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mercoledì 23 gennaio 2013

Monti e' "salito" ma cadra' "precipitevolmente".

La cosiddetta “salita in campo” di Monti, in realtà, e’ avvenuta più di un anno fa, quando Silvio Berlusconi ha fatto un passo “laterale” affinché l’Italia, vittima dell’imbroglio dello “spread”, non finisse nell’occhio del ciclone della speculazione. Ora che ci siamo abituati a convivere con gli alti e bassi dello “spread” si può comprendere quanto esso sia stato uno “strumento politico” contro il governo Berlusconi. Berlusconi, per la sua autorevolezza, non e’ amato da certe segreterie europee che vogliono, come hanno ottenuto con Monti, un governo italiano “prono” ad un’Europa “germanocentrica”. Lo “spread” nel giugno del 2011, prima che la Deutsche Bank annunciasse di essersi liberata dei titoli pubblici italiani, era di 120 punti. Poi e’ salito fino a raggiungere quota 500, determinando la “crisi” del Governo Berlusconi. Successivamente esso calò a quota 270 agli inizi del 2012 grazie all’intervento della Bce di Mario Draghi, che aveva prestato soldi a tassi minimi. Ma fu una quotazione temporanea, perché l’effetto di tale operazione svanì facendo salire lo “spread” a quota 500. Ma questa soglia non determinò alcun esito negativo per il governo Monti e dei suoi “professoroni”, a dimostrazione del fatto che l’indice finanziario non fosse poi più così esiziale per le sorti del Paese come era stato fatto credere quando a governare c’era Berlusconi. Ci volle un altro intervento di Mario Draghi il 26 di luglio 2012 per riportare la situazione sotto controllo. In quell’occasione il Presidente della Bce annunciò di voler fare tutto il necessario per salvare l’euro e lo scudo “anti-spread” venne attivato e prevedeva l’acquisto illimitato di titoli dei Paesi membri Ue. Da allora l’indice, fra alti e bassi, si avviò ad un’irreversibile discesa, rafforzata ora dagli effetti benefici dell’accordo di Washington tra Repubblicani e Democratici sul “fiscal compact” americano. Se lo spread e’ calato, quindi, lo dobbiamo a Draghi e ad Obama e non a Monti che, “ipocritamente” cerca di accreditarsi il merito. Monti nel novembre 2011 ha trovato un’Italia “malata”, con le sue cure, tredici mesi dopo, la lasciata sul “punto di morte”. Nel senno di poi, alla luce di quest’ultimo anno di legislatura che si sta concludendo con la presentazione di una lista in nome di Monti, sorge spontanea una domanda. Ci si chiede se la scelta di Monti di “salire” in politica e candidarsi a premier fosse già maturata un anno fa oppure, se galvanizzato dalle lusinghe “interessate” delle cancellerie europee, l’abbia fatto per continuare ad essere “suddito” di un’Europa dominata da egoismi nazionali che di certo non hanno a cuore la crescita del sistema produttivo dell’Italia. La lista di Monti, in realtà, e’ un cartello elettorale che intende riproporre alla guida del Paese nient’altro un gruppo di parassitari tecnocrati, lobbies e vecchi arnesi della politica al servizio di un'Europa “germanocentrica”. Se consideriamo, inoltre, i compagni di viaggio che si e’ scelto, Casini e Fini, i peggiori professionisti della politica, scopriamo quanto “inutile” sia il progetto politico di Monti che a parole si professa “riformatore” ma che nei fatti e’ “piu’ vecchio della vecchia politica”. A Monti non basterà di sfruttare i meccanismi della legge elettorale per riprendersi Palazzo Chigi. La politica non è una scienza esatta. E poi “Chi troppo alto sale cade sovente precipitevolmente”.

Chi vincera' i due premi tra i possessori dei biglietti della lotteria?


