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martedì 11 dicembre 2012

Se Matteo Renzi ama veramente l'Italia formi un suo partito.


Se Matteo Renzi vuole entrare nella storia d’Italia dovrebbe ricordare che, nel 1959, Willy Brandt lasciò la sinistra tedesca per fondare il partito “socialdemocratico” tedesco e poco dopo diventò cancelliere dell’allora Repubblica Federale Tedesca con capitale Bonn. Per non “vanificare” l’ottimo risultato che ha ottenuto alle “primarie” (che ha perso soltanto perche’ le regole erano truccate), Renzi deve staccarsi dal Pd strapieno di personaggi ancora “maleodoranti” di Pci (Partito Comunista Italiano) e dalle stesse facce di cinquant’anni fa e, finalmente, fondare un partito “socialdemocratico” italiano, cosi’, finalmente, in Italia ci sarebbe un vero centrosinistra “progressista”. Renzi e’ giovane ma la storia l’ha studiata. Sa che dopo il 1945 non e’ stata la “resistenza” a permettere all’Italia di raggiungere il famoso “miracolo economico” del ’60. Mentre il Partito Comunista Italiano, di cui Giorgio Napolitano era un esponente di primo piano, era la Quinta Colonna in Europa dell’Unione Sovietica e tentava costantemente di “statalizzare” l’Italia, per fortuna la componente “liberare” italiana, che e’ sempre stata maggioritaria come lo e’ anche tutt’ora, ha avuto il sopravvento e l’Italia, per l’iniziativa privata dei cittadini dediti al lavoro, raggiunse la piena occupazione diventando la settima nazione piu’ industrializzata del mondo. C’e’ da augurarsi che Renzi non compia l’errore d’illudersi di poter modificare la struttura del Pd che e’ ancora la stessa del Pci, come le primarie hanno ampiamente dimostrato. Dovrebbe avere capito che gli unici veri “progressisti” sono i “liberali” italiani, i quali davvero vogliono modificare le strutture statali italiane le più “retrograde” d’Europa. Renzi sappia che se l’Italia sarà governata da Bersani, Vendola e Di Pietro, cioè dalla sinistra “stalinista”, poco o niente resterà del popolo italiano “libero” e “creativo” come noi tutti conosciamo e come vorremmo che continuasse che sia. Renzi ha un ampio serbatoio di voti a cui può attingere. Le scelte coraggiose le fanno gli “statisti” e tali sono coloro che il più delle volte non vincono le elezioni al primo tentativo, ma seminano per il futuro. Senza la loro testimonianza, non c’è esempio da seguire per sognare il vero cambiamento.

Esultanza degli "antiberlusconiani": finalmente ricomincia la "sarabanda"!


