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martedì 29 marzo 2016

Ci odiano da un secolo e noi siamo rimasti a guardare

 I jihadisti che stanno colpendo l'Europa non sono terroristi isolati, ma fanno parte di unico grande movimento islamico


Ancora qualcuno non ha capito che i jihadisti che stanno colpendo l'Europa non sono terroristi isolati, ma fanno parte di unico grande movimento islamico che va dalle Filippine all'Africa.Cent'anni fa gli europei erano padroni di quasi tutto il mondo, in particolare dell'ex impero ottomano, tagliuzzato in protettorati o occupato direttamente come in Libia e Algeria.
Parallelamente, per secoli i musulmani avevano dominato l'India, l'Indonesia, gran parte della Russia meridionale, tutto il Medio Oriente, un terzo dell'Africa e l'Europa fino a Vienna. La loro fede li aveva invitati a islamizzare l'Europa. 
Si sentivano invincibili, superiori ai cani infedeli e consideravano la loro sharia infinitamente superiore al diritto europeo. Per questo anche quando gli europei sono diventati i dominatori del mondo, loro non hanno mai accettato la civiltà occidentale: la subivano digrignando i denti.
Poi un giorno si sono svegliati e, ricordando la loro gloria passata, è nato un movimento per tornare alle origini. Sono stati gli imam e gli intellettuali a mettere in moto il processo. L'integralista Arabia Saudita ha così riempito l' Europa di predicatori che hanno propagandato fra i giovani il compito di distruggere l'Occidente.


E poi hanno dato loro soldi e armi. Oggi costituiscono un vero e proprio esercito organizzato, del quale però gli europei e gli americani si sono accorti tardi, pensando in realtà di trovarsi di fronte a terroristi isolati. 
Ma quando Bin Laden ha fatto saltare le Torri gemelle, da tutto l'islam si è alzato un grido di esultanza, perché anche fra i musulmani moderati c'è ammirazione per i guerrieri di Allah

E quando gli americani, che non hanno mai capito cosa succedeva, hanno abbattuto i regimi laici, le bande jihadiste sono andate al potere con massacri paurosi
Poi si sono infiltrati dappertutto anche in Europa, protetti dalle nostre leggi liberali, mentre l'Ue imbelle non capiva e neppure creava un proprio esercito e un'unica polizia di frontiera.

lunedì 28 marzo 2016

Fino a quando chiuderemo gli occhi?


Fino a quando continueremo a tollerare pazientemente la cecità e le menzogne di coloro che non vogliono riconoscere che siamo immersi totalmente in una guerra e che questa guerra non è dovuta semplicemente a conflitti economici e politici o al preteso sfruttamento che l’Occidente starebbe esercitando sui popoli degli altri continenti, ma anche e soprattutto a una radicale incompatibilità di religioni, culture e modi di vita.
Credo che quello che sta accadendo in questi anni tragici costituisca il più evidente fallimento della cultura cosiddetta progressista, che è, in realtà, una cultura della resa e della sistematica denigrazione della nostra civiltà, una cultura che, anche quando opportunisticamente si accosta al cristianesimo, lo disintegra alla radice, perché lo trasforma in un vago e velleitario umanitarismo, pronto ad ogni cedimento nel patetico tentativo di sottrarsi a quella guerra che si combatte non solo in Africa e in Asia, ma è già presente nelle nostre strade.
A nessuno (a meno che non sia uno psicopatico) piace la guerra in se stessa, ma le guerre ci sono e continueranno ad esserci, il male è in mezzo a noi va riconosciuto, solo il coraggio di guardare la realtà per quello che è può forse aiutarci a prendere quei provvedimenti anche duri che s’impongono non solo per la tutela delle nostre vite, ma anche per la salvaguardia delle nostre ragioni di vita. 
Le libertà di cui godiamo non sono gratuite, hanno un prezzo che bisogna pagare se le vogliamo conservare, il tempo del progressismo è scaduto, lo stesso cristianesimo è una dura milizia quotidiana, non una melassa dolciastra fatta di solenni dichiarazioni su una fratellanza che gli altri rifiutano e irridono.