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martedì 25 giugno 2013

La scissione di Scelta Civica

 

Lunedì, 24 Giugno 2013
Pierferdinando Casini e Mario Monti si separano. La notizia compare appena sui giornali, talmente i due personaggi sono divenuti irrilevanti: “la strana maggioranza” non ha bisogno di loro e in questi mesi non sono stati capaci di un’iniziativa che gli desse visibilità. Il magro risultato di febbraio forse è stato ancora benevolo, rispetto a ciò che l’elettorato pensa di loro. Ma sarebbe comunque bello riuscire a capire come mai i due si siano tanto illusi e come mai siano arrivati a non sopportarsi più.
La radice di tutto è il governo Monti, nato da due presupposti erronei: che la crisi fosse colpa di Berlusconi eche obbedendo a Bruxelles l’Italia si sarebbe salvata. L’unico presupposto vero era che, data l’impopolarità del programma - su cui nessuno era disposto a mettere la faccia - bisognava costituire un esecutivo neutrale che si facesse carico del lavoro sporco. E a causa di quest’ultimo punto, da quel momento tutti i giornali, anche quelli di sinistra (in odio a Berlusconi), decisero che dovevano dir bene di questo governo, checché facesse. Dovevano descrivere un’Italia che ritrovava una guida illuminata, la sua dignità, e presto anche la sua prosperità. Né il centrodestra poteva dir male di Monti, perché aveva deciso di votargli sia la prima fiducia, sia le successive. Tutto ciò – almeno nelle occasioni ufficiali – dette l’impressione che quel governo fosse ottimo. O che almeno fosse il migliore possibile. Non si capì che la gente bada più al messaggio del proprio portafogli che ai discorsi dei personaggi altolocati. Anche se sono seri fino ad essere lugubri.
Solo con una prospettiva temporale più ampia si è compreso che, per qualche tempo, la nazione ha vissuto su due piani paralleli. Monti, accecato da un’adulazione corale che lo confermava nell’opinione eccessivamente positiva che ha di sé, ha creduto che l’intero popolo italiano lo sostenesse incondizionatamente. E Casini, vittima della stessa illusione, s’è creduto furbo saltando sul carro del (futuro) vincitore. L’Italia ufficiale, sostenuta da  una pubblicistica compunta e fervorosa, mentre sospirava di sollievo per essersi liberata del Cavaliere, ha voluto ad ogni costo accreditare una versione addomesticata della realtà. Ma è riuscita ad ingannare solo sé stessa. Ha dimenticato che, come insegna il detto, si può ingannare qualcuno per tutta la vita, tutti per qualche tempo, ma non tutti per tutta la vita. Quando si scontrano con dolorosi dati concreti, le illusioni scoppiano come palloncini. Gli italiani, non che credere di avere vissuto un periodo di riscatto e di rinascita, hanno visto che il Paese precipitava nel baratro della recessione e ne hanno dato la colpa ai partiti che sostenevano il governo. E proprio per questo hanno votato per Grillo: Per chiunque ma non per questi qua”.
Il popolo ha visto Monti come una mosca cocchiera, capace solo di aumentare le tasse e impoverire tutti. Un docente qualunque che ha vinto alla lotteria ed ha creduto assurdamente di avere l’Italia ai suoi piedi, tanto da poter trattare tutti con arroganza. Non dimentichiamolo, alle elezioni il Professore ha da prima proposto non che il suo partitino si associasse al Pd, ma che il Pd si associasse al suo partitino. Gli errori della campagna elettorale hanno fatto il resto: se fosse durata un po’ di più, questo personaggio pomposo e smorto si sarebbe autocancellato. Comunque la realtà si è vendicata di lui, di Casini, rimasto in braghe di tela, e di Fini, mandato a godersi le ferie a tempo indeterminato. Non è vero che il popolo finisce col credere ai giornali, se essi dicono tutti la stessa cosa. Se così fosse, nel ’43 tutti gli italiani sarebbero stati convinti che stavamo per vincere la guerra.
Rimane da chiedersi perché, nella sconfitta, Monti e Casini non possano almeno rimanere insieme. Probabilmente ciò dipende dal fatto che il Professore, pur ridimensionato, non ha perso l’enorme stima che ha della propria superiorità. Non smette di essere irritante e di credere d’avere il diritto di trinciare giudizi sugli altri come fossero studenti timorosi del voto che gli metterà sul libretto. Alla fine Casini e i suoi amici si sono accorti che non solo Monti non è il titolare del carro vincente, ma rischia di portarli a fondo con sé. Meglio riprendere la propria autonomia. Nell’Udc sono quattro gatti, ma sono radicati nel territorio e sono autentici professionisti della politica. Da soli hanno la speranza di ritrovare i loro antichi elettori e potrebbero perfino andare a cercare i vecchi alleati. Hanno certamente sbagliato ma non hanno, come altri, provocato gli dei con la loro presunzione.
giannipardo@libero.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
22 giugno 2013

