Powered By Blogger

mercoledì 14 novembre 2012

Gli italiani non hanno piu' fiducia del duo Napolitano-Monti.

La rilevazione tra il 26 e il 29 ottobre di “Spin Con” (www.spincon.it l’istituto sondaggi on-line) mette in evidenza il “crollo” della fiducia in Napolitano che va di pari passo con la “frana” dei consensi verso Mario Monti, il premier voluto proprio dal Presidente della Repubblica. Il giudizio su Monti e’ negativo per il 63,2% (molto positivo per l' 8,4%; positivo per il 28,4%). Ancora peggiore e’ il giudizio sul Governo: la percentuale degli scontenti schizza al 68%. Numeri amari anche per Napolitano. Per la prima volta, la maggioranza assoluta degli italiani boccia l'operato del Presidente della Repubblica. Alla domanda: “Quale e’ il suo giudizio sull'operato del Presidente della Repubblica?” la somma tra “molto positivo” 18,2% e “positivo” 28,7% raggiunge il 46,9%, mentre tra “molto negativo” 27,6% e “negativo” 25,5% la percentuale degli scontenti e’ il 53,1%. E’ un significativo “rovesciamento” della situazione. Questa notizia non e’ stata pubblicata in bella vista dai “giornaloni” di “regime” amanti della “democrazia”. Finalmente la maggioranza del popolo si e’ “svegliata”! Fino a ieri Monti si “esaltava” per il giudizio positivo degli italiani a lui e al suo governo, e Napolitano ne andava “tronfio”. Un anno fa Napolitano ha “cancellato” la sovranità popolare. L’Italia e’ stata “deliberatamente” divisa in due parti: le “caste” (banche, parlamentari, magistrati, apparato burocratico ecc.) e il “popolo”. Le “caste” salvate da ogni e qualsiasi ridimensionamento, il “popolo” invece chiamato a fare tutti i sacrifici necessari, e anche di più, per sanare il Paese e per mantenere intatti tutti i “privilegi” delle “caste”. Finalmente i cittadini si rendono conto che tanto Napolitano quanto Monti non sono affatto difensori dei diritti del popolo, ma hanno attuato una politica di “sfruttamento” e di “ingiustizia”: e parlano di “equità”! Di fronte agli ultimi dati negativi dell’Istat (Istituto nazionale di statistica) Monti continua a dire che va tutto bene e fra poco usciremo dalla crisi (la Merkel prevede che continui per almeno altri 5 anni). Ora i cittadini hanno aperto gli occhi accorgendosi che “sono stati presi in giro”. E’ ora che Napolitano e Monti vadano ai “giardinetti” marchiati a fuoco per aver rovinato il Paese. Non si deve aver paura di abbattere tutto, se nei cittadini, di qualunque tendenza politica, e’ comune la volontà di edificare uno Stato nuovo. L’Italia e’ stata ricostruita dopo la seconda guerra mondiale grazie a uomini animati dalla concorde volontà di ricostruire. Ora dovrebbe essere più facile. Pero’ occorrono nuove personalità, capaci e oneste, “votate al bene comune” che possono essere reperite tra gli “onesti” che sono la stragrande maggioranza e, come nel dopoguerra, avverrà un secondo “miracolo economico”. Angelino Alfano e Matteo Renzi potrebbero essere gli artefici, ma prima dovranno essere cacciati via tutti i “dinosauri” della politica ed “impedire” ai vari “Fiorito” di entrare in politica per “arricchirsi” personalmente.

L'elenco dei "dinosauri" nel Parlamento italiano.


Il pretesto per andare a dare un’occhiata all’anzianità di servizio dei politici italiani ce lo dà “Beppe Pisanu”, 75 anni, quasi “quaranta” dei quali passati in Parlamento. Lui, sardo dalla scorza dura, non ci pensa neanche a ritirarsi per godersi la sua “lauta” pensione. “Certo che mi ricandido, la storia d’Italia non è finita. In Sardegna c’è una famiglia che detiene il record della longevità in Italia: e voi non volete permettere a un politico sardo di detenere un record della longevità politica?” Secondo i calcoli di “OpenPolis” (www.openpolis.it) Pisanu ha superato i 38 anni, ed e’ record, visto che supera La Malfa di 33 giorni. Evidentemente e’ in atto tra i due la gara per detenere il record. Prepariamoci quindi a vederli seduti nelle rispettive aule “vita natural durante”. E gli altri? Vediamo un po’ la classifica dei “dinosauri” della nostra classe politica. Come non si fa poi dar ragione a Matteo Renzi? SENATO: 1) PISANU Beppe (PdL): 38 anni e 154 giorni; 2) MATTEOLI Altero (PdL): 29 anni e 98 giorni; 3) BERSELLI Filippo (PdL): 29 anni e 98 giorni; 4) VIZZINI Carlo (UDC-SVP): 29 anni e 59 giorni; 5) GRILLO Luigi (PdL): 25 anni e 108 giorni; 6) PONTONE Francesco (PdL): 25 anni e 108 giorni; 7) NANIA Domenico (PdL): 25 anni e 108 giorni; 8) FINOCCHIARO Anna (PD): 25 anni e 108 giorni; 9) CAMBER Giulio (PdL): 23 anni e 84 giorni; 10) POLI BORTONE Adriana (CN): 22 anni e 129 giorni. CAMERA: 1) LA MALFA Giorgio (Misto): 38 anni e 121 giorni; 2) TASSONE Mario (UDC): 34 anni e 80 giorni; 3) COLUCCI Francesco (PdL): 33 anni e 100 giorni; 4) FINI Gianfranco (FLI): 29 anni e 98 giorni; 5) CASINI Pier Ferdinando (UDC): 29 anni e 98 giorni; 6) TURCO Livia (PD): 25 anni e 108 giorni; 7) DELFINO Teresio (UDC): 25 anni e 108 giorni; 8) CALDERISI Giuseppe (PdL): 24 anni e 160 giorni; 9) MANNINO Calogero (Misto): 24 anni e 91 giorni; 10) D’ALEMA Massimo (PD): 23 anni e 191 giorni. Due cose saltano all’occhio: la prima e’ che se alla Camera i “dinosauri” stanno un po’ da tutte le parti, al Senato domina il Pdl con sette “dinosauri” su dieci. Ma la cosa da sottolineare e’ soprattutto un’altra: il “povero” Veltroni, l’unico a decidere di “rottamarsi”, era in Parlamento “solo” da 18 anni. Quasi un “novizio”!