Liste e schieramenti hanno preso corpo anche per le elezioni all’estero specificatamente nella IV Circoscrizione estera dove e’ collocata l’Australia. Prendete le persone in lista. Che desolazione. La prima reazione e’, a parte qualche candidato di un certo valore, quello che si dispiega davanti ai nostri occhi non e’ un futuro che “scalcia per nascere”, ma un passato che “s’aggrappa per non morire”. Le modalità di selezione (si fa per dire), per esempio, ha riconfermato Marco Fedi che in questi sette anni in Parlamento ha “ampiamente” dimostrato di essere stato del tutto “inutile”. L’onesta’ avrebbe dovuto imporre a Fedi di farsi da parte per dare l’opportunità’ a Concetta Perna di essere la candidata del Pd. Le referenze in possesso della Perna sono di gran lunga di piu’ “valore” e “professionalità” di quelle di Fedi che nella sua vita ha svolto esclusivamente attività “sindacale”, per giunta di terzo ordine, per conto del Partito Comunista. Fedi non rinnega anzi e’ orgoglioso di essere comunista. La Perna, se eletta, sarebbe stata di grande utilità per l’incremento dell’insegnamento della lingua italiana all’estero. In questo pazzo mondo non si sa mai e Fedi potrebbe essere di nuovo riconfermato cosi’ che potrà continuare la sua “vacanza”. Ma chi lo voterà? Soltanto chi ci ha trovato assai gusto di essere stato preso per il sedere. I gusti non si discutono (gustibus est non disputandum). Nel Pdl sono approdati tre candidati che non fanno “perdere la faccia” al partito rivalutandolo di molto, peccato che l’operazione “rinnovamento” non c’e’ stata al 100%. La candidatura di Ivano Ercole fu da me proposta nel 2008, per tutta risposta Barbara Contini e Marco Zacchera mi “espulsero” per riconfermare il trio Luigi Casagrande, Giuseppe Cossari e Teresa Restifa. In questa tornata elettorale Luigi Casagrande ha avuto il “pudore” e il “buon gusto” di non farsi avanti. Giuseppe Cossari, a priori rigettato dal Pdl, non ha mollato e ha voluto far parlare di se ad ogni costo. E’ da maggio 2012 che pubblica i suoi “sconclusionati” messaggi sui giornali italiani editi in Australia. Se non bastasse, e’ apparso “fugacemente” su “Balaro’”, facendo la figura di quello che vuole candidarsi a tutti i costi, non importa con chi. Ha giurato che si sarebbe candidato per un partito di centrodestra. Lo troviamo invece in lista “Con Monti per l’Italia” che, dopo le elezioni, sarà la “stampella” di Bersani (sempre se vincerà), cioè del centrosinistra. Ma non finisce qui. Cossari ha voluto “stupirci” ancora. A Pagina 11 de “La Fiamma”, nel suo nuovo annuncio pubblicitario, invita gli elettori a votare Giuseppe (Joe) Cossari “Liberale di Centro Destra mettendo una croce sul suo simbolo e scrivendo Cossari a fianco di tale simbolo”. Sono confuso, come lo saranno anche gli elettori. Ma Cossari con chi e’ schierato, con il Centro Destra o con Monti? Ha un suo simbolo personale sulla scheda? Del vecchio “trio” soltanto Teresa Restifa e’ riuscita a farsi candidare dal Pdl. Ma con suo grande “disappunto” non e’ stata “immediatamente” candidata come e’ avvenuto da mesi a Ivano Ercole. Ha dovuto subire la cocente “l’umiliazione” di essere stata “ripescata” all’ultimo secondo (non minuto) soltanto dopo la rinuncia di tre candidati. Qualsiasi persona con “dignità” e “amor proprio” piuttosto di subire un “affronto” tale avrebbe capito che avrebbe fatto migliore figura se avesse rinunciato. Ma la “sfrenata ambizione” fa digerire anche i “rospi” piu’ grossi a persone non consapevoli dei loro limiti. Il Pdl avrebbe guadagnato piu’ voti se avesse rinunciato alla candidatura della Restifa pur rimanendo con soli tre candidati. Purtroppo la Restifa rappresenta il “vecchio del piu’ vecchio” e per la terza volta permetterà la vittoria di Marco Fedi, che nonostante tutto, rimane di molte “spanne” al di sopra della candidata del Pdl. La politica dovrebbe essere intesa come “valore nobile” e “virtù” e non come “teatro” per “esibizionisti” e per lo piu’ molti senza talento. La politica ha bisogno di “professionalità” e “professionisti”, e’ mestiere complicato non adatto a tutti. L’esperienza del governo Monti e’ illuminante. Tutti i componenti di quell’esecutivo sono persone di livello, ma pessimi ministri, perche’ gente animata da “smisurata spocchia” che ha creduto di potere comandare, ma hanno dimostrato di non sapere neanche dove erano capitati, il resto l’ha fatto la loro “supponente ignoranza” dei problemi e la loro comprovata “incapacità”. E Monti va dicendo che non vuole lasciare l’Italia in mano agli “incapaci”, quindi a tipi come lui ed i suoi ministri. I partiti fanno a gara nel dire che nelle loro liste ci sono tanti candidati della società civile. Che non vuol dire nulla. Da anni, si fanno fuori i “professionisti” e si salvano i “mestieranti”. Si fa fuori chi intende la politica come “missione” a servizio dei cittadini e si premia gli “arrivisti”. Voglio azzardare una previsione dei risultati delle elezioni. Berlusconi (e la sua coalizione) prenderà piu’ voti di quel che si crede. Le “truppe” di Grillo entreranno in Parlamento. Monti alla fine farà una “figuraccia”. Bersani vincerà le elezioni ma non potrà governare, neppure con l’apporto di Monti visto che Vendola non lo vuole e Casini non vuole Vendola. Il soluto film visto dell’armata “Brancaleone”. I problemi economici diventeranno sempre piu’ ingovernabili. Non so quanto durerà la nuova legislatura. Tutti dicono poco. Si pronostica che a settembre/ottobre si voterà. Suppongo che nessuno degli eletti voglia tornare a casa subito, quindi durerà più di quel che può. Ma il fatto e’ che nessuno può niente.