domenica 23 giugno 2013

Come dare un lavoro ai disoccupati

Gianni Pardo
Domenica 23 giugno 2013
 
A sentire la televisione, il tormentone attuale è quello del lavoro. Il termine “tormentone” è spregiativo e va subito precisato che il fastidio non deriva da chi quel lavoro cerca, in particolare i giovani,  ma da chi lo promette. O crede altri lo possa promettere. I sindacati chiedono al governo di fare qualcosa di concreto per il lavoro ma si guardano bene dal dire che cosa. Parlano di investimenti ma non dicono né dove trovare i fondi, né come utilizzarli. Infine prospettano lo sciopero, facendo somigliare i disoccupati a prigionieri denutriti che minacciano di non mangiare il poco che gli danno. Commentatori e politici lamentano per l’ennesima volta i guai in cui ci troviamo e descrivono instancabilmente i necessari e meravigliosi risultati di cui avremmo bisogno, senza dire però come si possono ottenere. Ecco perché è giustificata l’indignazione. Chi dicesse ad un paralitico che la sua vita sarebbe molto migliore se si alzasse e camminasse, non meriterebbe un paio di sberle?
Il lavoro ha un’unica origine: il fatto che qualcuno abbia bisogno di una prestazione e sia disposto a pagarla. Si va dal barbiere perché si hanno i capelli lunghi, non per dargli un’occasione di guadagno. Il lavoro non si incrementa guardando a chi ha necessità di un salario per vivere, ma a chi ha bisogno di collaboratori. Se aumentano i disoccupati non per questo aumenta il lavoro. Se invece aumenta la richiesta di prestazioni, non solo diminuiscono i disoccupati ma, alla lunga, aumentano i salari. Qualunque intervento che modifichi o turbi questo schema si traduce in un impoverimento del Paese.
Lo Stato - principale colpevole della turbativa - è un’organizzazione enorme che non può fallire. Dunque ognuno pensa che, se assume un lavoratore (inutile) in più, non accadrà nulla. Qualcuno sarà anzi grato al maggiorente che gli avrà ottenuto quel “posto di lavoro” (più esattamente quell’ “occasione di stipendio”). E quando il fenomeno si moltiplica per centinaia di migliaia di volte, il peso diviene insopportabile per i contribuenti che in definitiva pagano quegli stipendi. In questo modo non si crea lavoro, si creano diseconomie: come quando si sono assunti tre maestri elementari ogni due classi. Ogni volta che qualcuno riceve un’utilità che non ha creato (il terzo maestro) c’è qualcuno che non riceve un’utilità che ha creato (il contribuente che paga uno stipendio in più). L’Amministrazione diviene così un enorme parassita che dissangua la sua vittima.
Lo Stato non può creare lavoro e quando ci prova fa danno. Dovrebbe assumere soltanto il personale strettamente indispensabile e controllare sempre che non ci siano sprechi. Ma ciò è totalmente inverosimile, in Italia.
È un assioma: il lavoro produttivo di ricchezza per la nazione è quello che si ha quando qualcuno ha bisogno di una prestazione ed è disposto a pagarla. E la condizione fondamentale di ciò è che la prestazione gli renda più di quanto costa. Se come salario il commesso costa al negoziante più di quanto gli rende, il negoziante lo licenzia. L’economia è inesorabile. Le sue leggi, come quelle della natura, non hanno nulla a che vedere con la morale. Il fatto che la Costituzione affermi che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione… in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” è semplicemente strabiliante. Immaginiamo che l’esistenza libera e dignitosa di una famiglia richieda 1.500 € al mese e che al lavoratore si offra soltanto un lavoro da 750 € al mese, con cui forse la famiglia riuscirà a sopravvivere a pane e acqua, o niente. Che cosa farà, quel lavoratore? O si crede che nei Paesi emergenti le paghe siano basse perché la gente è stupida e non ha la nostra Costituzione?
Il lavoro in Italia si può incentivare soltanto abbassando le paghe o abbassando le tasse e le imposte o eliminando le eccessive complicazioni burocratiche, comunque rendendo le assunzioni convenienti per il datore di lavoro. Finché questo non avverrà, l’occupazione non ripartirà.
È vero che l’Italia si è cacciata in un vicolo cieco. Non si può permettere né di abbassare le tasse né di fare delle riforme che andrebbero contro la retorica nazionale. Ma allora è inutile stare a parlare di rilanciare il lavoro. Non si rilancia un bel niente. Si ha soltanto una voglia matta di lanciare una scarpa contro lo schermo del televisore, sentendo certi discorsi.

