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martedì 25 settembre 2012

Angelino Alfano e Matteo Renzi potrebbero cambiare l'Italia.

L’Intera Italia vorrebbe “ribellarsi” vorrebbe fare piazza pulita del passato e chiede tanto disperatamente qualcosa e qualcuno di nuovo da guardare con simpatia. Per questo e’ necessario che le persone con un po’ d’intelligenza e di coraggio rompano gli indugi e si facciano avanti. Non e’ detto ci riescano immediatamente, ma e’ sicuro che senza provarci per l’Italia sarà la fine. Angelino Alfano e Matteo Renzi ci provano, ed e’ un merito. Ma i dirigenti del Pd cercano di presentare Renzi come un berlusconiano: un “traditore”. Non capiscono che Renzi potrebbe colmare il fossato di odio inutilmente scavato dalla sinistra da anni tra loro ed il Pdl. Se alle elezioni del 2013 la competizione sarà tra Angelino Alfano (43 anni) e Matteo Renzi (37 anni) finalmente l’Italia sarà un Paese “normale” e diventerà “governabile”. Perche? Perche’ il programma di Renzi e’ quasi simile a quello del Pdl e questo e’ un bene. Qualsiasi sarà il vincitore, tra la maggioranza che governerà e l’opposizione non ci sarà piu’ “ostracismo” sempre e comunque a “prescindere” come e’ sempre avvenuto. Tra loro non esisterà piu’ quell’enorme differenza “d’intenti” e, finalmente, le tanto attese riforme l’Italia potrà averle. Angelino Alfano ha gia’ esperienza di governo ed ha avuto modo di dimostrare la sua intelligenza ed e’ bene accetto dall’elettorato del Pdl. Berlusconi rinuncerebbe a contrapporsi a Renzi perche’, da uomo intelligente qual’e’, sa che di sicuro perderebbe il confronto tra il “nuovo” ed il “vecchio”. Matteo Renzi ancora non ha maturato l’esperienza di Alfano, ma Bersani, D’Alema, Bindi, perfino Vendola che lo “irridono” non capiscono che ha “una marcia in più”. La gente ce l’ha con tutti i partiti? E lui ce l’ha con tutti i partiti. A partire dal suo, il Pd. La gente e’ stanca delle vecchie facce? E lui dice “rottamiamoli”! Questa e’ anche la posizione di Beppe Grillo, ma Renzi non dice “parolacce”, si esprime come un politico come un “professionista”, non come un comico “fallito” a fine carriera. Grillo rappresenta la protesta “sguaiata” e senza senso (infatti la piazza lo sta abbandonando), Renzi la “novità”. Il Pd ha una grande occasione per “cambiare”. Qualcuno dirà che non e’ un genio. E lo e’ forse Obama? Il presidente americano, per vincere e governare, ha avuto dietro di sé collaboratori non “egoisti” ben più colti e validi di lui che hanno avuto “l’intelligenza” di aiutarlo. Con lui hanno vinto pure loro, senza di lui non avrebbero avuto nemmeno un posto in seconda fila. “Egoisticamente” hanno fatto anche i loro interessi perche’ “se uno e’ intelligente e’ utile a tutti, se e’ sciocco danneggia tutti”. I “dinosauri” del Pd, “demonizzando” Renzi difendono soltanto i loro privilegi danneggiando l’interesse generale dell’Italia. Nella storia gli “outsider” sono sempre stati dei grandi “innovatori” ed e’ per questo che spesso vincono “sbaragliando” i vecchi schemi. E’ accaduto all’ignoto artigliere Napoleone e allo sconosciuto Berlusconi. Bonaparte, che aveva studiato a fondo Giulio Cesare, fu un genio della “strategia tattica”. Gli austriaci combattevano perfettamente le battaglie con i vecchi sistemi del passato e perdevano. Napoleone non seguiva il “manuale” e li batteva. Stessa cosa accadde per Berlusconi nel 1994. “Strategicamente” si alleò al nord con la Lega e al sud con Alleanza Nazionale e sbaragliò la “gioiosa macchina da guerra” dei “compagni” che gia’ cantavano vittoria. Probabilmente Bersani, D’Alema, Bindi e “compagnucci” vari, trovano “oltraggioso” che Renzi non segue le regole codificate che loro hanno imposto. Ma in battaglia vince chi adotta il metodo piu’ “innovativo”. Matteo Renzi, almeno fino ad ora, si presenta come un “innovatore” della sinistra. Dobbiamo auguraci che nel 2013 venga eletto primo ministro o Alfano o Renzi perche’ l’Italia “cambi passo” per una svolta “decisiva”.

Chi ha permesso ai "farabutti d'Italia" di fregarsi tutto?