Il giorno prima dell’annuncio ufficiale di Berlusconi di ricandidarsi, avevo scritto che c’era chi attendeva la sua decisione chi con timore e chi con speranza. Ora che “il dado e’ stato tratto” grande e’ l’entusiasmo degli “antiberlusconiani” che, dopo un anno di “astinenza”, possono ricominciare la solita “gazzarra” facendo a gara a chi la “spara” piu’ grossa sul “caimano”. “La Repubblica” e “Il Fatto Quotidiano”, ma non solo loro, con il “popolo del web”, hanno ricominciato a “vomitare” il peggio possibile su Berlusconi ed ad “esportarlo” all’estero. Questa “strategia” aveva portato Berlusconi alla sua completa “delegittimazione” e, visto che aveva funzionato, ci riprovano. In due miei articoli di qualche settimana fa elencavo le ragioni per cui Berlusconi non avrebbe dovuto candidarsi mai più, ed uno di quei motivi, come ampiamente avevo previsto, era quello che la “ignobile sarabanda” sarebbe ricominciata all’annuncio della sua ricandidatura Nella vita, purtroppo, spesso si creano delle situazioni che involontariamente ci coinvolgono e, nostro malgrado, siamo costretti ad intervenire anche se non avremmo mai voluto. Ecco perche’ Berlusconi e’ stato costretto a ricandidarsi, ma credo che indicherà Premier Angelino Alfano che ha dimostrato, e sta dimostrando, di averne le qualità ed ha anche il vigore fisico per ricoprire una carica molto impegnativa. Staremo a vedere. A Berlusconi lo attende un nuovo periodo “convulso” di attacchi “feroci” sia dai suoi avversari nazionali e sia da quelli internazionali che sono gia’ iniziati in “grande stile”. Questa volta Berlusconi deve reagire con “molta fermezza”, come sta facendo, dagli attacchi “feroci” della sinistra e dei suoi nemici “europei” e contrattaccare con forza senza paura. Deve poi attendersi la reazione di Monti dal carattere “permaloso” e “vendicativo” che non ha gradito di essere stato “defenestrato” per i “pessimi risultati” conseguiti dal suo governo tecnico. Monti, da alcuni indicato come “salvatore” della Patria, per mettere in difficoltà Berlusconi, si augura che lo “spread” ricominci a salire. Tra tanti errori commessi, la colpa maggiore che si può imputare a Berlusconi e’ di essere stato “ingenuo” per essersi fidato dei politici “intorno a lui” sapendo benissimo che erano “politicanti da strapazzo”. Il Pdl ne era “strapieno” e, in parte, lo e’ ancora, di questi “farabutti”. Per dare un segnale forte al Paese Berlusconi deve prendere “urgentemente” alcune iniziative. Deve “allontanare” immediatamente dal Pdl tutti i “quaraquaqua’” vecchi e nuovi. Deve fare i nomi ed i cognomi dei “grassatori” che “infestano” l'Italia e spiegare i loro metodi che hanno impiegato negli ultimi decenni per “impadronirsi” del potere economico e finanziario del Paese. Deve mettere a nudo tutti gli “intrecci” che esponenti della sinistra hanno avuto, ed hanno, con i Poteri Forti, compresi i media che, per la stragrande maggioranza, non hanno fatto altro che calunniarlo anche all’estero. In Italia, a chi e’ contro la sinistra ed i Poteri Forti, non si spara né si dà l’olio di ricino: li si “emargina”, come hanno tentato e continuano a tentare di fare con Berlusconi e con tanti intellettuali, imprenditori, professionisti e artisti che non si allineano. Tutti sanno quello che e’ accaduto in Italia negli ultimi cinquant’anni e molti ne parlano a mezza bocca, come avviene nei “regimi di polizia”. Noi “berlusconiani” sappiamo che Silvio non e’ uno “stinco di santo”, ma sappiamo che si e’ sempre “opposto alla malavita” dei colletti bianchi e di aver sempre agito per gli interessi generali dell’Italia. Berlusconi “non si e’ mai finanziato” con le “varie mafie” siano esse siciliane, calabresi o pugliesi attraverso banchieri che sventolano bandiere rosse e “riciclano” grandi capitali ricavati dalla “malavita” che, guarda caso, e’ sempre più radicata in regioni rette da giunte cosiddette “democratiche” dove lo Stato ha rinunciato a controllare il territorio. Se Berlusconi non facesse questo non può “ridare coraggio” a quel 45% dei cittadini che ora si astengono dal voto. Cittadini onesti schiacciati dalle corporazioni, dagli ordini professionali, dalle associazioni e dai magistrati politicizzati, dai sindacati protettori di “fannulloni” nelle scuole come nella burocrazia, dagli ideologizzati baroni universitari. Gli onesti ed i migliori per decenni sono restati “indifesi” da quella massa dei “rappresentanti della sinistra” e degli stessi Poteri Forti tra loro in “combutta”. C’e’ un’unica condizione per permettere a Berlusconi di combattere tutti i mali dell’Italia e di trasformarla in un Paese “normale”: gli italiani devono dargli il 51% dei voti. Se non l’otterrà, gli Italiani saranno stati causa del loro male e potranno piangere soltanto se stessi. Bersani con il suo “squadrone” (Bindi e D’Alema su tutti!) promette il “rinnovamento” dello Stato qualificandosi “progressisti”, mai menzogna fu più vergognosamente ipocrita. Ampiamente si sono dimostrati i più “conservatori” da decenni a questa parte. La loro forza sta nei “pubblici ministeri politicizzati”, nei “giornalisti di regime” e nella “invidia”. Il governo di Mario Monti ha tentato il colpo di Stato nell’impedire a Berlusconi di ricandidarsi. Lo ha tentato con la legge cosiddetta “anti corruzione”, giusta nei principi, ma iniqua perche’ i giudici hanno un’immensa discrezionalità di applicare le leggi soprattutto quando l’imputato si chiama Silvio Berlusconi.