Powered By Blogger

venerdì 11 novembre 2011

Il "tiranno" se ne va. Si dia inizio alle danze!

Quando nel 1932 il giornalista tedesco Emilio Ludwig, dopo sei mesi di permanenza in Italia per scrivere un libro sull'Italia e sugli italiani, andò ad intervistare Mussolini, gli chiese: “Ma deve essere ben difficile governare gente cosi’ individualista ed anarchica come gli italiani!”. Mussolini rispose: “Difficile? Ma per nulla. E' semplicemente inutile!”. Se la stessa domanda venisse posta oggi a Berlusconi la risposta sarebbe identica. Appena il Pdl vinse l’elezioni del 2008, qualcuno parlò di “solida maggioranza” per avere incamerato oltre 100 deputati in piu’ dell’opposizione. Purtroppo la maggioranza era solo quella degli italiani che hanno votato per una coalizione in larghissima parte piena di “opportunisti” e “voltagabbana”. Primo su tutti Fini in Tulliani, “svenditore” di appartamenti di AN per “beneficare” il “cognatino”, burattino nelle mani della magistratura e di Montezemolo, che un minuto dopo aver appoggiato le chiappe sulla poltrona di presidente della Camera, ha incominciato a “bersagliare” il governo un giorno sì e l’altro pure. Un “manipolo” di “signor nessuno”, eletti con i voti dati a Berlusconi, che dopo aver agguantato l’agognata poltrona si sono messi a fare i “casi” loro. Il governo di centrodestra cade per il “suicidio politico” di membri della coalizione. Che “gentaglia”! Li abbiamo visti in faccia e non dimenticheremo mai che eletti nel Pdl hanno tradito e sono passati nella parte avversa in un momento molto delicato, non solo per il governo Berlusconi, ma per tutto il Paese. Spero i danni per gli italiani siano contenuti e auguro a questi “omuncoli” e “donnucole” che non debbano pentirsi della scelta fatta e, soprattutto, di non andare fieri di una simile “vigliaccata”. Alle prossime elezioni li ricandideranno Casini, Bersani e compagnia bruttissima. Basta che non ce li ritroviamo di nuovo nelle liste del centrodestra dove dovranno essere candidati esclusivamente chi nell’arco della sua vita politica e, specialmente negli ultimi tre anni, hanno sempre dimostrato “sincero” attaccamento al Pdl. Basta con gli “outsider” dell’ultima ora e mi riferisco, in particolare, a chi volesse candidarsi per il Pdl in Australia. Povera italietta! Ancora una volta ha dato prova di inaffidabilità’. Aveva ben ragione “il francese” a “ridacchiare” (gli italiani sono sempre gli italiani) perché i “voltagabbana” e gli “opportunisti” avrebbero fatto mancare all’appuntamento e non mantenuto la parola anche questa volta. Sono d’accordo con Berlusconi: “In politica le dimissioni non esistono”, il governo deve essere sfiduciato in Parlamento ed ora che e’ stato accertato che i voti non li ha piu’, la democrazia impone di ridare la parola al corpo elettorale. Oggi appare l'unica via per uscire dall'impasse, anche se si sta “tramando” per un governo guidato dal neo senatore a vita Mario Monti. Berlusconi saprà reagire da par suo con grinta e decisione da “Statista del fare”. Un leader rimane con la schiena dritta nelle vittorie e, soprattutto, nelle sconfitte. Purtroppo il conto lo pagheranno i “soliti fessi” e non quei “poteri forti” che Berlusconi stava cercando di mettere sotto torchio. Quando voteremo il centrodestra sarà certamente piu’ forte di ora. Meglio, dunque, dare la parola agli italiani che ricorrere a pasticciati ribaltoni, o a governi tecnici, oppure ad esecutivi natalizi. Come quello presieduto da Ciampi 18 anni fa, quando la disoccupazione, al Sud, superò il 21%, la lira “crollò” drammaticamente il 2 dicembre del 1993 e la RAI annunciò di non poter pagare le tredicesime ai dipendenti. Per non parlare dei sanguinari attentati mafiosi, con le auto bombe, a Milano, Roma e Firenze e della trattativa, ancora non chiarita nei suoi inquietanti sviluppi, tra ministri e boss “mafiosi” per attenuare l’articolo “41 bis” per i “picciotti” incarcerati. Fu, invece, un governo politico, quello presieduto dall'allora “craxiano” Giuliano Amato, a salvare il Paese, varando una manovra prima di 30 mila, poi di 90 mila miliardi di vecchie lire, a iniziare le privatizzazioni delle grandi aziende delle partecipazioni statali e a salvare i conti pubblici italiani. Ormai e’ improbabile che il Pd, “squassato” dalle divisioni e per la lite tutt’altro che “avvincente” per la leadership (meglio il vecchio Bersani o il giovane Renzi?), possa creare delle maggioranze alternative “credibili” con Di Pietro e Vendola: non vanno d’accordo su nulla. Ma anche se trovassero un “finto” accordo e vincessero le elezioni, dopo 24/18 (forse anche meno) di sicuro si ritornerà a votare. Casini, da vecchio consumato “democristiano”, fa “l’Amleto”: andare al voto facendo parte del “Terzo polo”, oppure abbandonare Fini e Rutelli al loro destino per “associarsi” con il centrosinistra o con il centrodestra? Di certo c’e’ che il Pdl (probabilmente cambierà nome) e la Lega resteranno alleati. Comunque sia, meglio il voto di questa interminabile agonia, che rischia di protrarsi per un altro anno e mezzo.