Un mare di crediti pericolosi

 

Domenica, 23 Giugno 2013
 
E’ stata data, con molto risalto soprattutto da parte del Corrierone, la notizia dell’esistenza di 545 miliardi di euro che Equitalia dovrebbe ancora riscuotere. Si tratta, nel gergo della contabilità pubblica, di residui attivi, ovvero di somme a qualche titolo inserite tra le poste attive di bilancio (entrate) e più o meno esigibili. Una somma portentosa, pari a quasi un quinto del nostro intero debito pubblico e ad una ancor più cospicua quota di PIL. I commentatori hanno fatto a gara nello stimare quali miracolosi effetti avrebbe sui debiti pubblici l’immediato recupero, ancorché parziale, di tali somme. Nessuno, invece, sembra essersi domandato il motivo di cotanto ritardo o dell’inefficienza di una struttura, a dire degli stessi commentatori, iperdotata di strumenti atti a perseguire il contribuente infedele, una volta individuato.
Cosa c’è, quindi, dentro quella somma? Crediti, certamente, ma la cui natura è difficile acclarare persino per Equitalia, oppure la cui esigibilità è scarsa o nulla. Solo un numero, perciò, iscritto a bilancio ma ben lungi dal rappresentare un vero credito ed ancor meno del sonante denaro per le casse pubbliche. Se, ad esempio, una buona parte di quei miliardi fosse rappresentata da cartelle pazze, errori di calcolo o di accertamento, o, ancora, da multe invalidabili perché rilevate senza rispettare le prescrizioni di legge, quel numero varrebbe semplicemente zero. Trovo perciò stucchevole basarci qualsivoglia ipotesi di “realizzo”. Tanto più che, a quanto ne so, le somme da recuperare dovrebbero già essere ben iscritte nei bilanci dello stato e degli enti pubblici che ne hanno affidato ad Equitalia la riscossione. A lume di logica, quindi, il rischio concreto non è quello di ridurre, con una mezza magia., di qualche centinaio di miliardi il debito pubblico, bensì, all’opposto, di apprendere con orrore e di comunicare ai mercati che il debito pubblico italiano è in realtà sottostimato, forse nella misura di 545 miliardi.

Che farà il M5S da grande?

