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martedì 9 ottobre 2012

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. (Sbagliare e' umano, perseverare nell'errore e' diabolico).

Le elezioni del 2006 e del 2008, per eleggere 18 rappresentanti degli italiani residenti all’estero, sono state dei colossali “imbrogli” tanto che ancora ce ne vergogniamo. Sono di dominio pubblico le “irregolarità” e le “truffe” perpetrate basta ricordare Nicola Di Girolamo, selezionato da Marco Zacchera e confermato da Gianfranco Fini, eletto Senatore finito poi in galera. Ma avrebbero dovuto fargli compagnia molti altri, sia di destra che di sinistra. Gli italiani nel mondo hanno sempre avuto il diritto di voto, soltanto che per esercitarlo dovevano ritornare in Patria per votare nel seggio della loro ultima residenza. Dal 1994 al 2001 corrispondevo frequentemente via fax con Mirko Tremaglia. Quando gli scrissi che le circoscrizioni estere non erano necessarie e che sarebbe stato piu’ che sufficiente potere votare per posta, come accade in molte altre nazioni, la corrispondenza s’interruppe. Se prima dell’approvazione della legge Tremaglia (n.459 del 27 dicembre 2001) ogni “teoria” a favore o al contrario era valida, dopo averla sperimentata, per ben sette anni, sappiamo per certo che e’ “assurda” ed e’ un grosso sperpero di denaro pubblico. I 18 parlamentari costano oltre 3milioni e 400mila euro all’anno. Fece grande scalpore la frase di Bobo Craxi che senza mezzi termini disse che:“gli eletti all’estero non contano un c….”. Senza dubbio una frase volgare, ma e’ l’assoluta verità. Nella vita contano i fatti. Chi ricorda cosa hanno realizzato di positivo i 18 eletti all’estero (12 deputati e 6 senatori)? Zero assoluto. Non facciamo gli “struzzi”. Nelle due precedenti elezioni hanno votato soltanto il 39% degli aventi diritto, il che significa che il 61%, cioè la stragrande maggioranza, se ne ‘frega” di partecipare alla “farsa” che premia soltanto 18 persone che, come abbiamo toccato con mano, non servono a “niente”. Sbagliare e’ umano, perseverare nell’errore e’ “diabolico”. Sicuramente l’intenzione di Tremaglia andava oltre al solo diritto di voto, voleva anche che la sua legge permettesse l’applicazione dell’art.35 della Costituzione: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero, promuovendo e favorendo gli accordi con le organizzazioni internazionali per salvaguardare i diritti dei lavoratori italiani”. Ebbene, nessuno dei 18 eletti all’estero mai si e’ interessato di applicare questo articolo. Da sempre, ma anche tutt’oggi, gli italiani che emigrano non vengono “tutelati” da nessuno. Tutelare chi emigra e’ senz’altro “interesse nazionale” e, quindi, un preciso “obbligo” per gli eletti all’estero. Nelle due precedenti elezioni, sia chi e’ risultato eletto e sia chi era negli elenchi dei candidati, “rarissime” erano le persone con i requisiti necessari per mettere piede in Parlamento. Ma anche se fossero state persone “idonee”, di destra e di sinistra ed unite tra loro, quanto avrebbero contato? Esattamente come pensava Bobo Craxi. Nonostante tutto questo ci sono ancora molti, pur non avendo i requisiti necessari e neppure la “competenza”, che venderebbero l’anima al diavolo per farsi candidare, per tentare la fortuna di essere eletti quando sanno che non potranno mai “mantenere” gli impegni che prenderanno con gli elettori. Perche’ allora “fremono” per “acchiappare” la poltrona? Potere esibire il “biglietto da visita” di Onorevole o di Senatore (e percepire i relativi “appannaggi”) e’ il massimo per loro. Prevale l’interesse personale e l’appagamento della loro smisurata “vanagloria”. Non gli passa neppure per la “capa” che la politica “esclusivamente” e’“servizio” alla collettività.

Carta canta...verba volant scripta manent (le parole volano lo scritto rimane).

“Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere”, cosi’ termina il “Messaggio dei riconfermati parlamentari della ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide” pubblicato venerdì 18 aprile 2008 a pagina 40 dei giornali italiani editi in Australia “Il Globo” e “La Fiamma”. Il “gatto” e la “volpe”, alias Marco Fedi e Nino Randazzo, dopo un “Grazie italiani d’Australia” in colore rosso (non poteva essere altrimenti) a caratteri cubitali che occupa tutto lo spazio orizzontale della pagina, presi dall’euforia per il pericolo “scampato” e per la “insperata” riconferma, “entusiasticamente” elogiano chi li hanno votati riconoscendogli: “maturità, responsabilità, virtù civiche, consapevolezza dei loro diritti e doveri che li rendono protagonisti esemplari ed orgogliosi…..”. Quindi, dopo un “fumoso” preambolo, affermano che la loro riconferma “e’ segnale insieme di continuità e rinnovamento” e spiegano: “Continuità con un programma di iniziative legislative per gli italiani nel mondo in parte portato a termine – dall’estensione della 14ma ai pensionati all’estero che hanno i requisiti, alla copertura assicurativa sanitaria per gli immigrati indigenti laddove manchi, alla forte riduzione delle imposte comunali italiane sulla prima casa di proprietà di un residente all’estero e, in parte gia’ impostato nell’appena conclusa legislatura, dalla riacquisizione della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno perduta ad una sanatoria INPS, al rafforzamento dei servizi consolari.” E imperterriti aggiungono: “Rinnovamento di strumenti politici e istituzionali……blaba, blaba…” Chi desiderasse leggere l’intero “proclama” lo troverà nel mio blog www.itamondo.blogspot.com digitando “Carta canta” sulla finestra Google a destra. Un proverbio dice che “le chiacchiere fanno le pulci e la pastasciutta riempie la pancia”. Marco Fedi e Nino Randazzo hanno fatto soltanto “pulci” e niente “pastasciutta” (fatti). Qui sotto la dimostrazione che non hanno realizzato neppure uno dei loro impegni. 1) La tanto reclamizzata 14ma. Evidentemente i Patronati (per il 99% di sinistra) che hanno istruito le pratiche per far ottenere ai loro clienti la 14ma promessa da Prodi, hanno fatto “carte false”. Ma nei controlli fiscali degli anni successivi, l’INPS ha scoperto che erano in molti a non averne diritto, quindi, ha richiesto la restituzione della 14ma. A quel punto, alcuni gestori dei Patronati per difendersi e coprire le loro colpe, hanno divulgato la notizia ai pensionati che non si trattava di un recupero di “indebito”, ma che il governo Berlusconi aveva “ridotto” le pensioni. Una “calunnia” in piu’ delle “mille” che hanno contribuito a screditare Berlusconi. 2) Copertura sanitaria. Gli unici ad averne bisogno sono gli italiani emigrati in Argentina che, purtroppo, ancora oggi non l’hanno. 3) ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Nel 2008 il governo Berlusconi cancellò “interamente” ICI sulla prima casa, quindi, nessun merito va ai parlamentari eletti all’estero. Ma oggi gli italiani residenti all’estero, che avessero una casa in Italia, dovranno pagare, senza se e senza ma, l’IMU (Imposta Municipale Unificata). Perche’ i 18 “magnifici” eletti all’estero non sono riusciti a bloccare questo pagamento? 4) Riacquisizione della cittadinanza italiana. E’ un altro impegno del tutto disatteso. L’unico modo per riacquistare la cittadinanza italiana e’ di usufruire dell’art. 13 della legge del 5 febbraio 1992 n.91, una legge approvata quando ancora i parlamentari eletti all’estero non esistevano. 5) Gli “indebiti pensionistici”. Si sa che i Patronati istruiscono la maggior parte delle pratiche di pensione che poi inoltrano all’INPS. Se il pensionato riceve un importo di pensione superiore a quello dovuto, certamente non e’ sua la colpa e tanto meno il suo e’ comportamento “doloso”. Se successivamente l’INPS accerta che alcuni importi non erano dovuti al pensionato, giustamente, deve recuperare le somme pagate in piu’ (“indebiti pensionistici”). Per farlo, per un certo periodo, sino a rimborso totale dell’indebito, l’INPS sarà costretta a detrarre dalla pensione base il 10%, ed e’ ovvio che il pensionato, a quel punto, si trovi in gravi difficoltà, considerata l’esiguità’ delle pensioni. Avevo proposto che fossero i sindacati (che ricevono milioni di Euro dallo Stato italiano e che gestiscono i Patronati) a rimborsare l’INPS per gli errori da loro commessi. Marco Fedi ogni tanto usciva fuori con qualche “roboante” ed “illusoria” dichiarazione assicurando i pensionati che gli “indebiti” sarebbero stati sicuramente cancellati. Ed, infatti, cosi’ e’ stato, ma soltanto perche’ l’INPS ha ormai quasi del tutto recuperato tutti gli “indebiti” generati dalle “fasulle” dichiarazioni di molti Patronati. 6) Da “sganasciarsi” poi dalle risate e’ la promessa di “rafforzare i servizi consolari”. Ne sa qualcosa chi si rivolge ai consolati! Marco Fedi e Nino Randazzo sono “venuti meno” ai loro impegni e, perche’ da loro sollecitato, “non esito” a farglielo sapere. Il “gatto” e la “volpe” hanno agito senza “coscienza” e “dignità” nei confronti degli italiani d’Australia nonostante il loro “solenne impegno di rappresentarli coscienziosamente” e promettendo che “i legittimi interessi e aspirazioni troveranno in noi disponibilità, l’ascolto ed il servizio”. Balle! E vuoi vedere che stanno pensando di ricandidarsi anche per il 2013? Mi sa tanto che questa volta non ci sarà piu’ “trippa per gatti” e neppure per le “volpi”.

domenica 7 ottobre 2012

Carta canta.

Il Globo & La fiamma, venerdì 18 aprile 2008

Messaggio dei riconfermati parlamentari
della ripartizione Africa-Asia-Oeania-Antardide

Grazie, italiani d’Australia!