Come "La Repubblica" imbroglia i suoi lettori.

Negli anni cinquanta Giovannino Guareschi, sul “Candido”, pubblicava una rubrica: “Visto da destra”, “Visto da sinistra”, dove lo stesso fatto era presentato in maniera tanto diversa, o da risultare nettamente a favore della destra o a favore della sinistra. L’intento era “umoristico”, ma col tempo abbiamo fatto talmente l’abitudine alla “faziosità” della stampa, che ci ha fatto passare la voglia di ridere. E’, infatti, con rassegnato “disgusto” che riportiamo l’ennesimo caso non di “falsificazione” della notizia di partenza, ma del suo totale stravolgimento interpretativo, fino a rappresentarla del tutto diversamente dalla verità. Sul fatto avvenuto concordano sia “La Repubblica” che “Il Giornale”. Il consigliere di Barack Obama, Mr Ben Rhodes, alla domanda di un giornalista, ha risposto con queste parole: “Per l’Italia vale il discorso della Grecia e cioè se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del paese”. Il senso e’ chiaramente “inequivocabile” e il lettore pensa di aver capito cosa intendeva dire Mr Rhodes. Il giornalista di “Repubblica”, Federico Rampini, dichiara questa frase “sibillina”. Secondo lui deve essere interpretata. Poniamo il caso che si chiede a qualcuno se sia più veloce un’automobile bianca o un’automobile nera. Se la persona risponde che il colore non influenza la velocità, quindi, di sicuro non avrà detto che preferisce l’automobile bianca a quella nera. Certo, c’e’ chi preferisce avere la macchina nera ad una bianca, ma rimane convinto che il colore non influenza la velocità. Invece questo non avviene sulla stampa. Dalla frase che tutti riportano “identica”, ci sono “diverse” interpretazioni. Secondo “Il Giornale”, Stefano Filippi, quella risposta significa che non e’ il caso di cambiare il governo. Infatti il titolo grida: “Parole di Obama: Cambiare governo? Non risolverà i problemi italiani”. E’ un titolo che potrebbe confondere i lettori. L’interpretazione che si “suggerisce” al lettore e’ che questo governo stia già facendo il possibile. Cosa che può anche essere, ma che Mr Rhodes non ha detto. Nell’articolo leggiamo: “E alla domanda se Washington tema un’eventuale caduta del governo guidato da Silvio Berlusconi, lo stesso Rhodes ha risposto: Per l’Italia vale il discorso della Grecia e cioè se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del paese”, ma non siamo sicuri che la domanda fosse questa. Anche perché, secondo “La Repubblica” essa potrebbe essere ben altra. Leggiamo: “Lo si capisce dalla frase sibillina che usa Mr Ben Rhodes, uno dei principali sherpa di Obama che lo accompagna qui al G20. Per l’Italia...” ecc. ecc. Per il valente giornalista di “Repubblica” Rampini, la frase non era chiara e si domanda che cosa ha voluto dire Mr Rhodes. Ma se “Il Giornale” ha “confuso” un po’ il lettore, “La Repubblica”, come al solito, vuole strafare e risolutamente fa un titolo infondato: “A Cannes va in scena il dopo Cavaliere”. Infatti, dopo avere riportato (esattamente) la famosa frase di Mr Rhodes, Rampini non la trova più “sibillina” e scrive con certezza: “Anche l’Amministrazione USA quindi si prepara al dopo Berlusconi, si prepara già a lanciare messaggi a un governo diverso a cui indica i paletti: i problemi da risolvere, l’entità della manovra di risanamento, l’urgenza estrema di un ricupero di fiducia internazionale”. Ora uno si chiede, dove le ha sentite, dove le ha lette Rampini tutte queste cose? Rampini e “La Repubblica” possono benissimo preferire la macchina bianca o quella nera, ma perché devono attribuire all’incolpevole Mr Rhodes un’opinione che non ha mai espresso? È onesto questo? E’ informazione o e’ “imbrogliare” i lettori? Per molti decenni i “comunisti” sono stati talmente convinti di avere ragione e di volere il bene del proletariato (non dell’Italia) e per raggiungere lo scopo raccontavano che “gli asini volano”. Per riepilogare. Stefano Filippi de “Il Giornale”, titola: “Parola di Obama: Cambiare governo? Non risolverà i problemi italiani”. Federico Rampini de “La Repubblica”, titola: “A Cannes va in scena il dopo Cavaliere”. Il “comunismo” e’ morto e sepolto, ma i suoi “nostalgici” ne hanno mantenuto la mentalità. Raccontano al lettore una cosa “vera” in modo che ne capisca una “falsa”. Forse non e’ un peccato, forse e’ un merito.