Giugno 2013

L’interesse per il Movimento 5 Stelle rischia di divenire maniacale ma la cosa ha una giustificazione. Immaginiamo una bilancia a due piatti e mettiamo su un piatto i parlamentari di centrodestra e sull’altro i parlamentari di centrosinistra. Poi vediamo a parte i deputati del Movimento ed è inevitabile che ci chiediamo che cosa intendano fare, in futuro. Soprattutto perché, rimanendo lì, la bilancia non terrà nessun conto di loro, mentre se saltassero su uno dei piatti gli equilibri ne sarebbero profondamente modificati. Ma nessuna soluzione è facile. Per come è stato costituito, il gruppo non è coerente. I membri provengono da esperienze diverse, magari prevalentemente di sinistra, ma non di una sinistra inquadrata e ideologicamente attrezzata. Intellettualmente hanno componenti utopiche, ribelliste e anarchiche.
Da un lato hanno tendenza ad associarsi con i partiti di sinistra, dall’altro tengono alla loro autonomia e possono avere comportamenti imprevedibili e inaffidabili. Dunque non è detto che, decisa qualcosa, l’insieme si muova poi compatto nella direzione scelta.
Attualmente c’è il freno della disciplina ferrea che vuole imporre il Capo ma Beppe Grillo sta sbagliando metodo. Dimentica che ha allevato degli individualisti e soprattutto che non può attaccare tutto e tutti. Più si procura dei nemici, più incoraggia i dissidenti a coalizzarsi contro di lui. Non si deve parlare di espulsione se non per fatti veramente gravi. L’espulso infatti non è autorizzato, è addirittura costretto a procurarsi nuovi amici e in primo luogo li cercherà nello stesso gruppo di provenienza. Più Grillo è tirannico, più rischia di ridursi il suo potere. Né l’aiuteranno gli insulti ai possibili amici di altri partiti, come l’epiteto di “cane da riporto” (condito con altre note personali persino sull’aspetto fisico) affibbiato a Civati.
Altro errore di Grillo è quello di credere che, dal momento che i parlamentari non sarebbero stati eletti senza di lui, per questo gli debbano obbedienza. Il tradimento non è un’esclusività degli eletti di Berlusconi. Fino ad ora, a forza di minacce e proclami, le sue perdite si sono limitate a due deputati e una senatrice, ma di questo passo molti si accorgeranno che qualcuno vuole tenerli al guinzaglio. Inoltre vedranno che la senatrice Gambaro, invece di essere una reietta, da domani avrà una visibilità e un’autonomia che sarà negata a tutti loro: sarà libera di parlare e di decidere come meglio preferisce. In Senato conterà per uno, ma conterà.
La breve storia del Movimento fa pensare al problema di chi va occasionalmente a letto con una donna e poi si trova ad averla messa incinta e a doverla sposare. Quelli che l’hanno votato probabilmente si aspettavano di essere in pochi a manifestare la loro rabbia, ma nel momento in cui Grillo si vanta che il suo è il “primo partito”, la sterile protesta, l’Aventino programmatico e sostanzialmente ininfluente, non bastano più. Per non parlare del discredito nato dalle beghe miserabili sugli scontrini, sulla televisione e altre polemiche stupide. La gente comincia ad essere delusa. La Sicilia, e Catania in particolare, come sempre pantografo degli umori nazionali, sono passate dall’entusiasmo a un brutale rigetto.
Il M5S è prigioniero delle proprie premesse. La totale scomunica della politica nazionale in tanto può essere realmente produttiva in quanto si incarni in una rivoluzione, magari conducendo al partito unico. Se invece si è entra nel gioco democratico e non si sa o non si può giocarlo, si dimostra tutta la propria debolezza. Se il Movimento si allea col Pd, ammesso che si possa ricucire lo strappo delle umiliazioni inflitte a Bersani, sarà soltanto il junior partner del partito erede del Pci e per giunta gli alleati si troverebbero ad affrontare una crisi economica che farà ogni giorno più scontenti. La Santanché, in un talk show, gridava che una tale alleanza lei “la auspica, la auspica!”, perché un simile governo non durerebbe tre mesi.
Il Movimento si è infilato in un vicolo cieco. Se si allea col Pd, condividerà la probabile responsabilità di una crisi epocale. Se si frantuma, andrà ad ingrossare le file di altri partiti. Se rimane unito e all’opposizione di tutto e tutti, diverrà tanto ininfluente da essere dimenticato. E probabilmente sarà cancellato dall’orizzonte alle prossime elezioni. Ancora oggi suscita curiosità e ci si chiede dove andrà a parare, ma quando fosse chiaro a tutti che non va da nessuna parte, si considererà quel 25% di voti dell’elettorato un semplice incidente di percorso. Un’occasione sprecata. Un sketch comico mal riuscito, caro Grillo.