Nel 2001, votata dal solo centrosinistra e approvata per soli tre voti, e’ passata la riforma del Titolo V della Costituzione che ha dato “più poteri” alle Regioni, cioè a quegli enti che sono tra i principali responsabili dello “sfaldamento” dello Stato e “dell’aumento progressivo del debito pubblico”. Le Regioni debbono essere abolite come pure le province e l’Italia deve essere governata dai Comuni coordinati dal governo centrale. Inoltre, un’altra nefasta conseguenza della “rivoluzione del’68” e’ stata che uomini “dappoco” (di destra e di sinistra), assetati del potere e del denaro, hanno “invaso” il Parlamento e tutti gli enti locali per fare soltanto “i loro interessi” e quelli delle decine di migliaia di loro “sponsor” in tutte le attività, dal cinema alla gestione della “monnezza”. In questi giorni la Guardia di Finanza sta bussando alla porta di tutti i consigli regionali d’Italia e sta scoprendo che il “malcostume” non e’ limitato alla Regione Lazio, ma gli sprechi sono generalizzati in quasi tutte le altre regioni. E’ “vergognoso” ed “offensivo” per “chi vive di stenti”, che ogni consigliere regionale costa ai contribuenti circa 750 mila Euro all’anno per cene, feste in costume e senza costume, pubblicità, propaganda, show televisivi a pagamento, fotografie personali, books promozionali personali, video, convegni genericamente inutili, viaggi, telefonini, segretari e segretarie personali, autisti, guardie del corpo, auto, etc. Per loro e’ sempre “carnevale”. Siamo di fronte alla più “colossale ruberia” di danaro pubblico della seconda repubblica. Il sistema politico nazionale e’ allo “sfascio”. Gli scandali hanno “nauseato” l’opinione pubblica a tal punto che due italiani su tre sono tentati di astenersi dal voto. La crisi dell’economia reale galoppa, le stime del Pil (Prodotto Interno Lordo, la ricchezza che il Paese riesce a produrre) sono al ribasso e tutto questo costituisce un formidabile carburante per “avventurieri e ciarlatani” mascherati da salvatori della Patria tipo Grillo, Di Pietro, Casini, Vendola e Bersani. Nel frattempo il mondo va avanti e l’Italia, come nel 1992, sta perdendo il treno delle riforme. Anche allora il “governo tecnico” di Giuliano Amato (che ora “gode” di una pensione di ben 31mila euro mensili) cercò di salvare la lira sotto attacco, ma non e’ servito a niente. I tecnici di oggi sono ancor più nei guai e “senza idee”. Mario Monti ha ridato all’Italia soltanto un po’ di credibilità internazionale per il suo indiscusso prestigio internazionale e la sua capacità di “pubbliche relazioni” con l’establishment. Ma ha “sottovalutato” la grave recessione e le gravissime difficoltà della miriade di imprese italiane. Monti e’ un esponente della “tecnocrazia” (con uno stipendio mensile di 25mila euro e 13milioni di euro di risparmi in banca) di certo e’ uno che “non capisce” le reali necessita del popolo. E’ ora che qualcuno faccia qualcosa di “netto”, di significativo, di chiaro, di “radicale”. Adesso! L’Italia ha un bisogno disperato di “cambiare passo”. Ci provò negli anni ’80 Bettino Craxi a lanciare la “Grande Riforma”, ma il tentativo fu distrutto dai “cattocomunisti” cioè dai due partiti che in quel tempo co-governavano l’Italia: la Dc (Democrazia Cristiana e Pierferdinando Casini c’era) e il Pci (Partito Comunista Italiano e Bersani, D’Alema, Napolitano & Co. c’erano). Quelli che pretendono di dare tutte le colpe a Silvio Berlusconi della situazione attuale sono o in “malafede” o dei “volgari impostori”. Tutti sanno che non e’ stato lui a creare l’enorme debito pubblico e non e’ stato lui ad “innescare” la crisi economica mondiale. Nonostante che nel 2008 avesse vinto le elezioni ed acquisito una forte maggioranza, per colpa di Gianfranco Fini ed un gruppo di parlamentari che hanno pensato di cambiare casacca politica (dopo essere stati eletti con i voti dati a Berlusconi) per fare meglio i loro “affari personali”, e’ stato messo nelle condizioni di non piu’ governare. Con grande senso di responsabilità’, e per l’amore che ha per l’Italia, ha preferito cedere il passo a Mario Monti ad un governo “presunto tecnico”, che non risponde certo ai cittadini del suo operato. Uscire dalla crisi economica di oggi, non vuole dire uscirne più “tristi e più poveri”, come Monti, la Merkel ed altri vorrebbero imponendo “sacrifici inauditi” a tutti fuorché a se stessi. Dietro la maschera del loro rigore si cela l’unico scopo: mantenere i propri privilegi di cui godono anche per i loro “soci” (leggi banche e parlamentari) e per le loro famiglie. E’ un “sistema mafioso”. Di differente dalla “mafia” propriamente detta c’e’ soltanto l’uso delle armi: “affamare” il popolo al posto della “lupara”.