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giovedì 11 luglio 2013

Letta: se questo e' il nuovo siamo fritti.

 

  

Mercoledì, 10 Luglio 2013
In fondo, Enrico Letta è una sorpresa, la sorpresa che non c’è, nonostante la svolta generazionale. Almeno Mario Monti, se non si fermava a coccolare goffamente un cagnolino, era un tecnico che nascondeva in un linguaggio ermetico-arcaicizzante il non-fare, una volta messa a tacere la loquace Fornero che era riuscita a scatenare qualche emozione (non tutte positive: vedi esodati). Rispondendo nel corso del question time, Enrico Letta ha confermato quanto aveva detto poco meno di un mese fa (bell’esempio di coerenza): “Sarà lotta senza quartiere all’evasione fiscale”.
Come dire: ce l’abbiamo già in tasca i circa 140 miliardi di euro di evasione (all’anno: in cinque anni saremo straricchi). Ormai nemmeno più nelle conversazioni al bar si raccontano certe banalità. La realtà è diversa: l’aumento delle tasse ha fatto diminuire il gettito fiscale.
Seconda affermazione sconvolgente: “Il governo considera il tema del pagamento (dei debiti della Pa) come la base essenziale perché arrivi la ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno” e si impegna a “rimuovere ogni ostacolo” al saldo dei crediti alle imprese. Agli eredi, forse, arriverà qualcosa, e comunque buona parte dei soldi andranno alle banche che hanno anticipato. Una solenne presa in giro, ma detta da uno da cui tutti comprerebbero un’auto usata. Questo è il suo segreto. Ma forse non è più un segreto.
Sempre Lette ha rivolto un accorato appello alle banche: “Facciamo squadra”. La risposta è venuta da Bankitalia: a maggio, i prestiti delle banche al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 2,4% (-2,2% ad aprile) mentre quelli alle famiglie sono scesi dello 0,9% su anno dal -0,8% di aprile. I prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,6%.
Di fronte a questo scenario, che eufemisticamente viene detto dei “piccoli passi”, che cosa devono dire il Fmi e le agenzie di rating? Che l’Italia non va.
Ed ecco, provvida, l’operazione di “distrazione di massa”: la Cassazione che decide di decidere ad alta velocità. Così tutto viene buttato nella polemica politica, tutto viene ridotto a Berlusconi che lotta nelle aule dei tribunali per evitare una condanna e questo, secondo la volgata, blocca la lotta all’evasione, il pagamento alle imprese di quanto è loro dovuto, i prestiti bancari, la ripresa: insomma, la felicità di tutti.
A sprizzare rotonda felicità era, martedì sera a Ballarò, Paolo Mieli perché il “Corriere della Sera” aveva segnalato il rischio di una mezza prescrizione per Berlusconi, salvando l’Italia perché la Cassazione aveva rapidamente provveduto. Sarebbe bello se un articolo del “Corriere” potesse spingere le banche a finanziarie l’economia, la magistratura a sbloccare 9 milioni di processi, la burocrazia a mobilitarsi sul serio per sconfiggere l’evasione fiscale, e tutto il resto di cui questo Paese ha bisogno.

mercoledì 10 luglio 2013

Giovanetti cinquantenni.

 


Lunedì, 08 Luglio 2013
In Italia abbiamo un buon esempio di tutto ciò: il M5S esiste perché l’umanità è eternamente giovane e inesperta. Prendiamo il mito dell’uguaglianza. Ecco un ideale che seduce le folle e contro il quale nessuno osa prendere la parola. E tuttavia, se preso alla lettera, questo anelito è assurdo. Gli esseri umani non sono uguali. Se la barca si rovescia, si salveranno soltanto i nuotatori abbastanza bravi per tornare a riva, i più deboli moriranno. In tutte le società, anche quelle animali, ci sono individui che hanno tendenza a prevalere e a comandare. Nei canidi il capobranco non è eletto democraticamente: si afferma perché è il più forte. Gli altri animali lo rispettano anche perché sanno istintivamente che la muta ha più successo se ha un buon leader. Invece nella società umana avviene che l’inferiore sopporti male il dominio del superiore e per questo tenda a dichiararlo immorale. Giorni fa la senatrice Anitori ha lasciato il Movimento Cinque Stelle rimproverando a Beppe Grillo la sua qualità e i suoi atteggiamenti di capo e, se questa è la vera motivazione, ha nettamente sbagliato: perfino fra le galline c’è l’ordine di beccata. Cioè una gerarchia.
Nel caso del M5S, tuttavia, non è certamente la sola a dire sciocchezze. Proprio il comico le ha fatto concorrenza. Egli ha cominciato con l’indurre i suoi amici a sognare la totale uguaglianza e poi ha voluto comandare a bacchetta, emettendo fatwa e scomuniche. Né potrebbe servirgli da scusa il fatto che, se cerca di dirigere il Movimento è per il suo bene, cioè per preservarne la purezza ed attuarne il programma. Ma chi gli ha mai detto che gli altri leader tendano a danneggiare il gruppo che capeggiano? Hitler sognava di regalare alla Germania un Impero felice e dominatore che sarebbe durato mille anni.
Altrettanto ingenua è la critica del M5S ai partiti e ai politicanti. I partiti sono soltanto il risultato di un’aggregazione, come un’aggregazione è lo stesso Movimento, e i politici sono soltanto coloro che in concreto cercano di realizzare il programma del loro raggruppamento. Per esempio mandare a casa i politici precedenti, come fanno i parlamentari del M5S, magari dimenticando che alcuni dei politici precedenti all’inizio avevano lo stesso loro programma.
Ecco perché se vivessimo molto più a lungo ci comporteremmo diversamente. Perché l’esperienza di queste ingenue palingenesi, il continuo ricorso a miti spelacchiati e falliti come il diritto naturale, il “cambiamento” come ideale in sé, la democrazia diretta e tante altre fanfaluche non ci sedurrebbero più. In politica non chiederemmo la luna, chiederemmo un po’ di democrazia e il buon governo. Della rivoluzione veramente radicale hanno fatto l’esperienza prima i giacobini, poi i russi e i cinesi e ciò ci dovrebbe bastare.
La vicenda del M5S e del suo evidente avvitamento non deve indurci al sarcasmo. I suoi rappresentanti non sono più dementi della media: il fatto è che nessuno approfitta seriamente dell’esperienza altrui. Solo vivendo molto a lungo certe lezioni le digerirebbero tutti. Oggi invece solo il saggio appassionato di storia, essendo artificialmente vecchio di alcuni millenni, può seriamente tenere conto del passato. I più credono che il mondo sia nato insieme con loro: ciò che loro non conoscono non esiste; anche se una cosa non è mai riuscita in passato, chissà che riprovandoci... Siamo simili a quelle ragazze che si innamorano di un donnaiolo e credono sinceramente che, per amor loro, egli diverrà monogamo.
Pur non condividendo né le idee, né il comportamento del M5S, non si può che guardare al fenomeno con la simpatia intrisa di paterna pietà che si ha verso i giovani. Lo stesso Beppe Grillo, probabilmente, non è abbastanza navigato per essere in malafede.
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