Questo secolo sarà glaciale. Lo afferma lo scienziato russo H. Abdussamatov

   
Giugno 2013
Secondo lo scienziato l’origine del cambiamento climatico è nel Sole che sta entrando in una fase di Grande Minimo della sua attività di irradiazione. Un avvertimento che dovrebbe essere preso in seria considerazione dai nostri governanti, data la situazione di totale insufficienza energetica nella quale politiche demagogiche e miopi hanno congelato il paese.
La certezza che lo scienziato manifesta nasce sia dallo studio dell’attività solare, che si avvale del modulo russo della Stazione Satellitare Internazionale, che dallo studio della storia dei fenomeni solari e terrestri (2).
Questi presentano una periodicità tale da permettere una proiezione affidabile e realistica per il futuro. Infatti quanto sta per succedere è già successo ciclicamente nel tempo, con il verificarsi di glaciazioni periodiche seguite da fasi di riscaldamento, ogni 200 anni circa. Abdussamatov ammonisce: La comprensione tempestiva della realtà del sopraggiungente raffreddamento globale richiede una scelta mirata di misure adeguate ed affidabili che permetteranno al genere umano, in particolare a popolazioni situate lontano dall’equatore, di adattarsi al futuro raffreddamento globale. Ma veniamo agli aspetti più strettamente scientifici, che tratteremo in modo descrittivo, lasciando ai più interessati la possibilità di accedere all’articolo originale allegato.
Grandi variazioni di lungo termine dell’ Irradiazione Solare Totale (TSI) sono dovuti ai cambi nella forma dell’orbita della Terra e all’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano dell’orbita; sono conosciute come i cicli astronomici di Milankovitch e portarono ai Grandi Periodi Glaciali. Cambiamenti considerevoli nella distanza media annua tra il Sole e la Terra in un periodo di circa 100.000 anni, e le conseguenti variazioni di TSI, portarono la terra a ricoprirsi totalmente di ghiaccio, o ad esserne completamente priva. Queste grandi variazioni vanno al di la della prevedibile esperienza umana diretta; noi ci occuperemo delle variazioni a più breve termine, che si riscontrano in epoche storiche durante pochi millenni, secoli o addirittura decenni dando luogo alle cosiddette Piccole Ere Glaciali.
Abdussamatov ha riscontrato che l’Irradiazione Solare Totale (TSI) è soggetta a cicli di massimo e di minimo che durano circa 200 anni, insieme a cicli di attività di circa 11 anni evidenziati dalle macchie solari. Già di per sé la combinazione di queste variazioni porterebbero a cambiamenti climatici ciclici sulla Terra. Ma in aggiunta si verificano fenomeni di amplificazione e di sfasamento dovuti alla complessità del sistema Terra, con il suo involucro di atmosfera ed acque (il cosiddetto Oceano Globale), che cercheremo di descrivere.
Il primo fattore da considerare è il concetto di Bilancio Energetico della Terra (Earth Energy Budget). La Terra assorbe energia termica dal sole riscaldandosi, ma mediamente nel tempo ne emette altrettanta verso lo spazio, altrimenti si riscalderebbe senza limiti. C’è quindi un bilancio tra energia assorbita legata alla TSI, ed energia emessa, che in una situazione di perfetto equilibrio sarebbe sempre uguale a zero. In realtà intervengono vari fattori a turbare questo equilibrio.
Il primo è l’inerzia termica del sistema Terra, dovuto in larga parte all’ Oceano Globale, che assorbe ed accumula l’energia solare. Durante la fase del periodo solare quasi bicentennale in cui la TSI aumenta, l’energia emessa dalla Terra nello spazio rimane ad un livello inferiore a quello dell’energia assorbita , in quanto parte del calore viene immagazzinata nell’Oceano Globale. Raggiunto il massimo bicentennale inizierà un declino della radiazione emessa dal Sole, ma questo non si tradurrà subito in una diminuzione della temperatura terrestre a causa della riserva di calore accumulata nell’ Oceano Globale. Si verificherà inizialmente un rallentamento nella crescita della temperatura terrestre, fino a raggiungere un massimo dopo il quale anche questa inizierà la discesa. Quindi nel ciclo della temperatura terrestre il massimo si verificherà con un ritardo di circa 20 anni rispetto al massimo dell’Irradiazione Solare. Entreremo a questo punto in una fase in cui la quantità di energia trasmessa dal Sole ed assorbita dalla Terra, scende al di sotto di quella irradiata dalla Terra nello spazio, determinando una situazione di deficit termico. Quindi rispetto ad una situazione ideale di perfetto equilibrio tra energia assorbita ed energia emessa, la Terra viene nella realtà a trovarsi alternativamente in una situazione di guadagno o di deficit, e questo