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venerdì 25 dicembre 2015

La credibilita' di Renzi

 

Un inglese confessava: “Conosco poche cose più crudeli della verità, ma in questo momento non mi vengono in mente”, e tuttavia l’ideale astratto sarebbe che tutti la dicessero sempre. Se quello è l’ideale astratto, l’ideale concreto - e un po’ cinico - è che la verità la si dica tanto spesso da essere creduti quando si ha veramente bisogno di dire una bugia. In ogni caso, mentire troppo spesso non è contro la virtù, è contro l’intelligenza
La sanzione che la vita infligge al bugiardo è un crudele contrappasso: chi comincia cercando di spacciare molte bugie per verità, finisce col non essere creduto nemmeno quando dice la verità.
Queste considerazioni vengono in mente a proposito dell’attuale Presidente del Consiglio. Matteo Renzi è un notevole politico. Poco importa se il suo comportamento sia sempre di buon gusto e perfino se egli sia corretto e leale. Dal punto di vista di Niccolò Machiavelli non ci sono molte cose che gli si possano rimproverare. Affascina le folle, convince gli indecisi e, se non riesce a farsi seguire per amore o per interesse, si fa seguire, anche nel suo stesso partito, per la paura di essere annientati. Il gioco gli riesce perfino con l’intero Parlamento che spesso è posto dinanzi all’alternativa: o gli vota la fiducia su qualunque cosa lui abbia deciso, oppure “tutti a casa”. Chapeau. 
Dopo avere pagato la cambiale del riconoscimento dei suoi meriti, sarà pure lecito criticarlo
Nei suoi discorsi Renzi ha un atteggiamento monomaniacale. Il paranoico è uno che deve dare la colpa di tutto al Papa, oppure agli ebrei, oppure agli americani. E qualunque argomento tratti, presto finirà col dire peste e corna del Papa, degli ebrei o degli americani, tanto che alla fine non lo si ascolta più perché – si sa – è la solita solfa
Col tempo si va anche oltre: dal momento che notoriamente qualunque occasione per lui è un punto di partenza per andare a parare al solito argomento, non lo si ascolta più sin dal principio, prima ancora di sapere di che cosa parlerà. È ciò che avviene con Renzi
Bisogna essere onesti: è più o meno normale che un Capo di Governo spanda ottimismo e vanti i risultati presenti e futuri della propria azione. Ma se lo fa continuamente, e per lo più con totale sprezzo della verità (o almeno dell’intera verità) gli ascoltatori meno ingenui presto si stancano e non l’ascoltano più. E col tempo questo atteggiamento si diffonde. I meno acuti e i più benevoli resistono più a lungo, ma non indefinitamente. Sicché oggi, per molti, ciò che dice il Fiorentino non è né necessariamente vero, né necessariamente falso: è indifferente. È un rumore di fondo, da tollerare aspettando che finisca.
E tuttavia quest’uomo agisce. Dunque, parole a parte, qualcosa fa. E fa bene o fa male? La domanda è particolarmente pertinente riguardo alle riforme di cui si vanta tanto spesso e che ormai – a suo dire – sono numerose. Pare che abbiamo avuto la riforma della scuola, la riforma della tassazione, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma della Rai, la riforma della legge elettorale, la riforma della Costituzione, per non dire che ci avrà ripetuto mille volte (al mese) di avere rimesso in moto l’economia della nazione. Ma poiché è lui che dice di avere realizzato tutte queste belle cose, la persona di buon senso si chiede: qual è la verità? 
Ha cambiato qualcosa o ha ribattezzato qualche istituzione lasciandola com’era? 
E se ha cambiato qualcosa, è stato in meglio o in peggio? La risposta non si può avere né da lui, che è come se fosse muto, e neppure dai partiti, che tirano sempre l’acqua al loro mulino: la risposta può darla soltanto la realtà
E per questo bisogna armarsi di pazienza ed aspettare.
Non che sia facile. Senza saperlo, siamo più che abituati ad occuparci più del futuro che del presente. E soprattutto quando ne va della qualità della nostra vita, ameremmo sapere subito che cosa dobbiamo aspettarci. 
Del resto, è di questo che vivono i giornali. 
La loro materia prima non è il presente, per il quale sono meglio attrezzate le televisioni che le notizie le dànno immediatamente dopo il fatto, quanto le riflessioni sulle conseguenze di quelle stesse notizie. E qui invece siamo frustrati: non sappiamo se dobbiamo prepararci a fischiare o ad applaudire.
Nell’attesa, quando in televisione appare Matteo Renzi (fin troppo spesso) possiamo togliere l’audio: non perdiamo niente. E poi lui è un bel ragazzo, come si dice, ed è un bel vedere.

pardonuovo.mybl