vincerà mai. L’unica speranza, contro Berlusconi o contro chi ne sarà l’erede, è un’opposizione “ragionevole”, ed e’ per questo che e’ pronto a votare le riforme di Berlusconi. Di Pietro e Bossi sono fatti a modo loro, ma hanno gran fiuto politico e non debbono essere mai presi sotto gamba, gli altri sono capaci di “disquisire” di politica, ma non sono capaci di farla.

Il solito fango dell'opposizione. Il "ricattatore" Caselli Juan Esteban Cacho.

Il Globo & La FiammaAusralia

Venerdì 01 luglio 2011


In Parlamento il governo incassa la quarantaquattresima fiducia e vede aumentati i voti, mentre le Tv ed i giornali parlano “incessantemente” dello “spappolamento” e della “decomposizione” politica e morale della maggioranza. Pagine e paginoni pieni di “dicerie” e di rivelazioni su un’inchiesta, come quella su Luigi Bisignani, incentrata, non sulla denuncia di reati specifici, ma sulla “tesi” secondo cui il potere è necessariamente e per forza fonte d’intrallazzi e d’imbrogli è invece la prova dell’esistenza di forti forme di condizionamento delle istituzioni democratiche da parte di poteri occulti. Usando illegalmente le intercettazioni telefoniche tutto serve per delegittimare Berlusconi ed i suoi collaboratori. L’opposizione, dopo i risultati delle amministrative e quelle dei quattro referendum sostiene che ormai il governo, sebbene abbia la maggioranza in parlamento, non l’ha più nel Paese e deve “dimettersi”. Sarà un calvario per Silvio Berlusconi i prossimi 18 mesi che portano al termine della legislatura. Quando nel 1932 il giornalista tedesco Emilio Ludwig, dopo sei mesi di permanenza in Italia per scrivere un libro sull’Italia e sugli italiani, andò ad intervistare Mussolini, gli chiese: “Ma deve essere ben difficile governare gente cosi’ individualista ed anarchica come gli italiani!”. Mussolini rispose: “Difficile? Ma per nulla. E’ semplicemente inutile!”. Nonostante il suo incrollabile ottimismo, anche Berlusconi sarà arrivato alla stessa conclusione. Nonostante ce l’abbia messa tutta, i suoi sforzi per cambiare l’Italia sono serviti a ben poco. Hanno cercato in tutti i modi di “abbatterlo” senza dargli un giorno di tregua dal 1994 ad oggi. Soltanto perche’ dotato di forte carattere e nervi d’acciaio non e’ crepato come sarebbe capitato a qualsiasi altro cristiano. Quest’ultima immensa indagine sulla “fantomatica” P4 e’ un ulteriore attacco per “sommergere” il governo con altro fango e per creare discredito su tutto quanto di ottimo ha fatto sino ad oggi e continua a fare. Come se non bastasse, oltre a questi non indifferenti problemi, Berlusconi e’ “sconquassato” da quelli interni del Pdl e della maggioranza. Questa “cagnara continua” lo sta “demoralizzando” giorno dopo giorno. Aveva dato delle deleghe, aveva lasciato fare, ma i problemi, invece di essere risolti, gli ritornano indietro “ingigantiti”. Tanti “paperottoli” starnazzanti che voglio primeggiare per diventare i “boss” del “quartierino”. Tutti ricorrono a lui per risolvere centinaia di storie, storielle e storielline del tutto “insignificanti”. “Incompetenti” ed “incoscienti” molti dei “gerarchetti” e per giunta “ricattatori”. Un caso su tutti. Il Senatore Caselli Juan Esteban Cacho era stato nominato coordinatore degli italiani nel mondo, dopo sette mesi circa di completa inattività, il 30 maggio 2011 si dimette e scrive: “Dopo aver riflettuto da tempo ho deciso di presentare le mie dimissioni come Responsabile del Settore Italiani nel Mondo PDL.... In occasione della cena per le festività natalizie, il Premier Berlusconi mi promise la nomina di Sottosegretariato degli Italiani all'Estero, la quale sarebbe stata effettiva quando avrebbe nominato l'insieme dei Sottosegretari. Oggi credo che il motivo reale di tale offerta sia stato l'importanza del mio voto che in quel momento risultava essere decisivo per la tenuta del Governo. ….. Nella missiva delle mie dimissioni indicavo all'onorevole Berlusconi il mio disinteresse per l'incarico di Sottosegretariato degli Italiani nel Mondo che mi era stato precedentemente offerto. Ma, allo stesso tempo, devo dire che mi sono dimesso dal Gruppo del PDL al Senato perché mi sento assolutamente deluso dai tre Coordinatori che svolgono tale funzione per questo prestigioso Partito". Cacho Caselli, alcuni giorni fa, ha ritirato le dimissioni dopo avere “strappato” a Berlusconi la nomina di, nientepopodimeno, suo “consigliere” per gli italiani nel mondo. Ma se non ne sa niente, neppure di quelli d’Argentina dove e’ stato eletto! Cacho, visto che non era riuscito a “sgraffignare” il posto ad Alfredo Mantica si e’ fatto “appiccicare” un’altra “patacca”. Ormai Silvio, per mantenere in vita il governo, e’ costretto a “subire ricatti” da tutti persino da un Cacho “qualunque”. Ma fino a quando? Caselli, e’ poco ma sicuro, non verrà piu’ candidato dal Pdl alle prossime elezioni politiche. Certi “squallidi” personaggi e’ meglio perderli che trovarli. Ma sono in molti nel Pdl a farsi i loro interessi personali “tediando” il Premier per le loro “idiozie” quando sanno che e’ occupato a “sgarbugliare” molteplici e gravi problemi interni ed internazionali. Il Pdl, ad appena tre anni dalla sua nascita, e’ già “stravecchio”. Ha tutte le malattie di un partito della prima Repubblica. Povero Berlusconi! Non vedrà l’ora che arrivi il 2013 per ritirarsi a vita privata. Chi glielo fa fare di perdere il suo tempo dietro a questo “branco” d’incoscienti ed inconcludenti “imbecilli” e per giunta “ricattatori”? Il Consiglio nazionale del Pdl si terrà oggi venerdì 1 luglio e verrà ufficializzata la nomina di Angelino Alfano a Segretario del partito. Sono piu’ che certo che Alfano sarà capace di compattare il nuovo partito che nascerà dal Pdl. Ma che cosa accadrà nella politica italiana in generale quando Berlusconi avrà dato l’addio? Navigando su Internet, la generalità dei giovani, che dovrebbero costituire il futuro, quando c’e’ da parlare male del Premier li trovi tutti pronti, ma quando si parla di democrazia, libertà e partecipazione lo sono molto meno, poi, quando dalle parole si dovrebbe passare ai fatti, scompaiono del tutto. I “fan” del centrosinistra ancora non hanno capito che “democrazia” non e’ “insultare” Berlusconi o sperare che venga politicamente eliminato dalla magistratura o con un attentato. Non e’ che dopo Berlusconi la “loro” democrazia si materializzerà automaticamente. Le condizioni economiche dell’Italia non sono floride e bisogna considerare che ha un tasso di crescita inferiore a quello dei suoi competitori e l’economia è stata stagnante nell’ultimo ventennio. Per ravvivare l’economia “servirebbe una linea economica meno rigida” ma Tremonti sembra non volerci sentire, anche se “timidamente” qualche cosa l’ha escogitata iniziando col “tagliare” i privilegi dei parlamentari e dei ministri: fusse che fusse la volta bona!