porta a periodiche variazioni climatiche di riscaldamento e di raffreddamento. Dice Abdussamatov: “Le voci di credito e di debito del budget energetico sono sempre in uno stato non bilanciato, e questo è alla base del sistema climatico…. Le valutazioni estese a lunghi periodi di tempo permetteranno di determinare in maniera affidabile il valore sia dell’eccesso di energia accumulata che il deficit del budget termico e di predire in anticipo con grande accuratezza la direzione e l’entità dei prossimi cambiamenti climatici. A partire dagli anni 90 è stata osservata una diminuzione sia della TSI che della porzione assorbita dalla Terra. Il pianeta avrà un bilancio energetico negativo in futuro perché il Sole è entrato in una fase di declino del suo ciclo quasi bicentennale di variazioni della TSI concomitante con una caduta undecennale delle macchie solari. Questo porterà ad una caduta della temperatura e all’inizio di una Piccola Era Glaciale a partire approssimativamente dal 2014”.
Al meccanismo descritto si sovrappongono però fenomeni terrestri secondari originati dalle variazioni della TSI che possono agire nella direzione di aumentarne o diminuirne gli effetti: sono i cosiddetti feedback. Tra questi esaminiamo l’Albedo, che consiste nella riflessione nello spazio delle radiazioni solari ad opera delle nuvole e delle superfici terrestri coperte da ghiaccio e neve. Ad un primo raffreddamento causato dalla diminuzione della radiazione solare, si aggiunge come conseguenza una maggior estensione delle superfici riflettenti, nevi, ghiacci e nuvole, che accentuano lo sbilanciamento termico aumentando il deficit tra energia ricevuta ed emessa dalla Terra in misura tale da superare l’effetto della sola diminuzione bicentennale della TSI.
Il tutto poi influenza in maniera diretta la composizione stessa dell’atmosfera e la sua capacità di trattenere calore grazie all’effetto serra. Qui si verificano degli altri feedback. Bisogna innanzitutto notare che il maggior contributo all’effetto serra (circa il 70%) viene dato dal vapore acqueo , la cui concentrazione nell’atmosfera è circa 10 volte superiore a quella della CO2 (anidride carbonica, detta anche biossido di carbonio), e che inoltre ha una struttura molecolare maggiormente adatta ad assorbire le radiazioni caloriche (onde lunghe nel campo dell’infrarosso). Il raffreddamento porta ad una minore evaporazione delle acque e quindi ad una minor concentrazione di vapore negli strati bassi dell’atmosfera, e questo diminuisce l’effetto serra facendo aumentare la quantità di energia dispersa verso lo spazio.
Ma anche la CO2 gioca un ruolo di amplificazione dei fenomeni. Vediamo perché. Dobbiamo in primo luogo sapere che la CO2 che entra in gioco si trova non solo nell’atmosfera ma, in gran parte, è disciolta nelle acque. Si calcola che la quantità di CO2 disciolta sia 50 volte superiore a quella atmosferica. Orbene, tra CO2 disciolta e CO2 atmosferica si stabilisce un equilibrio dinamico, in cui continuamente molecole CO2 vengono inglobate e disciolte dall’acqua ed altre evaporano dall’acqua all’atmosfera. Questo equilibrio dinamico dipende dalla temperatura. La solubilità della CO2 nell’acqua diminuisce quando la temperatura dell’acqua sale, e quindi nei periodi di riscaldamento della Terra, provocati dal ciclo quasi bicentennale dell’attività solare, una quantità proporzionalmente maggiore di CO2 passerà dall’acqua all’atmosfera e quindi il contenuto di CO2 nell’atmosfera aumenterà di conseguenza. Al contrario nei periodi di raffreddamento le acque assorbiranno maggiori quantità di CO2, sottraendola all’atmosfera. Questo comporterà tendenzialmente ad una diminuzione dell’effetto serra aggravando il raffreddamento.
Ma le variazioni della TSI influenzano anche le dinamiche degli oceani: “Gli ultimi studi confermano un diretto effetto congiunto (con un certo ritardo) delle variazioni quasi undecennali e di quelle quasi bicentennali dell’ Irradiazione Solare Totale (TSI) sui cambiamenti dello stato superficiale (da decine a centinaia di metri in profondità) del Pacifico tropicale dando origine alle correnti El Niño e la Niña, associate con l’apparire di acque calde o fredde che influenzano il clima. I cambiamenti dei parametri osservati di El Niño durante i passati 31 anni non corrispondono ai cambiamenti predetti dai modelli climatici dell’IPCC, che suggeriscono il ruolo predominante dei gas serra. Invece le oscillazioni dei parametri di El Niño sono principalmente dovuti alla causa naturale delle variazioni cicliche della TSI.” Ma per l’Europa l’alterazione delle dinamiche oceaniche potrebbe dare effetti molto gravi. Infatti “Il declino della TSI a partire dagli anni 90 ha comportato l’acquisizione di una minor quantità di energia solare della parte tropicale dell’Oceano, e questo può indebolire gradualmente la potenza e la velocità della circolazione atmosferica ed oceanica, ed in primo luogo della Corrente del Golfo, in quanto la quantità di calore fornito dall’oceano alla corrente sta diminuendo. Questo comporterebbe un ulteriore raffreddamento del clima dell’Europa occidentale”.