Un sincero ed affettuoso saluto a tutti i cittadini italiani d’Australia che hanno partecipato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento repubblicano, dimostrando grande senso di maturità, di responsabilità e virtù civiche, prima fra le quali la consapevolezza di diritti e doveri che rendono protagonista esemplare ed orgogliosa nel mondo questa nostra collettività del quinto continente.

Donne e uomini, anziani e giovani, per il semplice fatto di aver votato, non importa per quale lista di partito o candidato, vi siete fatti portatori e difensori di importanti valori d’italianità in questa parte del mondo, che non sono assolutamente in contrasto ma integrano e arricchiscono ulteriormente il vostro senso d’attaccamento, appartenenza e lealtà all’ospitale nazione australiana.

La fiducia che avete riconfermato quest’anno, con accresciuto volume di consensi in Australia, agli stessi due vostri rappresentanti parlamentari scelti alle consultazioni popolari del 2006 rieleggendoli al Senato e alla Camera dei Deputati, e’ segnale insieme di continuità e di rinnovamento.

Continuità con un programma di iniziative legislative per gli italiani nel mondo in parte portato a termine – dall’estensione della 14ma ai pensionati all’estero che ne hanno i requisiti, alla copertura assicurativa sanitaria per gli emigranti indigenti laddove manchi, alla riduzione delle imposte comunali italiane sulla prima casa di proprietà un residente all’estero e, in parte gia’ impostato nell’appena conclusa legislatura, dalla riacquisizione della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno perduta ad una sanatoria di indebiti INPS, al rafforzamento dei servizi consolari.

Rinnovamento di strumenti politici e istituzionali – da un miglioramento della legge per il voto all’estero alle riforme di organismi rappresentativi quali Comites e CGIE – per affrontare le tematiche vecchie e nuove della presenza italiana all’estero in un quadro parlamentare ora cosi profondamente cambiato in patria e che offre sfide e aperture tutte da verificare e dove possibile utilizzare in un regolare e libero rapporto e confronto comunitario.

Un grazie di cuore, dunque, a chi vi ha votati. Un riconoscimento di perfetta legittimità democratica a chi ha votato per altri candidati. Agli uni e agli altri il solenne impegno di rappresentarli al meglio nelle assemblee parlamentari, di accoglierne i suggerimenti e segnalazioni, di mantenere nei limiti dell’umanamente possibile i contatti diretti ed indiretti. Un network di referenti in realtà locali cosi’ profondamente differenziate, su una vasta ripartizione elettorale quale appunto quella di Africa, Asia, Oceania, resta uno dei nostri principali obbiettivi non pienamente raggiunto o raggiungibile nel corso della brevissima e difficile legislatura passata.

Una particolare espressione di gratitudine e’ ancora dovuta ai numerosi collaboratori e collaboratrici che, in spirito di generoso volontariato. In ogni parte d’Australia, hanno reso possibile nel corso di un’intensa quanto breve campagna elettorale la riconferma del nostro mandato parlamentare. Un gruppo piu’ affiatato e cosciente del delicato momento politico, per l’Italia e per gli italiani nel mondo, sarebbe difficile trovarlo, ed ha costituito il perno del successo elettorale del Partito Democratico e dei suoi candidati in questa ripartizione della circoscrizione Estero e insieme la base, sul territorio, di un’articolata struttura di aggregazione italo-australiana con capacità.

La modifica di ruolo nel nuovo Parlamento, il nostro posizionamento nei ranghi dell’opposizione, non inciderà sugli impegni sulla natura della nostra rappresentanza coscienziosa e dignitosa della comunità italo-australiana i cui legittimi interessi e aspirazioni troveranno sempre in noi disponibilità, ascolto e servizio.

Insieme ai nostri ringraziamenti si accompagna una messe di fervidi auguri.

Al variegato e fiorente associazionismo della nostra gente, affinché il ricambio generazionale diventi motore di valorizzazione e trasmissione di tradizioni culturali. Agli esponenti della prima generazione di emigranti, affinché mantengano vivi e saldi i rapporti e la conoscenza della loro terra di nascita. Alle nuove generazioni, affinché stimolino l’allargamento e il potenziamento di diffusione scolastica e comunitaria, di lingua e cultura italiane. Alle famiglie del nostro gruppo etnico in ogni parte d’Australia. Affinché continuino ad essere sempre piu’ gratificate dei successi loro e dei loro figli in ogni campo d’umana attività, che anche l’opinione pubblica e le autorità politiche e istituzionali d’Italia debbono imparare a conoscere ed ad apprezzare piu’ adeguatamente.

A tutti, dovunque vi troviate in questo continente, da poco o lungo tempo, nelle città e nelle campagna, sui posti di lavoro o nel riposo del pensionamento, nelle libere professioni o in settori di creatività artistica e culturale, emigranti e figli e nipoti di emigranti con segni indelebili d’italianità nel sangue e nel cuore, il nostro impegno (che non e’ la solita vuota promessa di politica elettorale) a mettercela tutta per continuare a meritare la vostra fiducia nello svolgimento del nostro mandato parlamentare. Qualora dovessimo venir meno a questo impegno, non esitate a farcelo sapere.