Dare dll'Onorevole.


Nella lingua italiana il significato di “onorevole” e’ di “una persona che e’ degna di onore, di stima, di rispetto”, quindi, niente di piu’ “sbagliato” che l’appellativo viene attributo ai parlamentari italiani. C’e’ in Italia il “vezzo” di “ostentare” i titoli (più o meno meritatamente conseguiti) come se fossero “blasoni” di una nuova “aristocrazia” e a proposito dei deputati “onorevoli”, sfiorano il “ridicolo”. Ricordo di aver avuto un piacevole scambio di e-mail con un tale che si ostinava a chiamarmi (indebitamente ed enfaticamente) “Dottore”. Gli feci notare, con pacatezza, che “Dottore” non ero e che era lusinghiero per me se si limitasse a chiamarmi semplicemente “Signor” (sarebbe bello valesse anche per gli “onorevoli”!) dal momento che, oggigiorno, e’ assai più facile essere Dottori, Cavalieri, Commendatori, Grand Ufficiali e Onorevoli che “Signori”. Il titolo di “onorevole” ebbe origine all’epoca in cui il mandato “era gratuito” e rappresentava un segno di riconoscimento dei membri delle due Camere legislative eletti dal popolo. Dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, di cui l’anno scorso e’ stato celebrato il centocinquantesimo anniversario, entrarono al Parlamento di Torino avvocati, notai, medici e persone semplici. Accortosi del loro disagio di sedere accanto ai principi, ai duchi, ai marchesi, ai baroni il primo ministro, conte Camillo Benso di Cavour, pensò di dare a tutti i deputati il titolo di “onorevole”, non potendo estendere ai borghesi i titoli nobiliari. Il fatto che questo titolo non esistesse in nessun altro Parlamento del mondo non sfiorò la mente di Cavour né, men che meno, quella dei deputati del Regno d’Italia. E fu così che del titolo di “onorevole” hanno continuato a fregiarsi i nostri parlamentari per circa 78 anni. Fino al 1939. Fu, infatti, in quell’anno, XVII dell’era fascista, che Achille Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista, decise di abolirlo col Foglio d’Ordini n. 1277 del 4 marzo 1939 e di sostituirlo col titolo di “consigliere nazionale”. Dopo la caduta del fascismo, e la nascita della Repubblica, i deputati “democratici” hanno ripreso a fregiarsi di questo “inappropriato” titolo. Nel ridurre gli stipendi e nell’abolire i vitalizi e i privilegi dei parlamentari (ma quando?) il governo Monti farebbe bene a cancellare anche il titolo di “onorevole”. Non servirà a ridurre il nostro debito pubblico né a risolvere la drammatica crisi economica, ma almeno si smetterà di chiamare “onorevole” chi di onorevole non ha nulla. Alcuni giorni fa e’ accaduto un fatto “curioso” al Bundestag: il Parlamento tedesco. Nell’iniziare il suo intervento il deputato“Martin Schulz” (quello che ebbe un battibecco acceso con Berlusconi nel luglio del 2003 e che tra tre giorni, 18 novembre, Napolitano nominerà Cavaliere della Repubblica italiana per premiarlo di aver offeso il Primo Ministro italiano) si e’ rivolto all’Assemblea con un sorprendente “onorevoli colleghi”. Il Presidente lo ha subito richiamato: “Signor Schultz, le ricordo che non siamo a Roma nel Parlamento italiano e perciò la invito a non usare più questo strano titolo”. Nessuna meraviglia che nessun giornale italiano ne abbia dato notizia. I nostri giornalisti sono corresponsabili del “malvezzo” dei politici italiani (parlamentari, eurodeputati, consiglieri regionali e, addirittura, certi consiglieri provinciali e comunali) di attribuirsi il “ridicolo” e “inappropriato” titolo di “onorevole”. Riscuotere esagerati stipendi ed avere scandalosi privilegi e “fregiarsi” del titolo di “onorevole” sono le facce della stessa medaglia.