A questo punto, dice Abdussamatov: “… L’impatto dei successivi feedback sempre crescenti può portare ad un’ ulteriore caduta della temperatura globale ben oltre l’effetto della diminuzione stessa della TSI . Infatti lo studio di tutte le variazioni del clima terrestre apprezzabili negli ultimi 7500 anni indicano che il ciclo quasi bicentennale della TSI è responsabile per i corrispondenti meccanismi ciclici di cambiamento climatico, dai periodi di riscaldamento alle piccole ere glaciali; addirittura si può dire che le variazioni periodiche della TSI determinino la scala temporale di quasi tutti i processi fisici che accadono nel sistema Sole-Terra. Noi abbiamo trovato che le variazioni della TSI sono correlate in modo sincrono (sia in fase che in ampiezza) con le variazioni cicliche quasi bicentennali e undecennali dell’indice dell’attività delle macchie solari . Questo ha permesso di studiare il decorso della TSI durante i secoli e perfino i millenni passati, confrontarlo con i corrispondenti cambiamenti climatici del passato e studiare le variazioni future. Pertanto noi possiamo affermare che tutti, o almeno gli ultimi 18 raffreddamenti profondi e riscaldamenti stabilitisi entro gli ultimi 7500 anni furono causati dalle variazioni cicliche quasi bicentennali della TSI assieme ad effetti secondari di feedback successivi”.
Secondo Abdussamatov la concatenazione tra la caduta della TSI ed i feedback a questa correlati porteranno ad una caduta della temperatura simile a quella avvenuta tra il 1645 ed il 1715 e conosciuta come Grande Minimo di Maunder. Le cronache del tempo testimoniano di una attività solare quasi assente, caratterizzata dalla mancanza di macchie solari; oggi sappiamo che coincise anche con un minimo bicentennale della TSI. La circostanza determinò freddo intenso in Europa e Nord America, tanto da essere definita “piccola era glaciale”. Fu caratterizzata da inverni molto rigidi, carestie e migliaia di morti. Gli effetti in Italia sono descritti al link 3. Nel 1709 la laguna veneta gelò completamente.
Da analisi dei ghiacci antartici si ricava la glaciazione fu estesa a tutto il globo. Una situazione simile starebbe per verificarsi portando allo stabilirsi di un Grande Minimo di tipo Maunder attorno al 2040 con una fase di profondo raffreddamento che potrebbe prolungarsi fino alla fine del secolo.
Bisogna notare che da quanto esposto precedentemente si evince che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è una conseguenza del riscaldamento terrestre, e non la sua causa. Questo è confermato dall’analisi dei ghiacci polari dai quali si possono trarre informazioni per almeno gli ultimi 800.000 anni. Ebbene, l’analisi delle calotte ghiacciate antartiche mostra che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera segue l’aumento di temperatura con un ritardo di 400-800 anni. Durante i cicli glaciali/interglaciali i picchi di concentrazione dell’anidride carbonica non hanno mai preceduto, ma invece hanno seguito i periodi di riscaldamento. Nell’era moderna uno studio effettuato sulla base dei dati da Gennaio 1980 a Dicembre 2011 ha pure evidenziato un ritardo di circa 10-12 mesi nell’andamento della concentrazione della CO2 rispetto a quello delle temperature del mare e dell’atmosfera.
Abdussamatov afferma inoltre: “La CO2 rilasciata da sorgenti antropogeniche ha piccola influenza sui cambiamenti osservati; questo è anche comprovato dal fatto che i cambiamenti climatici non si accordano temporalmente con i cambiamenti avvenuti nelle emissioni umane”. Ed è esemplare a questo proposito quanto avvenuto nel periodo 1940-1975 quando, ci fu un boom dell’attività industriale ed un conseguente aumento di emissioni di CO2 ma a questo non corrispose un aumento, bensì una diminuzione delle temperature reali come da tempo evidenziato dal prof. Franco Battaglia (4).
Ancora un cenno alle eruzioni vulcaniche. Secondo Abdussamatov esse hanno un’influenza transitoria sul clima in quanto particelle solide e gassose emesse nell’atmosfera possono schermare i raggi solari e contribuire alla formazione delle nuvole, ma comunque questi cambiamenti non sono di lungo termine perché l’atmosfera si auto-pulisce nello spazio di tempo da 6 mesi a qualche anno.

Infine è interessante venire a sapere che la correlazione tra macchie solari e clima fu annunciata la prima volta dal ben conosciuto astronomo Inglese William Hershel nel 1801 dopo aver scoperto una interrelazione inversa tra il prezzo del grano e l’attività solare prima e durante un periodo conosciuto come il Minimo di Dalton. Durante periodi di alta attività solare (relativo riscaldamento) la produzione di grano aumentava dando luogo ad una caduta dei prezzi. Quando il numero delle macchie solari diminuiva significativamente (relativo raffreddamento) i prezzi andavano su. Hershel assunse che il cambio del prezzo era dovuto ad un corrispondente cambiamento del clima, ma non seppe spiegare la natura fisica del fenomeno. Questo conferma pure che, contrariamente a quanto spesso divulgato, il riscaldamento tendenzialmente favorisce la produzione agricola favorendo la crescita delle piante, allungando i periodi di coltivazione, estendendo le aree coltivabili verso le zone più fredde.
 

Il grande imbroglio



Su, non ci prendiamo ancora in giro: chi ha votato per i 5Stelle lo ha fatto perchè convinto di votare Grillo e i suoi vaffa e si è ritrovato ad aver nominato (inconsapevolmente) in Parlamento gente che con gli apriscatole non è capace neppure di aprire un barattolo di piselli avariati. Del resto, cosa ci si può aspettare da chi accetta di farsi caricare su un autobus per essere condotto in località sconosciuta quasi si fosse in presenza nella versione moderna di deportazione in un gulag?
Si ha quasi (vogliamo essere buoni...) la sensazione che l'effetto del "siete circondati" di grillesca memoria, si stia trasformando in un "che cazzo è 'sto boomerang", segno evidente che quell'elettorato al quale ci si deve rivolgere in una democrazia (il giullare ligure approva l'elettore solo quando vota per la sua 'creatura') ha già capito di essere di fronte ad un grande bluff che ha già destinato di essere destinato ad avere vita assai breve.
Ad esempio, nello scorso weekend, sul sito del barbuto santone, si poteva leggere un post intitolato "La bancarotta della giustizia italiana". In quello scritto via web di tutto ci si occupava (in modo, del resto, tutt'altro che approfondito) tranne che di malfunzionamento del 'sistema giustizia' e delle cause che stanno riducendo il nostro sistema giudiziario ad una tragica barzelletta per gli osservatori diEuropa e del mondo intero. Dei referendum recentemente indetti sul tema dai Radicali, poi (e manco a dirlo), neppure un segnale: né 'pro', né 'contro'.
Del resto, cosa ci si può aspettare da chi invoca la trasparenza e lo streaming in rete quando gli eventi riguardano gli altri, mentre delle proprie riunioni (quasi carbonare) non esiste neppure accenno di immagini pubbliche? Nulla.
Qualche "cittadino" fa sapere che sarebbero in corso tentativi di compravendita di deputati M5S. Ma in perfetto stile "vecchia politica", la denuncia arriva via stampa anzichè tramite denuncia all'Autoritá giudiziaria. Siamo comunque in presenza di notizia criminis e a buon intenditor poche parole.
Insomma, il sistema del M5S ha iniziato fin troppo presto a mettere in evidenza le caratteristiche del grande imbroglio (grande bluff se più piace, ma la sostanza non cambia...) che lo caratterizzano. Messi di fronte al Palazzo da cambiare, da "aprire come una scatoletta di tonno", gli esponenti grillini (chiamiamoli "cittadini" così capiscono che ci stiamo riferendo a loro) hanno dimostrato di essere il nulla, magari anche puliti e perbene, ma nulla più. Ma in compenso manovrati da pericolosissimi burattinai: pericolosi per tutti, non solo per chi va girando con un apriscatole in mano. E pensare che, mentre stiamo scrivendo queste righe, ancora non è noto l'esito della riunione dei parlamentari grillini sull'espulsione della senatrice Gambaro...